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L’intelligenza artificiale prosciugherà le risorse di acqua

Un’operazione elementare come l’invio di una e-mail comporta la produzione di anidride carbonica in misura variabile tra i 4 e i 50 grammi, a seconda della presenza di allegati, e l’arrivo dell’intelligenza artificiale lascia intravedere un forte incremento dell’inquinamento dovuto ad emissioni di apparecchiature tecnologiche.

Qualcuno ha già pronosticato che nel 2040 le emissioni prodotte dall’utilizzo di tecnologie  saranno il 14% del totale, però intanto si registra che nel solo mese di gennaio del 2023 OpenAI, la società di ChatGpt, ha utilizzato un’energia equivalente al consumo di un intero anno di oltre 170.000 famiglie danesi, mentre l’addestramento del Gpt3, il modello su cui si basa ChatGPT, avrebbe generato circa 500 tonnellate di carbonio (l’equivalente di un viaggio in auto fino alla luna e ritorno) e consumato 700.000 litri di acqua dolce, un quantitativo sufficiente a realizzare 370 auto Bmw o 320 Tesla.

Lo scambio di conversazioni di un utente medio con ChatGpt equivale al consumo di una bottiglia di acqua e i ricercatori si aspettano che i consumi idrici aumenteranno ulteriormente con i modelli più recenti, come Gpt-4, che si basano su un insieme e una elaborazione più ampia di dati rispetto ai software predecessori.
Nel frattempo i data center di Google negli Stati Uniti hanno bevuto 12,7 miliardi di litri di acqua dolce nel 2021, di cui circa il 90% potabile.

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