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L’ex Birmania diventa il principale produttore di oppio al mondo

Il Myanmar (l’ex Birmania) è diventato la prima fonte di oppio al mondo per effetto dell’instabilità interna e della drastica riduzione delle coltivazioni in Afghanistan. E’ quanto afferma un rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite. Il rapporto, stilato dall’Ufficio sulle droghe e il crimine delle Nazioni Unite (Unodc), sottolinea che la coltivazione di oppio in Afghanistan è crollata del 95% nell’arco di un solo anno a seguito del divieto imposto dal governo talebano.

Di contro, l’instabilità politica, sociale ed economica che grava sul Myanmar dopo il golpe militare del 2021 ha spinto molti agricoltori di quel Paese a coltivare oppio: nell’ultimo anno il prezzo dei fiori ha raggiunto i 355 dollari al chilogrammo, e la superficie coltivata nel Myanmar è aumentata del 18% a circa 47.000 ettari su base annua. La coltivazione dell’oppio si è diffusa soprattutto nello Stato birmano settentrionale di Shan, e avrebbe consentito ai gruppi armati locali di finanziare la pesante offensiva sferrata contro le forze armate a partire dallo scorso ottobre.

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