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Europa in prima fila per il programma Artemis e il ritorno sulla Luna

Mentre negli Stati Uniti si prepara il primo test per il programma Artemis destinato a riportare astronauti sulla Luna, l’Europa è in prima fila con la sua tecnologia per fornire i moduli di servizio per la navetta Orion, con un contributo importante da parte dell’Italia. “Si apre una nuova fase dell’esplorazione umana”, ha detto Philippe Deloo, responsabile del programma Orion dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Si avvicina la nuova serie di missioni che vede l’Europa fra i principali partner della Nasa, accanto a Giappone e Canada, secondo una tabella di marcia che “non sta risentendo alcun effetto dalla guerra in Ucraina”, ha detto Deloo nella conferenza stampa organizzata oggi dall’Esa.

Ha parlato del significato del programma Artemis per l’Europa anche Didier Radola, responsabile del programma Orion per l’Airbus. L’azienda è a capo della cordata industriale europea per lo sviluppo del Modulo di Servizio Europeo (Esm), che fornisce aria, elettricità e propulsione alla navetta Orion. L’Italia, con un contributo del 30%, è al secondo posto fra i Paesi che partecipano al progetto con le loro competenze e le loro aziende, preceduta alla Germania (60%); vi prende parte con Leonardo, attraverso la sua partecipata Thales Alenia Space (joint venture Thales 67% e Leonardo 33%).

Tra i sistemi per l’Esm forniti dall’azienda, ci sono quelli relativi alla protezione strutturale, al controllo termico, allo stoccaggio e alla distribuzione dei materiali di consumo. Ogni modulo ha inoltre ‘ali’ composte da tre pannelli fotovoltaici lunghi 7 metri, in grado di fornire complessivamente circa 11 kilowatt.

Il modulo Esm è perciò un vero e proprio ‘motore’ per Orion, che nel viaggio verso la Luna può fornire alla capsula l’elettricità necessaria per far funzionare i sistemi di comando, per comunicare con i centri di controllo a Terra e per mantenere una temperatura confortevole per gli astronauti che in futuro saranno a bordo. Per tutti questi motivi, il modulo Esm, del quale l’Esa ha prodotto sei unità, “è cruciale per Artemis”, ha detto ancora Deloo. Ed è per questo, ha aggiunto, che “Esa e Airbus parteciperanno direttamente a ogni fase del programma, a partire dal primo test, previsto fra il primo e il 3 aprile al Kennedy Space Center a Cape Canaveral”: sulla rampa di lancio 39B il nuovo lanciatore della Nasa, lo Space Launch System (Sls) sul quale sono integrati la capsula Orion e il modulo Esm, sarà caricato di propellente e partirà il conto alla rovescia, che si concluderà appena prima del momento in cui il motore dovrebbe realmente accendersi. “Sarà un momento importante per le future missioni spaziali oltre l’orbita bassa”, ha osservato Deloo.

Sono due, al momento, le date possibili per il primo lancio senza equipaggio del programma Artemis: la prima finestra va dal 7 al 31 maggio e la seconda, che secondo Deloo dovrebbe essere la più probabile, va dal 6 al 16 giugno.

Per il volo dei primi astronauti bisognerà invece attendere la missione Artemis-3: “nei programmi dell’ex presidente degli Stati Uniti Trump era prevista entro il 2024, ma la data – ha detto ancora Deloo – è slittata tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026”.

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