Apparenze che ingannano
Il male mette le radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore degli altri.
Madre Teresa
L’attenzione pubblica, politica e mediatica continua ad essere focalizzata su quello che sta accadendo in Afghanistan. Anche la settimana appena passata è stata carica di avvenimenti e di sviluppi a livello locale ed internazionale. I talebani avrebbero preso il controllo del territorio. Compresa anche la Valle di Panshir, l’ultima provincia dove continuava la resistenza del Fronte della resistenza nazionale afghana. Proprio oggi, 6 settembre, riferendosi a questa pretesa vittoria, il portavoce dei talebani ha dichiarato che “…con questa vittoria il nostro Paese è completamente libero”. Non ha tardato però neanche la contestazione di questa notizia da parte dei diretti interessati: “…Le forze del Fronte nazionale della resistenza sono presenti in tutte le posizioni strategiche in tutta la valle per continuare a combattere […] Garantiamo al popolo afghano che la lotta contro i talebani e i loro alleati continuerà fino a quando non prevarranno giustizia e libertà”. Ma comunque sia, la vera realtà si verrà a sapere presto. Il portavoce ufficiale dei talebani ha di nuovo ripetuto l’annuncio che, a breve, in Afghanistan i talebani costituiranno il loro “governo islamico e responsabile”. Un nuovo governo che sarebbe “inclusivo”, ma senza la presenza delle donne. Sempre secondo fonti mediatiche risulterebbe che l’Afghanistan potrebbe adottare una organizzazione statale tale che il Paese non sarebbe né una repubblica e né un emirato. Il nuovo governo talebano avrebbe due “anime”: una religiosa e una politica. In qualche modo si tratterebbe di un modello, in chiave sunnita, simile a quello adottato in Iran dopo la rivoluzione del 1979, guidata dall’Ayatollah Khomeyni. In più oggi, 6 settembre, il portavoce dei talebani ha dichiarato che ”…i talebani vogliono buoni rapporti con il mondo”. Da precedenti dichiarazioni ufficiali e da fonti mediatiche si era venuto a sapere che i talebani stavano attuando una nuova “strategia” politica e diplomatica. Loro hanno invitato ufficialmente tutte le nazioni che hanno rapporti diplomatici con l’Afghanistan, particolarmente gli Stati Uniti d’America e i Paesi dell’Europa occidentale, a riprendere e riattivare questi rapporti interrotti dopo il 15 agosto scorso. E come si sta verificando dal 15 agosto, dopo la presa del controllo su Kabul, i talebani stanno usando un moderato, inedito e non bellicoso linguaggio mediatico. Ben diverso da quello usato in precedenza. Il tempo, che è sempre un galantuomo, testimonierà se questo nuovo approccio rappresenta una nuova mentalità, oppure è semplicemente una voluta e ingannatrice apparenza. Quanto è accaduto e testimoniato durante queste ultime settimane affermerebbe, purtroppo, la seconda ipotesi. Staremo a vedere!
La scorsa settimana l’autore di queste righe informava il nostro lettore su delle similitudini tra quanto era accaduto e sta accadendo in Afghanistan e in Albania. Ma erano soltanto alcune delle molte altre, ben evidenziate, somiglianze. Somiglianze caratteriali tra le persone che hanno avuto ed hanno delle responsabilità istituzionali e governative. Ma anche somiglianze nelle “strategie dell’esportazione della democrazia” adottate ed attuate dagli Stati Uniti d’America sia in Afghanistan che in Albania (Similitudini tra l’Afganistan e l’Albania, 1 settembre 2021).
La scorsa settimana in Albania il primo ministro ha annunciato la composizione del suo nuovo governo, il terzo, dopo la “vittoria” elettorale nelle elezioni del 25 aprile scorso. Il nostro lettore è stato informato, con la dovuta oggettività e a più riprese dall’autore di queste righe, sia prima che dopo quelle elezioni, della “strategia vincente” del primo ministro, in stretta collaborazione con la criminalità organizzata. “Strategia” che ha funzionato anche perché, guarda caso, i “rappresentanti internazionali”, presenti e molto attivi in Albania, compresi quelli statunitensi, non hanno visto, sentito e capito nulla di tutto quello che da mesi stava accadendo! Ebbene, giovedì scorso il primo ministro albanese ha ufficialmente comunicato la composizione del suo terzo governo. Ci saranno, oltre a lui e al suo vice, quindici ministri. Ci saranno soltanto tre ministri uomini, dando così a dodici donne altrettanti ministeri. E questa è l’unica somiglianza mancata con il nuovo governo afghano, la cui costituzione è stata annunciata la scorsa settimana e sarà attuata nei prossimi giorni. Una sola differenza che ha a che fare con delle diverse realtà nei rispettivi Paesi. Almeno i dirigenti afghani, però, nonostante stiano cercando di apparire diversi da quelli che erano nel 2001, non nascondono la loro mentalità fondamentalista. Mentre la scelta di apparire del primo ministro albanese si basa sulla “mentalità aperta” occidentale. Ma, fatti accaduti, documentati e testimoniati alla mano, dimostrerebbero, senza equivoci, che si tratta semplicemente di una ingannatrice apparenza. Sono e rimangono purtroppo, sempre gli stessi, sia i dirigenti talebani, che il primo ministro albanese. Nonostante le apparenze e nonostante quello che stanno cercando di fare sembrare. Sono gli stessi e/o i discendenti dei talebani che il 12 marzo del 2001 hanno barbaramente distrutto due statue colossali di Buddha, scolpite nella roccia tra il III e il V secolo nella valle di Bamiyan in Afghanistan. Ed è lo stesso primo ministro albanese che finalmente ha messo in atto un suo progetto che durava da circa venti anni. Proprio lui ha ordinato la barbara e talebana distruzione dell’edificio del Teatro Nazionale in pienissimo centro di Tirana. Una distruzione attuata vigliaccamente nelle primissime ore del 17 maggio 2020 e in pieno regime di chiusura dovuta alla pandemia da coronavirus. Il nostro lettore è stato, come sempre, informato a tempo debito di questo atto vandalico e molto significativo. In quanto alla massiccia presenza femminile nel nuovo governo albanese, tutti sanno che si tratta semplicemente di una scelta di facciata, di una “novità” mediatica e propagandistica. Perché in Albania, fatti pubblicamente noti alla mano, è convinzione diffusa che si tratta delle “marionette” manipolate dallo stesso ed unico “puparo”: il primo ministro albanese. Mentre i membri maschi del nuovo governo, tutti, primo ministro compreso, sono delle persone coinvolte in diversi scandali documentati e pubblicamente noti. In tutti i Paesi normali e democratici loro sarebbero finiti sotto inchieste giudiziarie. E ci sarebbero state tante inchieste. Veramente tante! Ma siccome il sistema “riformato” della giustizia, anche con il “beneplacito e la benedizione” dei soliti “rappresentanti internazionali” in Albania, è sotto il diretto controllo personale del primo ministro, e tramite lui, anche di certi raggruppamenti occulti locali ed internazionali, niente di tutto ciò è accaduto e potrà accadere!
