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L’Angola annuncia l’uscita dall’Opec

L’Angola ha deciso di uscire dall’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec). Lo ha annunciato lo scorso 21 dicembre il ministro delle Risorse minerarie, del petrolio e del gas, Diamantino de Azevedo, al termine di una riunione del Consiglio dei ministri presieduta dal presidente della Repubblica, Joao Lourenco. Lo riferisce l’agenzia di stampa angolana “Angop”.

L’annuncio arriva in seguito a una disputa sulle quote di produzione petrolifera sorta dopo che lunedì scorso il governo angolano ha rifiutato la decisione del cartello d’imporre all’Angola un limite di produzione che riflettesse la diminuzione della capacità produttiva del Paese. “Non è stata una decisione presa alla leggera: è giunto il momento”, ha detto Azevedo. “Il nostro ruolo nell’organizzazione non è stato ritenuto rilevante”, ha aggiunto.

Lo scontro tra il governo di Luanda e la leadership dell’Opec era iniziato in estate, quando il cartello aveva chiesto all’Angola di accettare un obiettivo di produzione ridotta per il 2024 che riflettesse le sue capacità in declino. La produzione del Paese è crollata di circa il 40 per cento negli ultimi otto anni, attestandosi a circa 1,14 milioni di barili al giorno, a causa dell’incapacità d’investire sufficientemente nei giacimenti petroliferi in acque profonde e obsoleti.

Nella sua ultima riunione del mese scorso, l’Opec aveva così imposto una quota inferiore di 1,1 milioni di barili al giorno, al di sotto della produzione attuale del Paese. “Come Paese, quando partecipiamo, è per contribuire, aspettandoci risultati in linea con i nostri interessi”, ha affermato Azevedo. “Quando ciò non accade, diventiamo superflui e non ha più senso per noi rimanere nell’organizzazione”, ha aggiunto il ministro. Negli ultimi anni anche Qatar, Indonesia ed Ecuador hanno lasciato l’Opec per ragioni diverse. L’uscita dell’Angola riduce a 12 il numero di Paesi membri dell’organizzazione.

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