I giudici sospendono la caccia al cervo autorizzata dalla Regione Abruzzo
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso degli animalisti e sospeso la caccia ai 469 cervi in Abruzzo fino al 7 novembre 2024, riservandosi di prendere quel giorno una decisione definitiva, in Camera di consiglio, sulla possibilità della Regione Abruzzo di autorizzare abbattimenti selettivi in due comprensori regionali nell’Aquilano.
In attesa della decisione dei magistrati amministrativi sul fatto che la Regione possa decidere l’abbattimento degli animali (con tanto di tariffario che i cacciatori devono pagare, da 50 a 250 euro a seconda di età, sesso e dimensioni del cervo abbattuto), il comune di Rosello (Chieti) l’11 ottobre ha presentato una richiesta ufficiale all’Assessorato regionale Agricoltura e Foreste per ospitare e liberare nel proprio territorio quaranta dei 469 esemplari destinati all’abbattimento, attraverso il sindaco e capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra della Regione, Alessio Monaco. Una richiesta basata su diversi fattori: la presenza della Riserva Naturale “Abetina di Rosello”, istituita nel 1997 e parte del sito protetto Natura 2000, dove già in passato sono stati ospitati caprioli e cervi; la bassa densità di cervi nella zona del Medio Sangro, con soli 15-20 esemplari su un’area di 200 chilometri quadrati; l’espansione del bosco dovuta all’abbandono delle aree coltivate, che ha danneggiato le specie avifaunistiche legate agli spazi aperti. «Ho presentato la richiesta per responsabilizzare i colleghi commissari e rendere evidente a tutti gli abruzzesi la posizione delle forze politiche: invito gli altri Comuni che possono a seguire questo esempio per limitare una sciagurata strage di animali indifesi», ha spiegato Monaco.
La sospensione decretata dai magistrati è stata accolta con viva soddisfazione da tutto il mondo ambientalista. «La caccia ai cervi rappresenta una soluzione di comodo che ignora le possibili alternative non violente, a favore della lobby venatoria», hanno dichiarato Lav, Lndc Animal protection e Wwf Italia, autori del ricorso alla giustizia amministrativa contro la delibera regionale abruzzese. «Il Consiglio di Stato ha riconosciuto il carattere di urgenza ed estrema gravità della vicenda. Sono molto soddisfatta di questo primo risultato: stiamo seguendo questa vicenda dall’inizio di agosto, con il sostegno di decine di migliaia di cittadini che hanno inviato mail di protesta, e confidiamo che il Consiglio di Stato faccia la cosa giusta e fermi questa mattanza insensata», ha dichiarato al Corriere della Sera Piera Rosati, presidente nazionale di Lndc Animal protection.