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Continua ad ingannare per coprire una grave e scandalosa realtà

I malvagi e gli imbroglioni andranno di male in peggio, seducendo ed essendo sedotti.

Dalla seconda lettera di San Paolo a Timoteo (3/13)

La scorsa settimana è stato reso pubblicamente noto il rapporto annuale del Dipartimento di Stato statunitense per l’anno 2022. E parte integrante di quel rapporto era anche il capitolo sull’Albania. Ebbene quanto si legge in quel capitolo del rapporto è diverso da ciò che cerca di far credere e di convincere il primo ministro albanese e la sua propaganda governativa. Ma anche da quanto cercava di far credere fino a poche settimane fa, prima di finire il suo mandato, l’ambasciatrice statunitense in Albania. E non poteva essere diversamente, perché lei, da quando è stata accreditata come tale purtroppo, fatti accaduti alla mano, è stata sempre una dichiarata sostenitrice del governo e soprattutto del primo ministro albanese. E così facendo ha continuamente violato quanto previsto dalla Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche. E soprattutto quanto prevede l’articolo 41, comma 1 della Convenzione in cui si stabilisce che: “Tutte le persone che godono di privilegi e immunità sono tenute, senza pregiudizio degli stessi, a rispettare le leggi e i regolamenti dello Stato accreditatario. Esse sono anche tenute a non immischiarsi negli affari interni di questo Stato”. Il nostro lettore è stato spesso informato di tutto ciò. Il contenuto però del capitolo sull’Albania del rapporto del Dipartimento di Stato, i cui dipendenti sono anche l’ormai ex ambasciatrice statunitense in Albania ed alcuni altri funzionari incaricati dei Balcani occidentali in questi ultimi anni, è ben diverso e molto critico. Chissà perché un simile sostegno al governo e soprattutto al primo ministro albanese da parte dell’ex ambasciatrice e di alcuni suoi colleghi?! Ebbene, diversamente da tutti i precedenti rapporti, quest’ultimo, reso pubblicamente noto la scorsa settimana, considera la corruzione in Albania come “sistemica” e non più come “endemica”, termine che è stato usato nei precedenti rapporti. In più si legge che “Gli investitori (stranieri; n.d.a.) rapportano frequentemente dei casi di corruzione a livello governativo che tardano o impediscono gli investimenti in Albania”. In più nel rapporto si legge che “Gli investitori stranieri considerano l’Albania come un Paese dove difficilmente si può lavorare. Loro citano la corruzione continua che comprende il settore pubblico, quello giudiziario, gli appalti pubblici, la concorrenza sleale e deformata, l’economia informale a vasta scala, il riciclaggio del denaro sporco, il continuo cambiamento della legislazione fiscale, nonché il problematico trattamento dei contratti in vigore, come le perpetue sfide per [continuare a] lavorare in Albania”. Un altro paragrafo molto critico è quello che riguarda il riciclaggio del denaro sporco. “In Albania c’è un vasto settore informale e delle attività per il riciclaggio del denaro. Il FATF (Financial Action Task Force on Money Laundering, nota anche come il Gruppo di Azione Finanziaria (GAFI); n.d.a.) ha inserito l’Albania nel suo elenco grigio nel 2020 ed il Paese continua a rimanere in quell’elenco anche nel 2023 a causa delle incapacità strategiche ad affrontare delle problematiche legate al riciclaggio del denaro”. In più la comunità degli imprenditori constata e dichiara che “…il grande flusso degli introiti illeciti provenienti dal traffico delle droghe, dal contrabbando, dall’evasione fiscale e dalla corruzione deforma la concorrenza del mercato”. Nel rapporto si evidenzia che “Le accuse sulla corruzione sono correnti e gli investitori spesso rapportano che loro sono obiettivo di abusi da parte dell’amministrazione pubblica, dei media e di gruppi criminali”. Bisogna sottolineare che questo paragrafo è stato inserito per la prima volta quest’anno nel rapporto annuale sull’Albania del Dipartimento di Stato statunitense.

