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Lo spreco alimentare vale 15 miliardi, l’80% è nelle case

La quantità di cibo che si spreca ogni anno nelle case degli italiani (si tratti di 36,54 chilogrammi a testa) ammonta a oltre 2.200.000 tonnellate e a un valore di quasi 12 miliardi di euro (che sommati ai 3 miliardi 293 milioni di spreco della filiera portano ad oltre 15 miliardi di euro in totale). Lo rende noto la “campagna Spreco Zero” che promuove la settima giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, il 5 febbraio, quest’anno nel segno della prevenzione degli sprechi per la salute dell’ambiente e dell’uomo. La Giornata ha il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente e della Salute.

Lo spreco domestico – secondo l’analisi compiuta per il 2018 da “Diari di Famiglia progetto Reduce” – vale fra il 75 e l’80% della filiera complessiva, che comprende lo spreco nei campi (7,8%), nell’industria (6,5%), nella distribuzione (7,4%) per un totale di 15 miliardi che equivale allo 0,86% del Pil del 2018.

“L’impegno per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione degli sprechi – spiega il fondatore Spreco Zero-Last Minute Market Andrea Segrè – passa attraverso il monitoraggio dei comportamenti e quindi attraverso i dati. Sei anni fa (2014) un italiano su due dichiarava di gettare cibo quasi ogni giorno, nel 2019 solo l’1% degli intervistati ha dichiarato di cestinare il cibo quotidianamente. Lo spreco del cibo resta in testa alla nefasta ‘hit’ degli sprechi per il 74% degli italiani. Seguono lo spreco idrico (52%), nella mobilità (25%), di energia elettrica (24%) e in generale legati ai propri soldi (16%)”.

“Stop food waste, feed the planet” (ovvero stop allo spreco del cibo, nutri il pianeta) è il tema su cui è imperniato il confronto, il 5 febbraio nella sede della fondazione Enpam, tra il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri e molte istituzioni internazionali, dalla Fao al World Food Programme.

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