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Una app per scoprire quanto si può risparmiare sulla bolletta installando pannelli fotovoltaici a casa

Dal 1990 ad oggi le attività economiche sono cresciute del 60% mentre le emissioni inquinanti sono calate del 30% e quindi gli scenari disastrosi sulle sorti del pianeta si sono già fatti meno probabili. A dirlo sono i ricercatori del JPR di Ispra, uno dei sei centri di ricerca dell’Unione europea che fanno capo direttamente alla Commissione europea e che forniscono all’esecutivo dell’Ue l’expertise tecnico-scientifica (non solo in tema ambientale) sulla base della quale vengono implementate le politiche comunitarie ed emanati regolamenti e direttive perché gli Stati vi diano seguito.

L’obiettivo della neutralità climatica che la Ue si è posta per il 2050 resta però, a detta degli stessi ricercatori, estremamente ambizioso (e infatti la Cina l’ha fissato per il 2060 e l’India per il 2070), perché le misure per conseguirlo devono fare i conti con la realtà delle cose. Le emissioni legate alla produzione industriali hanno subito un deciso calo in seguito alla crisi economico-finanziaria del 2008, ma la maggior aleatorietà delle prospettive che il comparto produttivo vive da allora disincentiva chiaramente investimenti in maggior efficienza energetiche delle apparecchiature produttive, mentre il trasporto pubblico paga il suo stesso successo come alternativa meno inquinante per la mobilità: la maggior efficienza dei consumi conseguita è stata infatti tutta consumata dall’incremento della domanda di trasporto collettivo, Come dire che le singole corse consumano meno energia e dunque comportano meno emissioni, ma poiché le corse stesse sono aumentate per far fronte alla maggior richiesta il risultato finale in termini di impatto sull’ambiente non è sostanzialmente mutato.

Discorso analogo vale anche per le abitazioni: la maggior efficienza dei consumi energetici per riscaldare ed illuminare gli spazi abitati (siano case piuttosto che uffici) è aumentata, ma nel contempo sono aumentati anche gli immobili. Diversamente che nel caso dei trasporti, però, per gli immobili l’incremento dei volumi abitati non ha ancora assorbito completamente le migliorie sul fronte dei consumi energetici e dunque il saldo è positivo: a fronte di un maggior numero di case e uffici, oggi, il loro impatto ambientale complessivo è inferiore a quanto si registrava in passato.

Aiutano, su questo fronte, le migliorie dei pannelli fotovoltaici: più potenti e meno costosi man mano che la tecnologia progredisce, oggi sono venduti dai produttori con una garanzia di funzionamento di 30 anni e anche dopo 30 anni sono di norma in grado di avere un’efficienza pari all’80% di quella di un pannello appena uscito dalla fabbrica.

Il Joint Research Center ha peraltro messo a punto un’applicazione, PVGIS (la si trova all’indirizzo web https://joint-research-centre.ec.europa.eu/photovoltaic-geographical-information-system-pvgis_it o semplicemente facendo una ricerca su Google digitando PVGIS) che consente di verificare quale è l’esposizione al sole di ogni singolo immobile, in base a dove esso si trova, e calcolare di conseguenza quanta energia si possa ricavare tramite l’installazione di pannelli fotovoltaici. Il calcolo tiene conto della radiazione solare, della temperatura, della velocità del vento, e del tipo di impianto fotovoltaico usato; l’utente può inoltre scegliere come sono montati i moduli (su un telaio a terra oppure integrati nella superficie di un edificio) e PVGIS può anche calcolare l’angolo e l’orientamento ottimale con le quali l’energia prodotta è il massimo su base annuale.

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