International

Abusi anche con i finanziamenti europei

Quando gli abusi vengono accolti con la sottomissione,

il potere usurpatore non tarda a convertirli in legge.

Guillaume Malesherbes

L’Unione europea, tramite le sue istituzioni e strutture specializzate, assiste con dei finanziamenti molti progetti di sviluppo, dopo aver verificato e valutato le proposte presentate. Oltre ai Paesi membri dell’Unione, possono beneficiare dei finanziamenti europei anche tutti i Paesi che stanno seguendo il processo dell’adesione all’Unione europea. Dopo essere stati stanziati, la gestione di quei finanziamenti viene sempre controllata metodicamente da parte di altre strutture specializzate dell’Unione per garantire tutta la necessaria trasparenza. Dal 2007 è stato reso attivo lo Strumento di assistenza pre-adesione, noto come IPA (Instrument for Pre-Accession Assistance). Si tratta di uno strumento di finanziamenti che ha sostituito due precedenti programmi. Il primo, noto come il programma PHARE (Poland and Hungary Assistance for the Restructuring of the Economy – Assistenza per la Ristrutturazione dell’Economia in Polonia e Ungheria; n.d.a.), è stato istituito il 18 dicembre 1989, in seguito alla caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989. Il programma PHARE è stato lo strumento principale di finanziamento dell’Unione europea. Il secondo, noto come il programma CARDS (Community Assistance for Reconstruction, Development and Stabilisation – l’Assistenza Comunitaria per la Ricostruzione, Sviluppo e Stabilizzazione; n.d.a.), è stato istituito il 5 dicembre 2000 e poi reso attivo nel 2001 per assistere i Paesi dei Balcani occidentali. Il programma CARDS è stato lo strumento principale dei finanziamenti previsti e messi in atto, nell’ambito del processo della Stabilizzazione e Associazione, che i Paesi dei Balcani occidentali hanno avviato, firmando un Accordo con l’Unione europea.

Lo strumento di assistenza pre-adesione IPA serve per aiutare tutti i Paesi candidati all’adesione nell’Unione europea, o quelli potenzialmente tali, ad adattarsi ed allinearsi con le normative e i regolamenti dell’Unione. Normative e regolamenti che riguardano l’avviamento e l’avanzamento delle richieste riforme nel campo dell’economia, della politica, delle istituzioni, del sistema della giustizia ecc.. Riforme che devono garantire il funzionamento, nel Paese beneficiario, del sistema democratico, del buon governo e dello Stato di diritto, nonché il pieno ed incondizionato rispetto dei diritti dell’uomo e lo sviluppo sociale ed economico del Paese. Sempre nell’ambito dello strumento di assistenza pre-adesione IPA sono, altresì, previsti dei finanziamenti per promuovere e sostenere dei progetti di sviluppo delle aree rurali. Si tratta di finanziamenti effettuati tramite i programmi settennali IPARD (Instrument for Pre-Accession Assistance and Rural Development – Lo Strumento di assistenza pre-adesione per lo sviluppo rurale; n.d.a.). Dagli atti istituzionali risulta che i programmi IPARD si attivano nelle aree rurali dei Paesi che stanno percorrendo il processo di adesione all’Unione europea, per promuovere e sviluppare progetti nel campo dell’agricoltura e quello agroalimentare. Tramite i programmi IPARD si cerca di adattare i Paesi beneficiari con le normative dell’Unione europea nel campo agricolo. Attualmente è attivo il programma IPARD III (2021 – 2027). Tra gli obiettivi istituzionalmente confermati, da conseguire nell’ambito di questo programma, ci sono anche l’agevolazione dello sviluppo delle imprese, la loro crescita e, di conseguenza, la crescita dell’occupazione nelle aree rurali. In più si prevede anche l’aumento della competitività nel settore agroalimentare e il miglioramento dello sviluppo comunitario e del capitale sociale in quelle aree rurali dov’è attivo il programma. Un importante obiettivo dell’attuale programma IPARD III è quello di contribuire alla mitigazione, per quanto possa essere possibile, dei cambiamenti climatici e/o all’adattamento con loro. L’istituzione responsabile incaricata per la gestione del programma è la Direzione Generale della Commissione europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (The Directorate-General for Agriculture and Rural Development), nota anche come DG AGRI.

