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Webuild chiude l’acquisizione di Astaldi

Webuild ha chiuso l’acquisizione del 65% Astaldi, dando vita a un gruppo leader sul mercato italiano e tra i principali player internazionali, con un portafoglio ordini di oltre 40 miliardi di euro e 70.000 dipendenti tra diretti e indiretti. Si concretizza così quella che la stessa Webuild, con le parole dell’ad, Pietro Salini, definisce “la più rilevante operazione di sistema in Progetto Italia”, il nuovo polo delle costruzioni del Paese, a due anni dalla prima offerta manifestata al Tribunale di Roma per l’acquisizione.

“È un momento di grande soddisfazione per il gruppo e l’avvio di un percorso per un polo più grande e competitivo che ci fa guardare con ottimismo al futuro del settore in Italia” ha commentato Salini. Progetto Italia “si conferma un’operazione industriale di rilancio del Sistema Paese – ha aggiunto il presidente del gruppo, Donato Iacovone – un nuovo modello industriale che può essere replicato anche in altri settori, come risposta alla durissima crisi economica che l’Italia, ma anche l’Europa, sta vivendo con la pandemia”. Astaldi, che aveva visto inizialmente il titolo volare in Borsa ha chiuso debole (-0,29% a 0,34 euro) e Webuild ha guadagnato (+3,17% a 1,02 euro).

L’operazione, come da concordato, è stata perfezionata con un aumento di capitale per cassa in Astaldi di 225 milioni di euro, riservato a Webuild, destinato in parte al pagamento dei debiti privilegiati e prededucibili e in parte a servizio del piano di continuità. Un passo che Webuild ha finanziato con la liquidità derivante dall’aumento di capitale interamente sottoscritto e versato a novembre 2019, da parte di Salini Costruttori, Cdp Equity, Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, UniCredit e altri investitori istituzionali.  “Un significativo pool di investitori qualificati – ha evidenziato Salini – tra cui l’imprenditore Leonardo Del Vecchio, che hanno creduto in un’iniziativa che solo un anno fa sembrava pioneristica e che invece diventa realtà”. “Sarà anche un passo fondamentale – ha detto il ceo di Unicredit, Jean Pierre Mustier – a supporto del piano di sviluppo infrastrutturale promosso dal governo per dare impulso all’economia italiana”. “Fin dall’inizio – ha sottolineato il ceo e consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina – abbiamo voluto sostenere Progetto Italia, certi che ciò avrebbe consentito la messa in sicurezza di tutta la filiera e favorito nuove opportunità in termini di posti di lavoro, soprattutto per i nostri giovani”.

Il gruppo, che realizza grandi infrastrutture complesse per mobilità sostenibile, energia idroelettrica, acqua e green building, ha inoltre l’ambizione di contribuire all’avanzamento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) dell’Onu e alla lotta ai cambiamenti climatici. “Sentiamo il dovere – ha concluso Salini – di modernizzare il Paese, sbloccando e avviando nuovi progetti in un’ottica di sostenibilità della crescita di lungo periodo, anche grazie alla straordinaria occasione dei fondi europei. Un dovere che diventa vera e propria urgenza soprattutto in questo periodo, in funzione anticiclica, per rilanciare l’economia post pandemia e dare lavoro e una nuova speranza ai giovani”.

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