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La Somalia caccia da Mogadiscio un consigliere diplomatico etiope

Il ministero degli Esteri della Somalia ha dichiarato “persona non grata” il secondo consigliere presso l’ambasciata d’Etiopia a Mogadiscio, Ali Mohamed Adan, accusato di aver intrapreso attività “incompatibili” con il suo ruolo diplomatico. “Il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale della Somalia ha adottato misure ferme per salvaguardare gli interessi nazionali e rispettare gli standard diplomatici internazionali, sottolineando l’impegno della Somalia a proteggere la propria sovranità e a rispettare il diritto internazionale”, si legge in una nota. “(…) Tali azioni costituiscono una violazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche (1961), in particolare degli articoli 41 e 42, che impongono ai diplomatici di rispettare le leggi della nazione ospitante e di astenersi dal coinvolgimento nei suoi affari interni. Di conseguenza, il signor Ali Mohamed Adan è stato dichiarato persona non grata e gli è richiesto di lasciare la Somalia entro 72 ore dal ricevimento di questa notifica. Questa azione riafferma la dedizione della Somalia al mantenimento dei protocolli diplomatici internazionali e al mantenimento della sua sovranità nazionale”, conclude la nota.

L’annuncio rappresenta l’ultimo sviluppo della crisi diplomatica tra i due Paesi, innescata dal controverso memorandum d’intesa siglato lo scorso primo gennaio dal governo dell’Etiopia e le autorità dell’autoproclamata Repubblica del Somaliland, in base al quale Addis Abeba otterrebbe un accesso al Mar Rosso tramite il porto di Berbera, in cambio del riconoscimento dell’indipendenza dello Stato separatista. Alla fine di settembre l’Etiopia ha schierato veicoli blindati e centinaia di uomini al confine con la Somalia, in seguito con il sequestro di alcuni aeroporti chiave nella regione somala di Ghedo, tra cui quelli di Luq, Dolow e Bardere, nel tentativo di impedire il possibile trasporto aereo di truppe egiziane nella zona. Gli scali costituiscono gli unici punti di accesso alle città nella regione di Ghedo, dal momento che le principali arterie stradali sono controllate dal gruppo jihadista Al Shabaab. La mossa è arrivata in risposta all’arrivo a Mogadiscio dei primi militari egiziani che saranno dispiegati negli Stati regionali di Hirshabelle, del Sudovest e di Galmudug, nell’ambito di un accordo di cooperazione militare siglato ad agosto dai governi di Somalia ed Egitto. In base all’accordo, un totale di 10 mila militari egiziani saranno inviati in Somalia: metà di questi (5mila) saranno integrati nella Missione di supporto e stabilizzazione dell’Unione africana in Somalia (Aussom) – che dall’1 gennaio 2025 subentrerà alla Missione di transizione dell’Unione Africana in Somalia (Atmis) – mentre gli altri 5mila saranno dispiegati in modo bilaterale.

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