E siccome si tratta di ingenti finanziamenti stanziati dalla Commissione europea, diventa obbligatorio anche un dettagliato controllo della loro gestione in tutte le previste fasi dei progetti approvati in tutti i Paesi beneficiari. La struttura della Commissione europea responsabile di questo compito è OLAF, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (European Anti-Fraud Office), istituito nell’aprile 1999. L’obiettivo istituzionale di questa struttura è quello di “…contrastare le frodi, la corruzione e qualsiasi attività illecita, lesiva degli interessi finanziari dell’Unione europea”. OLAF effettua continuamente delle indagini specializzate e indipendenti su qualsiasi presunto e/o denunciato caso di frode e di corruzione, riguardante i finanziamenti stanziati dall’Unione europea, da parte di coloro che gestiscono i finanziamenti nei singoli Paesi e/o dai beneficiari finali. In più OLAF si impegna a “…rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni dell’Unione europea, attraverso indagini su gravi inadempimenti degli obblighi professionali da parte del personale e dei membri delle istituzioni dell’Unione europea”.

L’Albania, essendo uno dei Paesi che da molti anni ormai ha avviato il suo percorso per l’adesione all’Unione europea, ha anche beneficiato sia dei finanziamenti previsti dal programma CARDS, che di quelli dello Strumento IPA. Compresi anche i finanziamenti per lo sviluppo agricolo delle aree rurali, nell’ambito dei programmi IPARD. Ebbene, il 14 luglio scorso la Direzione Generale della Commissione europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale ha ufficialmente inviato alle istituzioni albanesi una lettera confermando la sospensione temporanea del sostegno finanziario nell’ambito dei programmi IPARD. Tra le istituzioni governative alle quali è stata inviata quella lettera c’erano anche il ministero dell’Agricoltura, il ministero delle Finanze, nonché l’Agenzia per lo sviluppo agricolo e rurale; un’istituzione quella che gestisce, a livello nazionale, proprio i finanziamenti dei programmi IPARD.  La notizia è stata resa pubblica alcuni giorni dopo, il 18 luglio scorso, da un portale informativo non controllato dal governo. E prima che venisse pubblicata la notizia, i gestori del portale informativo hanno verificato la sua veridicità tramite tre diverse fonti confidenziali. Ѐ stata contattata anche la Delegazione dell’Unione europea in Albania che ha confermato la notizia della sospensione dei finanziamenti, in seguito a delle indagini avviate dai primi mesi del 2021. Si è trattato di indagini focalizzate soprattutto sulla distribuzione dei finanziamenti a fondo perduto previsti e destinati ai beneficiari agricoltori albanesi. In più, proprio la Delegazione dell’Unione europea in Albania, il 19 luglio scorso, ha distribuito un comunicato ufficiale, con il quale si confermava che la Direzione Generale della Commissione europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale “…ha informato il governo albanese di aver preso delle misure precauzionali in base ad un’informazione iniziale diramata dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), in seguito alle indagine su delle accuse di corruzione riguardanti l’attuazione del programma IPARD II”. Nel comunicato ufficiale della Delegazione dell’Unione europea in Albania si precisava che “in via preventiva, a tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea, la Commissione europea ha temporaneamente sospeso i rimborsi alle autorità albanesi per le spese sostenute nell’ambito del programma IPARD II”. Si trattava proprio del pagamento dell’ultima richiesta di rimborso, per una somma di 450.000 euro, nell’ambito dei finanziamenti per l’agricoltura, presentata dalle autorità albanesi. Il rifiuto, come confermato dal portale informativo che ha pubblicato per primo la notizia il 18 luglio scorso, era dovuto a delle presunte irregolarità e pratiche corruttive durante la gestione dei finanziamenti europei. Nello stesso comunicato ufficiale della Delegazione dell’Unione europea in Albania, si ribadiva che “…la Commissione europea non può commentare nessuna conclusione possibile di OLAF sull’attuazione del programma IPARD II (2014 – 2020) in Albania. Le indagini di OLAF stanno continuando. Quando l’OLAF consegnerà il rapporto finale, la Commissione europea informerà le autorità albanesi e, in base alle conclusioni del rapporto, prenderà ogni successiva e necessaria misura per tutelare gli interessi finanziari dell’Unione europea”. Questo confermava il comunicato ufficiale reso pubblico dalla Delegazione dell’Unione europea in Albania il 19 luglio scorso.