La scorsa settimana l’autore di queste righe informava il nostro lettore che il primo ministro albanese si era “offerto” tra i primi, dopo il 15 agosto scorso, ad ospitare i profughi afghani. Tutto semplicemente per pura campagna propagandistica e mediatica. Perché il governo albanese, insieme con altri governi, in diverse parti del mondo, era stato contattato, alcuni mesi fa, dall’amministrazione statunitense per la sistemazione provvisoria dei profughi. Una “mossa” propagandistica quella del primo ministro albanese che ha permesso a lui di essere intervistato da diversi media internazionali. Ed era proprio quello su cui lui puntava: rendersi “mediaticamente visibile” (Similitudini tra l’Afganistan e l’Albania, 1 settembre 2021). Ma anche durante le sue interviste il primo ministro albanese ha consapevolmente mentito, mentito ed ingannato, deformando volutamente le verità storiche, per rendere le sue dichiarazioni “impressionanti” e fare colpo. Sempre cercando di mettere in evidenza il suo essere “umanitario”, la sua “magnanimità” e la sua “compassione”, ha mentito anche quando si riferiva, per esempio, agli ebrei in Albania. Proprio quegli ebrei che sono stati nascosti e protetti per non essere presi dai nazisti durante la seconda guerra mondiale in Albania. Il primo ministro, chissà perché, quegli atti di grande coraggio e di abnegazione dei semplici cittadini albanesi, che hanno messo in grande pericolo se stessi a le loro famiglie, li compara con quanto lui sta facendo in queste ultime settimane per accogliere dei profughi afghani! Quelle difficili e sofferte decisioni allora, durante la seconda guerra mondiale, sono state prese dai singoli cittadini, spinti da rispettabilissimi e molto apprezzabili sentimenti umani. Quelle decisioni non sono state prese perché richieste e/o ordinate dal primo ministro o il governo di allora. Mentre le decisioni di accogliere i profughi afghani il primo ministro albanese le ha prese personalmente, senza consultare le altre istituzioni, come previsto dalla Costituzione e dalle leggi in vigore. Si tratta di decisioni prese in totale mancanza della dovuta ed obbligata trasparenza. Tutto semplicemente per diventare, lui stesso e soltanto lui, attrattivo e visibile mediaticamente!!!
Il primo ministro albanese mente consapevolmente anche quando dichiara che l’Albania non sta prendendo finanziamenti per la sistemazione dei profughi. Mente spudoratamente! Sono tanti i dati e i fatti che lo testimonierebbero. Lo dimostra palesemente anche una dichiarazione, alcuni giorni fa, del presidente francese Macron. Parlando dei flussi dei profughi afghani, lui ha detto: “…cosa dobbiamo fare noi quando gli Stati Uniti evacuano gli afghani, che poi dopo sono stati spostati in Albania, o in altri paesi, dietro pagamento?”! Invece il primo ministro albanese, alcuni giorni fa, riferendosi a dei pagamenti, dichiarava ad un media internazionale che “…noi ci stiamo appoggiando soltanto a delle persone con un cuore ricco”!
Chi scrive queste righe avrebbe avuto, anche in questo caso, tanti altri argomenti da trattare. Con tutta probabilità lo farà nelle prossime settimane, altri attesi sviluppi politici permettendo. Egli però ricorda al nostro lettore che l’inizio di settembre segna anche due date importanti riguardo la Santa Madre Teresa. Il 4 settembre 2016 rappresenta il giorno della sua santificazione, mentre il 5 settembre 1997 rappresenta il giorno in cui la Madre ci ha lasciati. Essendo anche lei albanese, che sia la vita della Santa Madre un esempio da seguire nella sua patria d’origine. Purtroppo però, gli usurpatori del potere e delle istituzioni in Albania useranno il nome della Santa semplicemente per demagogia, per delle apparenze che ingannano. Come sempre! Si perché, come era convinta madre Teresa, “Il male mette le radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore degli altri”.