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Il Covid affligge anche le sale da gioco, occupazione a rischio

Rosso sempre più profondo per i giochi, travolti da un lockdown di cui per ora non si intravede la fine e i cui lavoratori sono sempre più a rischio. A confermarlo è la Cgia Mestre, che ha anticipato ad Agipronews qualche dato della ricerca sugli effetti del Covid sul settore, ormai quasi completata. “Le sale gioco sono tra gli esercizi a cui è stato imposto il più lungo periodo di chiusura: 166 giorni di sospensione dell’attività, che equivalgono a quasi metà dello scorso anno senza poter lavorare”, conferma il ricercatore Andrea Vavolo. La stima delle perdite per il comparto degli apparecchi, che da solo vale circa la metà dell’intero gioco legale, è pesantissima. “Riteniamo – aggiunge Vavolo – che l’emergenza Covid abbia determinato un calo della raccolta di slot machine e Videolotteries di almeno il 50%, pari a oltre 23 miliardi di euro, a cui è corrisposto un dimezzamento del fatturato delle imprese del settore, calato di almeno 1,7 miliardi”.

Un vero e proprio crac, cui – sostiene la Cgia – non possono bastare i ristori previsti dal Governo nei decreti varati negli ultimi mesi. I fondi previsti a sostegno dell’economia – 29 miliardi – coprono, infatti, solo il 7% del fatturato delle aziende andato in fumo a causa della pandemia. La crisi Covid, innestata su un quadro già critico, rappresenta anche una minaccia per l’occupazione. Secondo una stima relativa al 2018, la Cgia individua circa 57 mila lavoratori che orbitano nel settore degli apparecchi, tra addetti di sala, personale delle aziende di gestione e dipendenti la cui occupazione negli esercizi pubblici (bar, tabaccherie, ecc.) dipende dalla presenza delle macchine nel locale. Posti di lavoro che la crisi sanitaria e il lungo lockdown stanno mettendo fortemente in pericolo.

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