Il nostro lettore è stato spesso informato, durante questi ultimi anni, anche delle preoccupazioni le quali si elencano nel sopracitato rapporto del Dipartimento di Stato. Così come è stato spesso informato delle problematiche molto preoccupanti, non solo par l’Albania, legate al riciclaggio del denaro. Si tratta di problematiche che sono state ben evidenziate anche dai rapporti annuali di MONEYVAL (nome comunemente riconosciuto al Committee of Experts on the Evaluation of Anti-Money Laundering Measures and the Financing of Terrorism – Comitato d’Esperti per la Valutazione delle Misure contro il Riciclaggio di Denaro e il Finanziamento del Terrorismo; è una struttura di monitoraggio del Consiglio d’Europa; n.d.a.) e del sopracitato FATF (Abusi e corruzione anche in tempi di pandemia, 4 maggio 2020; Realtà malavitose che preoccupano, 23 maggio 2022; Una perfida proposta in sostegno del riciclaggio dei milioni sporchi, 13 settembre 2022; Ciarlatani e corrotti di alto livello istituzionale, 19 dicembre 2022 ecc..). Bisogna evidenziare che il denaro sporco che da anni si ricicla in Albania proviene dalla ormai ben radicata e diffusa corruzione nel Paese, dall’abuso di potere dei politici corrotti, partendo dai più alti livelli istituzionali e/o di rappresentanza in Albania. Ma una grande quantità di denaro sporco, che si ricicla come se niente fosse in Albania proviene dalle attività della criminalità organizzata, sia in Albania che in altri Paesi, Italia compresa. Una simile grave, preoccupante e molto pericolosa realtà è stata evidenziata anche dalle due sopracitate e ben note organizzazioni specializzate internazionali, MONEYVAL e FATF. L’autore di queste righe informava il nostro lettore più di un anno fa che “…dal 2018 ad oggi, tutti i rapporti annuali di MONEYVAL sono molto critici con l’Albania per quanto riguarda il riciclaggio del denaro sporco”.  E poi aggiungeva che si trattava di una situazione, quella albanese, che “…invece di essere stata presa seriamente in considerazione dalle autorità, è stata ulteriormente peggiorata”. Ragion per cui “…l’Albania è stata addirittura declassata e messa nella cosiddetta “zona grigia”. Il che significava che l’Albania doveva rimanere “sorvegliata e sotto un allargato monitoraggio”. Secondo quanto previsto dalle normative che regolano il funzionamento di MONEYVAL, si stabilisce che “Gli Stati possono essere messi sotto sorveglianza allargata nel caso in cui si identificano delle serie incompatibilità con gli standard. […] L’Albania, anche secondo l’ultimo rapporto ufficiale del MONEYVAL per il 2021 e pubblicato nel marzo scorso, dopo le apposite verifiche fatte dal FATF, continua ad essere nella sopracitata ‘zona grigia!” (Realtà malavitose che preoccupano; 23 maggio 2022).

In Albania il mese di luglio, oltre alle giornate caldissime ed afose, come in tutti gli altri paesi circostanti del Mediterraneo, è stato “caldissimo” anche per gli sviluppi clamorosi legati allo scandalo milionario dei tre inceneritori. Uno scandalo, quello, sul quale il nostro lettore è stato informato durante queste ultime settimane e che continua ad attirare tutta l’attenzione politica, mediatica e dell’opinione pubblica, nonostante tutti gli sforzi diversi del primo ministro e della propaganda governativa per tergiversarla. Il nostro lettore veniva informato due settimane fa che “Quanto sta accadendo in questi ultimi giorni in Albania testimonierebbe alcuni fatti importanti e, allo stesso tempo, molto preoccupanti. Risulterebbe, documenti e denunce rese pubbliche alla mano, che il governo albanese stia funzionando come un gruppo criminale ben strutturato. In più risulterebbe che il primo ministro, per salvare se stesso da scandali milionari che lo vedono direttamente e/o indirettamente coinvolto, […], stia “sacrificando” uno dopo l’altro, molti dei suoi “amici” e “stretti collaboratori”. Risulterebbe altresì e purtroppo che lui, il primo ministro albanese […], per riuscire in tutto questo si serva delle istituzioni del sistema “riformato” della giustizia che controlla personalmente, e/o chi per lui, con un pugno di ferro.” (Governo che funziona come un gruppo criminale ben strutturato; 17 luglio 2023). Mentre la settimana scorsa il nostro lettore è stato informato su clamorosi fatti accaduti e che stavano accadendo, legati allo scandalo degli inceneritori. Scandalo che sta dimostrando inconfutabilmente chi sono i veri ideatori, attuatori, proprietari e beneficiari dei tre inceneritori che dal 2015 stanno “bruciando” solo milioni di denaro pubblico. Riferendosi proprio allo scandalo dei tre inceneritori, l’aurtore di queste righe scriveva che si tratta di “…Uno scandalo tramite il quale coloro che lo hanno ideato e messo in atto hanno abusato dei soldi pubblici. Da una provvisoria valutazione finanziaria risulterebbero sperperati milioni in uno dei Paesi più poveri dell’Europa. Ma […] risulta che tutti e tre gli inceneritori non sono in funzione. Mentre per quello della capitale, nonostante non sia stato mai costruito, si pagano dei milioni, come se stesse bruciando i rifiuti. Invece sta “bruciando” tantissimi soldi pubblici ogni giorno”. In seguito l’autore di queste righe aggiungeva che “…Nel frattempo il primo ministro sta facendo di tutto per far sembrare e convincere tutti che lui è incolpevole. Cioè che lui, il puro, l’innocente “saggio e visionario”, l’incolpevole dirige purtroppo e a sua insaputa una banda di colpevoli che abusano del potere, della “ingenuità” e della fiducia che il primo ministro ha avuto per loro. Ma comunque sia, il primo ministro non deve più esercitare questo importante incarico istituzionale. O perché lui è cosi “ingenuo” che con la sua “ingenuità”, che è anche incapacità, non merita di fare il primo ministro. Oppure perché lui mente ed inganna e perciò non deve più fare il primo ministro. Le cattive lingue sono convinte che lui menta” (Inganna per non ammettere che è il maggior responsabile; 24 luglio 2023).