La notizia è arrivata in un momento veramente difficile in cui si trovano da tempo ormai le autorità albanesi, compreso il primo ministro. Anzi, soprattutto il primo ministro che, dati e fatti accaduti, documentati e denunciati pubblicamente alla mano, risulterebbe direttamente o indirettamente coinvolto in molti scandali finanziari milionari, tuttora in corso. Chissà perché le istituzioni del sistema “riformato” della giustizia non riescono a trovare i veri e diretti responsabili di tutti questi scandali?! Il nostro lettore è stato spesso informato di una simile, preoccupante e pericolosa realtà. E, guarda caso, la notizia è arrivata e poi resa pubblica proprio mentre nella capitale albanese il primo ministro aveva organizzato un incontro con i dirigenti dei Paesi dei Balcani occidentali. Un incontro durante il quale il primo ministro albanese aveva annunciato un nuovo piano di supporto finanziario da parte dell’Unione europea per i Paesi della regione balcanica. Ovviamente anche per l’Albania. Non poteva essere un momento peggiore per rendere pubblica la notizia arrivata il 14 luglio scorso dalla Commissione europea. Ragion per cui la notizia della sospensione dei rimborsi europei, nell’ambito dei finanziamenti per l’agricoltura e lo sviluppo delle aree rurali, è stata tenuta nascosta per alcuni giorni dalle autorità albanesi che, nel frattempo, erano state informate ufficialmente dalla Direzione Generale della Commissione europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale. E l’avrebbero tenuta ancora nascosta quella notizia se non fosse stata pubblicata da quel portale informativo il 18 luglio scorso. In una simile e difficile situazione, l’unica istituzione che è stata costretta a reagire era il ministero dell’Agricoltura. Ovviamente, con la sua reazione, il ministero ha cercato di negare, o comunque, di sfumare la notizia. Con dei raggiri verbali, il ministero ha cercato di tergiversare, sostenendo che il programma di finanziamento europeo per l’agricoltura e lo sviluppo delle aree rurali non era stato sospeso (Sic!). Hanno fatto riferimento al programma di finanziamenti e non al pagamento dell’ultima richiesta di rimborso, che ammontava ad una somma di 450.000 euro, proprio nell’ambito dei finanziamenti per l’agricoltura. L’ennesima “furbizia” per sfuggire alla verità e, perciò, anche alle responsabilità istituzionali e personali.

A proposito, la ministra dell’Agricoltura il 28 aprile scorso, riferendosi proprio ai finanziamenti IPARD, dichiarava con un abominevole servilismo: “Il successo del programma IPARD ha nelle sue fondamenta gli sforzi titanici del primo ministro”! Mentre da tempo le cattive lingue parlavano di abusi dei finanziamenti europei.

Bisogna sottolineare che nella stessa lettera ufficiale, inviata il 14 luglio scorso dalla Direzione Generale della Commissione europea per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale alle autorità albanesi, non si informava solo della sopracitata sospensione dei pagamenti. Il portale informativo che ha pubblicato la notizia, ha altresì confermato che, oltre alla sospensione dei rimborsi, l’Albania potrebbe essere espulsa anche dal programma di finanziamenti IPARD III (2020 – 2027), attivo ormai da tre anni. Le cause di una simile e possibile espulsione, nel caso accadesse, sarebbero la gestione corruttiva e gli abusi dei finanziamenti europei stanziati per l’agricoltura e per lo sviluppo delle aree rurali in Albania.

Chi scrive queste righe è convinto che in Albania si sta abusando non solo del denaro dei contribuenti albanesi, la maggior parte dei quali si trova spesso in difficoltà finanziarie. Si sta abusando anche dei finanziamenti europei. E non è la prima volta. Perciò la convinzione espressa da Guillaume Malesherbes “Quando gli abusi vengono accolti con la sottomissione, il potere usurpatore non tarda a convertirli in legge” deve servire come un serio avvertimento per tutti i cittadini albanesi. Perché se no, la “legge del potere” continuerà a punirli.

Mostra altro

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio