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Nuova macchina per arare il terreno inquinando di meno

Brevettata in Inghilterra, prodotta in Polonia e distribuita in Italia da Agroland, la nuova seminatrice su terra dura Mzur è stata testata con successi sui terreni dell’azienda agricola Savini a Mosciano Sant’Angelo (Teramo) lo scorso 30 novembre. La macchina permette un’agricoltura di precisione, con la coltivazione a strip-till (a strisce), e conservativa perché senza aratura preserva la fertilità del terreno. Questo porta ad abbattere le emissioni di CO2, a ridurre i costi, grazie alla diminuzione dell’uso di carburante e di fertilizzanti, e a ridurre il consumo idrico.

«Agroland tenta di portare in Italia una cultura nuova di lavorazione del terreno, con l’impiego di queste macchine per l’agricoltura di precisione, inserendosi in alcuni progetti più complessi come quello della mappatura della filiera», spiega Mattia Maretto, amministratore unico della società. Mappare la filiera consente di rendere tracciabile il grano e certificarne l’origine, quindi di valutare quali pesticidi possono essere usati durante la coltivazione (posto che la normativa sui pesticidi può variare da Paese a Paese). «Sempre più persone cominciano a scegliere un prodotto in base all’etichetta e i grandi marchi hanno la necessità di garantire ciò che scrivono». Indicare su un pacco di pasta che è stato fatto con una filiera del grano controllata e mappata, vuol dire che «l’azienda produttrice è in grado di identificare nel dettaglio, attraverso un sistema di monitoraggio costruito fin dalla lavorazione del terreno e dalla semina, tutti i prodotti che sono stati utilizzati per fare quel pacco di pasta» conclude Maretto. « Un sistema così rispetta ambiente e persone, e quindi il consumatore». Con l’ulteriore vantaggio di «potere garantire, in questo modo, che il prodotto è un vero Made in Italy».

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