E mentre tutta l’attenzione dell’opinione politica, mediatica e pubblica era attirata dallo scandalo degli inceneritori, altre cose gravi sono accadute ed altri scandali sono resi noti. Alla fine della prima settimana di luglio famigliari stretti di un deputato ed “amico” del primo ministro hanno assalito ed aggredito con spranghe delle persone che avevano denunciato spesso ed invano abusi con esplosioni da loro fatti in una cava vicino alle loro abitazioni. Si tratta di persone, riferendosi ai famigliari del deputato ed “amico’ del primo ministro, con una ben nota attività criminale, ma mai però condannati dal sistema “riformato” della giustizia. Chissà perché?! Dopo quella barbara aggressione attuata dai suoi famigliari, al deputato che non ha mai preso la parola nell’aula del parlamento è stato “consigliato” di consegnare il suo mandato. In seguito e siccome quanto era accaduto ha causato una forte indignazione e reazione pubblica, il primo ministro è stato costretto a destituire il ministro degli Interni. Ma quello che ha fatto subito scalpore è stata la scelta del successore del ministro destituito. Si trattava del capo del gruppo parlamentare del partito/clan del primo ministro, una persona a lui “fedele”, per quanto un leccapiedi possa essere fedele. Ma soprattutto ha fatto scalpore perché lui, la persona scelta, fatti documentati e denunciati alla mano, è molto legato a certi gruppi della criminalità organizzata. Ebbene dal 13 luglio lui è diventato il nuovo ministro degli Interni! In seguito, per dare credito all’appena nominato ministro, non poteva mancare una nuova messinscena ideata dal primo ministro e/o da chi per lui ed attuata dalle istituzioni del sistema “riformato” della giustizia. Il 26 luglio scorso sono state arrestate alcune persone legate alla criminalità organizzata. Due di loro parte delle strutture della Polizia di Stato. Un altro, anche lui legato alla criminalità organizzata, era stato dichiarato precedentemente dal primo ministro “imprenditore strategico”. Persone che però, durante le elezioni amministrative del 14 maggio scorso, hanno portato molti voti per il partito/clan del primo ministro. Bisogna sottolineare che l’arresto di quelle persone e di altre che sono riuscite a “fuggire in tempo” era stato chiesto più di un anno fa dalle strutture della giustizia della Francia, del Belgio e dell’Olanda e mai eseguito dalle strutture del sistema riformato della giustizia in Albania. Chissà perché?!

Chi scrive queste righe è convinto che il primo ministro albanese continua ad ingannare per coprire una grave e scandalosa realtà della quale lui è il diretto responsabile. Nel frattempo i malvagi e gli imbroglioni [come lui] andranno di male in peggio, seducendo ed essendo sedotti.

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