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Covid-19 spaventa gli immigrati, i permessi di soggiorno calano del 58%

L’emergenza Covid ha più che dimezzato i flussi migratori verso il nostro Paese, un fenomeno legato alla chiusura delle frontiere da parte di molti Stati. Nei primi sei mesi del 2020 i permessi di soggiorno sono calati del 57,7% rispetto al 2019 che già aveva registrato una significativa contrazione dell’accoglienza per ragioni di asilo, diminuita del 47,4% rispetto al 2018. E nel mese di marzo, che ha segnato l’inizio del lockdown, è stato quasi azzerato il rilascio di questo tipo di permessi. A fotografare come il Coronaviurs abbia inciso anche sull’arrivo e sulla situazione dei  migranti in Italia è il report dell’Istat dedicato ai cittadini non comunitari, che rivela anche un’altra novità: l’aumento nel 2019 del 10,1% delle acquisizioni di cittadinanza da parte di “non comunitari”.

Nei primi 6 mesi del 2019 erano stati rilasciati oltre 100mila nuovi permessi di soggiorno mentre nello stesso periodo del 2020 ne sono stati registrati meno di 43mila. La contrazione maggiore ad aprile e maggio (rispettivamente -93,4% e -86,7%). A risentire della chiusura delle frontiere e del rallentamento dell’attività amministrativa nelle prime fasi del lockdown sono state tutte le motivazioni di ingresso. La più rilevante, quella per ricongiungimento familiare, ha visto una contrazione del 63,6% mentre i permessi per richiesta asilo sono diminuiti del 55,5%.

Anche se meno consistente in termini assoluti, significativo anche il calo degli ingressi per lavoro stagionale, su cui ha pesato molto la chiusura delle frontiere; la diminuzione in questo caso è stata del 65,1%: da 2.158 nuovi permessi per nei primi 6 mesi del 2019 a si è passati a 753 nel primo semestre di quest’anno. Con una percentuale record in Emilia Romagna, dove il crollo dei permessi per lavoro stagionale è pari al 90% rispetto allo stesso periodo del 2019.

“La pandemia, con il blocco delle frontiere, ha impedito l’arrivo in Italia di quasi due lavoratori stagionali su 3 (65,1%) da Paesi extra Ue, con un impatto drammatico sulle attività agricole”, sottolinea la  Coldiretti, che fa notare l'”impatto” che questa situazione ha avuto sulle attività di raccolta, dalla frutta alle olive fino alla vendemmia, “in assenza di strumenti flessibili adeguati per affrontare l’emergenza”. E chiede perciò “misure per favorire l’accesso al lavoro degli italiani, come l’introduzione di voucher semplificati per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne”.

 

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