Contenzioso tributario cresciuto del 55% nel 2022, è tornato ai livelli pre-Covid
Dopo il rallentamento dovuto alla pandemia, il 2022 ha visto aumentare il contenzioso in materia tributaria, tornato ai livelli del 2019: le controversie complessivamente arrivate fino al 31 dicembre 2022 presso le Corti tributarie provinciali e regionali sono state 187.023, con un aumento del 55% rispetto all’anno precedente quando erano state 120.511.Oltre 190mila le cause tra fisco e contribuente decise. E al 31 dicembre scorso pendevano complessivamente 269.809 controversie, a fronte delle 272.677 del 2021. Nelle sedi regionali vi è stata una riduzione dell’arretrato rispetto al 2021 del 11,3%.
Dati positivi, che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi del Pnrr, sottolinea il presidente del Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria, Antonio Leone, anche se – è la critica – la riforma “frettolosa” approvata l’estate scorsa sta “creando problemi” anziché risolverli. Non ultimo il fatto di essere arrivata prima della riforma fiscale, “di cui si parla ormai da decenni e che avrebbe dovuto precorrerla”. La riforma del fisco, che dovrebbe arrivare giovedì sul tavolo del Consiglio dei ministri, porterà benefici sul futuro andamento del contenzioso, è sicuro il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che ha ricordato che “le controversie fino a 5mila euro rappresentato il 56% dei ricorsi in primo grado”.
Vi è “uno stato di confusione normativa – lamenta Leone – causata sia dalla fretta del legislatore e sia dalla non adeguata ponderazione di alcune scelte che via via si stanno facendo” e un “disinteresse” verso la “Cenerentola dalla giustizia” che si traduce in “assenza di investimenti” in mezzi e personale, e nonostante questo “sono stati garantiti rapidi tempi di definizione delle cause”, in linea con i parametri europei di ragionevole durata del processo. “Il governo è attualmente impegnato a completare il processo di riforma della giustizia tributaria”, ha assicurato Leo, e “nell’ambito del disegno di legge delega per la riforma fiscale si occuperà anche del processo”: le “direttrici che si intendono seguire riguardano l’accelerazione della fase cautelare nei gradi successivi al primo, l’eliminazione della mediazione, tenuto conto che “la delega intende rafforzare il contraddittorio fra le parti nella fase precedente l’atto impositivo”, l’immediata lettura del dispositivo in udienza, l’implementazione dell’informatizzazione, con la standardizzazione degli atti processuali e strumenti di intelligenza artificiale.