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Superbonus alle case private e ora gli inquilini del Pat temono di vedersi venduti i loro appartamenti

Il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca intende cedere parte degli immobili per risanare i conti in rosso della Baggina, conferendoli  a un fondo da costituire con Invimit, società partecipata al 100% dallo Stato. Il rogito sarebbe previsto per settembre.

Tra gli inquilini del Trivulzio cresce la paura di perdere la propria abitazione. Alcuni di loro hanno già ricevuto lettere di disdetta e di sfratto. «Non bisogna far passare il messaggio che il mondo del Trivulzio è abitato da approfittatori, da chi gode in modo ingiusto dei canoni di locazione a prezzi calmierati. Ci sono persone che se dovessero perdere la loro casa, non riuscirebbero a trovarne facilmente un’altra con gli affitti che ci sono a Milano» hanno protestato a fine luglio i sindacati degli inquilini del Pat.

Tronca, in scadenza il 6 agosto e in attesa di vedere se la Regione Lombardia lo prorogherà e per quanto ha rassicurato, in un’audizione in Regione, che valuterà «caso per caso» le situazioni degli inquilini, ma le sue rassicurazioni non hanno convinto l’opposizione. Secondo Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd «questa è una forma di clientela, piuttosto che di tutela. Bisogna stabilire dei criteri oggettivi che siano frutto degli accordi sindacali e che vadano a tutelare i redditi bassi». Il Comune di Milano ha adottato un ordine del giorno sul Pio albergo Trivulzio. «Con l’auspicio che si possa trovare un accordo per dare risposte alla famiglie con redditi bassi», come ha spiegato Federico Bottelli, presidente della commissione Casa.

A fronte dell’emergenza abitativa a cui il Pat ha dato risposta e a cui gli inquilini confidano continui a dare risposta, resta la cifra mostruosamente alta, quasi 200 miliardi, destinati all’edilizia privata col superbonus. Non ci si può fare nulla, se non cercare di tappare il più possibile la falla che quella misura ha aperto nei conti pubblici, ma certo se l’avvocato del popolo Giuseppe Conte avesse potuto allocare quelle risorse per l’edilizia popolare il Pat ne avrebbe tratto beneficio e i suoi utenti di conseguenza. Non solo il Pat ma tutta l’edilizia popolare o convenzionata, della quale gli italiani hanno tanto bisogno (specie nelle grandi e medie città), ne avrebbe avuto notevole vantaggio.

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