La tarma della farina primo insetto autorizzato dalla Ue come alimento
Le larve essiccate del coleottero Tenebrione mugnaio, note anche come tarme della farina, sono il primo insetto a ricevere l’autorizzazione Ue per la commercializzazione in Europa come alimento. Gli Stati membri hanno approvato la proposta di regolamento preparata dalla Commissione europea dopo il parere dell’Autorità per la sicurezza degli alimenti (Efsa) e la decisione sarà pubblicata in Gazzetta Ue nelle prossime settimane.
Il “nuovo alimento” (secondo la definizione Ue) potrà essere immesso in commercio come snack, con l’insetto essiccato intero, oppure come farina, ingrediente per prodotti alimentari. L’autorizzazione stabilisce requisiti di etichettatura specifici per quanto riguarda l’allergenicità, visto che l’Efsa ha indicato che il consumo dell’insetto può portare a reazioni nei soggetti con allergie preesistenti a crostacei e acari della polvere.
La decisione formale della Commissione europea sarà adottata nelle prossime settimane e fa parte della strategia “Farm to Fork”. Il piano d’azione Ue 2020-30 per i sistemi alimentari sostenibili identifica gli insetti come una fonte di proteine a basso impatto ambientale che possono sostenere la transizione ‘verde’ della produzione. Al momento sono undici le domande per insetti come nuove alimenti all’esame dell’Efsa. E la legislazione nazionale, che per ora non autorizza gli insetti come alimenti, ma solo come mangimi, si adeguerà.
Qualcosa si sta già muovendo sul fronte dei mangimi. Le idee su cui stanno lavorando poche ma determinate start-up in tutta la penisola sono state presentate in un convegno di Confagricoltura lo scorso 16 aprile. Vanno dall’allevamento di larve di mosche per produrre crocchette per cani, all’uso delle tarme della farina per realizzare mangimi ad alto tenore proteico per le galline ovaiole. E non manca chi pensa di lanciare una linea di grilli commestibili 100% made in Italy.
“La maggioranza degli italiani, il 54%, considera gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale” e non li “porterebbe mai a tavola” dice Coldiretti citando una “analisi Coldiretti/Ixe'”. “Certo che c’è una resistenza ed è anche normale”, racconta Marco Ceriani, che con il suo progetto Italbugs è stato uno dei primi in Italia a provare la strada degli insetti nel piatto. L’idea era di unire tradizione nazionale e innovazione ‘circolare’: recuperare la storia e l’eccellenza italiana nell’allevamento del baco da seta per ottenere tessuto pregiato e una farina con cui produrre un panettone chiamato ‘Panseta’. Italbugs aveva la sede in Italia, al Parco tecnologico di Padano di Lodi ma, viste le normative nazionali, doveva produrre le farine in Olanda. Il progetto comprendeva anche la creazione di un museo interattivo sulla storia della bachicoltura nel nostro paese. “Ora è tutto in un cassetto – racconta Ceriani – cosa vuole, io ero pronto nel 2018 ma con i tempi dell’Ue ci sono voluti tre anni e mezzo per arrivare alla prima autorizzazione di un insetto. Ma la notizia che arriva da Bruxelles è buona – conclude – e chissà se non è arrivato il momento di riaprirlo, quel cassetto”.