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Scrivere a penna anziché al computer migliora apprendimento e memoria

Secondo una ricerca condotta da un team della Norwegian University of Science and Technology (NTNU), guidata dalla professoressa Audrey van der Meer e basata sull’esame dell’attività cerebrale, i bambini imparano e ricordano di più quando scrivono a penna piuttosto che battere a tastiera. Quando i bambini usano la scrittura a mano, aumenta l’attività della parte sensomotoria del cervello coinvolta nell’elaborazione, nell’attenzione e nel linguaggio. Lo stesso meccanismo è inoltre stato rilevato negli adulti.

Già nel 2007, una ricerca pubblicata sul British Journal of Educational Psychology da Connell dimostrava che i temi scritti a mano dai bambini delle Scuole Primarie erano migliori rispetto a quelli scritti con una tastiera. Addirittura, dallo stesso studio emerse che i temi scritti al computer sembravano fatti da soggetti il cui sviluppo era indietro di due anni (un bambino di terza scriveva quindi come un bambino di prima).

Tanto per i bambini quanto per gli adulti, la penna consente connessioni neurocerebrali articolate e raffinate assolutamente imparagonabili con quelle create battendo a testiera. Il movimento della mano che traccia lettere e parole, implica infatti il riconoscimento di linee, curve, spazi, creando, dal punto di vista cognitivo, una connessione visivo-motoria attivando la corteccia parietale preposta alla capacità di calcolo, linguaggio, orientamento spaziale e memoria.  Nei bambini – soprattutto nei più piccoli –  il passaggio dalla penna alla tastiera porta con sé alcuni rischi poiché impedisce il corretto sviluppo di alcuni meccanismi cognitivi fondamentali.

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