Uno studente su cinque ha difficoltà nell’apprendimento
Uno studente su cinque, il 20% quindi, è fragile negli apprendimenti: o ha abbandonato troppo presto gli studi, oppure, pur avendo conseguito un titolo, non ha raggiunto le competenze adeguate.
Anche se l’Italia rispetto a 20 o 30 anni fa ha fatto molti passi in avanti – la dispersione nel 1992 era il 37,5%, per attestarsi al 12,7% nel 2021- siamo avanti solo a Spagna (13,3) e Romania (15,3) tra i paesi dell’Ue, mentre 16 Stati membri hanno già raggiunto l’obiettivo europeo di scendere sotto la soglia del 9% in materia di dispersione, in largo anticipo rispetto al 2030. Di tutto questo ha parlato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, in un’audizione in commissione Cultura e Istruzione al Senato.
L’obiettivo che impone il Pnrr è quello di ridurre la percentuale di ulteriori 2,5 punti, evitando quindi che nei prossimi anni circa 470 mila giovani abbandonino la scuola prima del conseguimento di un diploma. Per questo il ministro ha illustrato le varie azioni messe in campo grazie anche a fondi Pnrr: oltre al potenziamento dei sistemi di vigilanza delle assenze e di segnalazione dell’evasione scolastica, sono stati previsti 600 milioni per le mense scolastiche, perchè il tempo pieno è uno strumento fondamentale per combattere la dispersione, e sono stati stanziati 500 milioni a favore di quei territori, soprattutto al sud, in cui l’abbandono è più alto – 21,1% in Sicilia, 17,6% in Puglia, in Campania il 16,4% e in Calabria il 14% – con progetti dedicati proprio alle scuole che più hanno manifestato avere alunni con fragilità di apprendimento. E ancora, docenti tutor e docenti orientatori, “primo passo verso una sempre maggiore personalizzazione della didattica”, 600 milioni per sviluppare le competenze Stem, 150 milioni per la formazione dei docenti sul multilinguismo. Le scuole, poi, devono essere anche “esteticamente belle, riqualificate, dove si studia con piacere, dobbiamo dare indicazioni precise unitarie per un prototipo architettonico di scuola italiana”, ha detto Valditara, anche raccogliendo i suggerimenti di alcuni senatori.
Il ministro si è anche impegnato a presentare una proposta di riforma degli istituti tecnici professionali che sia sperimentale e che vada ad affiancare il percorso tradizionale. “Ho molto apprezzato il clima costruttivo e stimolante su un tema fondamentale, per dare a tutti i nostri giovani un’opportunità di successo formativo e di realizzazione professionale. Il ministero sta lavorando a una serie di iniziative importanti che potranno essere arricchite dalle proposte parlamentari”, ha detto uscendo, soddisfatto, il ministro.