Nuova guerra fredda: bombardieri cinesi e russi intercettati sull’Alaska
Il Comando di difesa aerospaziale del Nord America (Norad) ha intercettato a fine luglio due bombardieri russi e due cinesi in volo al largo dell’Alaska. Lo ha riferito un funzionario del dipartimento della Difesa Usa citato dall’emittente televisiva “Cnn”, secondo cui è la prima volta che bombardieri dei due Paesi vengono intercettati mentre effettuano un pattugliamento congiunto al largo di quello Stato Usa. I quattro bombardieri si sono mantenuti nello spazio aereo internazionale all’interno della Zona di identificazione per la difesa aerea dell’Alaska, e “non sono stati ritenuti una minaccia”, secondo un comunicato diffuso dal Norad. I quattro velivoli – due bombardieri strategici russi a lungo raggio Tu-95 Bear e due bombardieri cinesi H-6 – sono stati intercettati da cacciabombardieri statunitensi F-16 ed F-35 e da cacciabombardieri canadesi Cf-18.
Gli Stati Uniti intendono adottare un nuovo approccio alle sfide strategiche nell’Artide, basato su una più stretta collaborazione con alleati e Paesi partner e in risposta al crescente allineamento delle politiche regionali di Russia e Cina. Il dipartimento della Difesa Usa ha presentato questa settimana una nuova strategia regionale, che prevede l’istituzione di una “Tavola rotonda per le politiche di sicurezza nell’Artide”, tesa a definire linee guida in materia di difesa. La Tavola rotonda si affiancherà al Consiglio artico, il forum internazionale di alto livello che include tra i suoi membri anche la Russia, e che non si occupa di questioni legate alla difesa. Il dipartimento della Difesa Usa non aggiornava la propria strategia per l’Artide dal 2019, e la nuova versione del documento fa esplicito riferimento ai tentativi della Cina di aumentare la propria presenza e influenza nella regione.
Il documento evidenzia anche la maggior frequenza delle esercitazioni militari congiunte intraprese da Russia e Cina nell’Artide, e sottolinea che navi da guerra dei due Paesi hanno operato in acque internazionali al largo dell’Alaska sia nel 2022 che nel 2023. “L’isolamento della Russia causato dalla sua invasione su larga scala dell’Ucraina l’ha resa sempre più dipendente (dalla Cina) per il finanziamento delle infrastrutture di esportazione energetica nell’Artide”, afferma il documento strategico, secondo cui “oltre l’80 per cento della produzione russa di gas naturale e il 20% di quella di petrolio viene dall’Artide, e la Russia si sta rivolgendo sempre più ai fondi (della Cina) per l’estrazione e l’acquisto di queste risorse”. La politica artica adottata dalla Cina nel 2018 afferma che il futuro della regione è questione che riguarda “il benessere” di tutti gli Stati mondiali, e che la governance dell’Artide richiede la partecipazione e il contributo ” di tutte le parti interessate”.