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Maduro narcotrafficante, taglia da 15 milioni di dollari

Gli Stati Uniti hanno accusato il presidente del Venezuela Nicolas Maduro e altri alti funzionari del Paese di “narco-terrorismo” e hanno messo sulla testa del capo di Stato una taglia da 15 milioni di dollari. Le accuse a carico del novello ‘Pablo Escobar’ che è subentrato a Chavez nella sciagurata gestione del Paese sudamericano sono state formulate dalle corti di New York e Miami e rese note dal ministro della Giustizia a stelle e strisce, William Barr: cospirazione con una organizzazione terroristica per inondare gli Stati Uniti di cocaina e usare la droga come arma per minare la salute degli americani, nonché favorire il traffico di cocaina dalla Colombia agli Stati Uniti, grazie all'”alleanza” tra governo venezuelano e le rinate Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Il Venezuela avrebbe anche sostenuto il gruppo militare libanese di Hezbollah.

La Casa Bianca aveva già riconosciuto ufficialmente l’oppositore di Maduro, Juan Guaidò, come legittimo presidente del Venezuela. “Il regime di Maduro – ha commentato Barr – è inondato da corruzione e criminalità”. Insieme al presidente sono stati incriminati altri dirigenti del governo, dal direttore dell’intelligence venezuelana al generale dell’esercito, fino al ministro dell’Industria. Su di loro è stata posta una taglia da 10 milioni di dollari.

Secondo la procura di Miami, alcuni membri del governo venezuelano avrebbero riciclato il denaro sporco in Florida, investendo in proprietà immobiliari. Secondo Washington i ribelli colombiani “hanno ottenuto il sostegno del regime di Maduro, che sta permettendo loro di usare il Venezuela come un rifugio sicuro dal quale possono continuare a condurre il loro traffico di cocaina”. Maduro ha negato tutto e su Twitter ha accusato gli Stati Uniti e la Colombia di voler “scatenare la violenza in Venezuela”. “Come capo di Stato – ha aggiunto – ho l’obbligo di difendere la pace e la stabilità di tutto il Paese in ogni. Non ce la faranno neanche stavolta”.

Era da 32 anni che il dipartimento di Stato americano non accusava un capo di stato straniero: l’ultima volta era avvenuto nel 1988, quando era toccato al leader panamense Manuel Noriega, accusato di essere un narcotrafficante in combutta con il cartello colombiano di Medellin.

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