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Giappone e Corea del Sud ai ferri corti per una statua

Il Giappone ha avvertito la Corea del Sud che una scultura eretta in memoria delle ‘donne di conforto’
abusate dalle truppe di occupazione giapponese durante il dominio nipponico sulla penisola potrebbe danneggiare le relazioni bilaterali. Motivo: la statua, che si trova a Pyeongchang, rappresenta un uomo che si inchina a chiedere perdono di fronte ad una ragazza, un personaggio maschile che
somiglia un po’ troppo al premier nipponico Shinzo Abe. Il portavoce del governo di Tokyo Yoshihide Suga ha detto che se le notizie apparse sui media sulla statua in questione sono
vere, “di certo avranno un impatto” sui rapporti tra i due Paesi. Le due statue si trovano nel Korea Botanic Garden, un giardino privato di Pyeongchang. La questione delle donne costrette a prostituirsi dagli invasori giapponesi – coreane, ma anche filippine, vietnamite, thailandesi e malesi – è da sempre
origine di forte tensione tra Giappone e Corea, tra richieste di scuse e di compensazioni economiche, nonché accordi per chiudere la vicenda mai andati in porto. Kim Chang-ryeol, direttore del giardino botanico, ha detto al Japan Times che la scultura non è stata creata pensando al leader giapponese e non ha finalità politiche. “L’uomo potrebbe rappresentare qualsiasi uomo che deve chiedere scusa a quella ragazza”, ha affermato. Ma media sudcoreani hanno sottolineato che la statua si ispira ad Abe, citando lo scultore locale che l’ha realizzata. “La scultura mostra che il perdono è possibile solo se il Giappone continua a chiedere scusa, fino a quando la Corea accetterà le scuse”, avrebbe detto. Il Giappone esercitò il suo dominio coloniale sulla penisola coreana dal 1910 al 1945. Statue simili, con la sola ragazza seduta e senza l’uomo inchinato, che intendono ricordare le donne di conforto, sono state erette in diversi luoghi della Corea, tra cui un’area antistante l’ambasciata giapponese.

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