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Sottomarino cinese fa un buco nell’acqua e a Taiwan arrivano i giapponesi

Il primo sottomarino d’attacco a propulsione nucleare cinese di classe Zhou sarebbe affondato la scorsa primavera. Fonti anonime hanno detto al “Wall Street Journal” che l’incidente sarebbe avvenuto presso un cantiere navale vicino alla città di Wuhan, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. La Cina sta sviluppando la nuova classe di sottomarini a propulsione nucleare nel quadro di un importante programma militare per la modernizzazione e l’espansione della sua Marina. I funzionari statunitensi che hanno parlato al quotidiano non hanno saputo dire se il sottomarino avesse a bordo del combustibile nucleare quando è affondato. Una eventualità che esperti non legati al governo federale hanno però definito “probabile”. La produzione di sottomarini nucleari cinesi viene solitamente portata avanti presso la città di Huludao, nel nord-est del Paese, ma il governo avrebbe recentemente iniziato a spostare le attività relative ai sottomarini nucleari d’attacco ai cantieri navali Wuchang Shipyard, a Wuhan.

Il sottomarino affondato, ha scritto il “Wall Street Journal”, è stato costruito dalla società China State Shipbuilding Corporation. Alcune immagini satellitari ottenute dal quotidiano mostrano il sottomarino ancorato a un molo lungo il Fiume Azzurro verso la fine di maggio. Altre immagini, risalenti all’inizio di giugno, mostrano gru galleggianti impegnate a recuperare il relitto dal fondo del fiume. “L’incidente rallenterà i piani della Cina per espandere la sua flotta di sottomarini nucleari: è significativo”, ha detto Brent Sadler, ex ufficiale della Marina Usa che ora lavora come analista alla Heritage Foundation.

Non è affondato invece il cacciatorpediniere della Forza marittima di autodifesa del Giappone che, secondo quanto riferito dal quotidiano nipponico “Nikkei” citando fonti anonime della Difesa giapponese, ha navigato per la prima volta attraverso lo stretto di Taiwan. Il cacciatorpediniere Sazanami avrebbe navigato attraverso lo stretto assieme a navi delle marine militari di Australia e Nuova Zelanda, diretto verso sud dalle acque del Mar Cinese Meridionale: unità delle marine militari dei tre Paesi condurranno esercitazioni congiunte.

Sempre in chiava di contenimento della Cina, i ministri della Difesa di Stati Uniti, Regno Unito e Australia si sono visti il 26 settembre a Londra nell’ambito dell’accordo trilaterale di sicurezza Aukus, Le discussioni in merito alle esportazioni sensibili senza licenza puntano a facilitare l’assemblaggio dei sottomarini in Australia, permettendo al Regno Unito di esportare componenti per sottomarini per un valore di miliardi di sterline, secondo il ministero della Difesa britannico. Il programma dei sottomarini Aukus impiegherà secondo le previsioni di Londra più di 21.000 persone nel Regno Unito, e genererà 7.000 nuovi posti di lavoro.

“Come partner Aukus, restiamo uniti in un mondo sempre più instabile,” ha dichiarato in una nota il segretario alla Difesa britannico John Healey. “Questo è un partenariato che aumenterà i posti di lavoro, la crescita e la prosperità nei nostri tre Paesi, oltre a rafforzare la nostra sicurezza collettiva”. In questo ambito, le aziende britanniche Amiosec, Roke Manor Research e Autonomous Devices, così come l’Università di Liverpool, sono state selezionate dall’Agenzia per la difesa e la sicurezza del Regno Unito come beneficiarie di 2 milioni di sterline (2,67 milioni di dollari) di finanziamenti per sviluppare soluzioni di puntamento e protezione elettromagnetica. L’Australia punta a dotarsi di una flotta di sottomarini a propulsione nucleare operativa a partire dai primi anni del 2030, come parte del primo pilastro dell’accordo Aukus. I tre Paesi mirano anche ad avere una presenza a rotazione di sottomarini statunitensi e britannici in Australia occidentale già dal 2027. I tre Paesi hanno stabilito il partenariato di sicurezza nel settembre 2021 per rafforzare la sicurezza e la stabilità nell’Indo-Pacifico. Per celebrare il terzo anniversario dell’intesa, i tre Paesi hanno annunciato di aver avviato consultazioni con Canada, Nuova Zelanda e Corea del Sud per individuare aree di collaborazione nell’ambito del “secondo pilastro” dell’accordo, che si concentra sullo sviluppo di capacità tecnologiche avanzate per la difesa e sul rafforzamento dell’interoperabilità tra le rispettive forze armate.

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