Flash

L’ambasciata cinese a Roma rigetta le accuse di genocidio degli Uiguri

“L’ambasciata cinese in Italia prende atto che oggi alcuni media italiani hanno approfittato di alcune vicende cinesi per speculare di nuovo sulle questioni relative allo Xinjiang. I reportage pertinenti si discostano seriamente dai fatti e le cosiddette ‘prove’ si basano su una grande quantità di informazioni false. Su questo manifestiamo la nostra ferma obiezione”. Lo si legge in una nota della rappresentanza diplomatica di Pechino a Roma dopo che fonti di stampa hanno messo in relazione il forfait dell’ambasciatore cinese Jia Guide ad una cena di gala il 22 maggio, in occasione dell’inaugurazione in Arsenale dell’atteso padiglione della Cina alla Biennale Architettura in corso a Venezia con la presenza alla stessa Biennale di un’installazione olandese in cui si denuncia la situazione nei campi di rieducazione nello Xinjiang.

“Innanzitutto – afferma l’ambasciata cinese nella nota – non esiste il cosiddetto ‘genocidio’ nella Regione Autonoma dello Xinjiang Uygur. Negli ultimi 40 anni, la popolazione uigura dello Xinjiang è aumentata da 5,55 milioni a 12,8 milioni, l’aspettativa di vita media è incrementata da 30 a 72 anni. Dal 2014 al 2022, il Pil della regione è aumentato da 919,59 miliardi di yuan a 1,77 mila miliardi di yuan. Secondo lo standard attuale, 3,089 milioni di poveri sono stati tutti sottratti alla povertà e il problema locale della povertà assoluta è stato risolto. In quale parte del mondo esiste un simile ‘genocidio’?”.

“In secondo luogo – prosegue la nota dell’ambasciata cinese riferendosi all’opera olandese – le cosiddette ‘immagini satellitari’ e le ‘testimonianze’ contenute nel reportage si sono già rivelate molte volte informazioni false. Il rapporto relativo allo Xinjiang preparato dall’Australian Strategic Policy Institute (Aspi) utilizza immagini satellitari per localizzare e ‘studiare’ lo Xinjiang. I luoghi contrassegnati come ‘campi di rieducazione’ sono in realtà strutture pubbliche e civili come edifici per uffici del governo locale, case di cura e scuole. Quei fatti sono completamente aperti e verificati e non è necessario utilizzare ‘immagini satellitari’ per ‘provare’; inoltre il Chinese Human Rights Defenders, un’organizzazione non governativa sostenuta dal governo degli Stati Uniti, tramite interviste con solo 8 uiguri e stime approssimative è giunta all’assurda conclusione che ‘su 20 milioni di persone nello Xinjiang, il 10% è detenuto nei campi di rieducazione’. Come può avere credibilità un’indagine così fittizia?”.

“Negli ultimi anni – conclude la nota dell’ambasciata cinese a Roma – più di 2.000 esperti, studiosi, giornalisti, diplomatici, figure religiose e altre persone provenienti da più di 100 Paesi hanno visitato lo Xinjiang, hanno testimoniato di persona i risultati dello sviluppo economico e progresso sociale dello Xinjiang e hanno espresso molte voci obiettive ed eque. Esortiamo i giornalisti competenti a rispettare l’etica professionale più basilare, a comprendere e riconoscere obiettivamente la verità e a non agire come megafono di bugie relative alla Cina”.

Mostra altro

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio