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Da porta a porta

In molte occasioni gli uomini sono stati truffati da altri uomini…

Bruno Vespa

“24 ore da televisione a televisione e da giornale a giornale”. Così scriveva il primo ministro albanese l’indomani di un strano e insolito soggiorno in Italia. Lui è partito dall’Albania il 5 marzo scorso, prendendo il volo per arrivare a Roma. Ma non per qualche incontro ufficiale con i suoi omologhi. E neanche per partecipare a qualche vertice o conferenza internazionale. No. Lui è uscito dall’edificio del Parlamento, messo in stato d’assedio e circondato da ingenti forze di polizia e speciali, perché i cittadini stavano protestando di nuovo contro il malgoverno, e si è diretto in fretta e furia verso l’aeroporto per prendere il volo verso Roma. Degli abili e facoltosi “amici intermediari” gli avevano procurato alcuni spazi televisivi, per “togliere il fango dall’immagine dell’Albania”, come ha detto lui. Chissà però chi ha buttato quel fango addosso all’Albania…

Sia per protocollo che per usanza un capo di Stato, oppure un primo ministro, tranne in rari casi imprevisti e/o di una determinata gravità, viene intervistato dai media nel suo paese. Salvo il caso in cui quella massima autorità statale non si trovi in un altro paese per cause ufficiali. Nonostante siano di due stature ben diverse, ma così è stato anche con il presidente Macron, intervistato precedentemente a Parigi da Fabio Fazio per la sua trasmissione “Che tempo che fa”, andata in onda il 3 marzo scorso. E così è stato sempre. Però il caso del precipitoso spostamento a Roma del primo ministro albanese diventa ancora può scandaloso perché la prima e la più importante apparizione televisiva è stata programmata e trasmessa in un insolito periodo, scarsamente seguito dal pubblico televisivo. Ospite di Bruno Vespa a “Porta a porta”, al primo ministro era riservata l’ultima parte della trasmissione, dopo mezzanotte. Il solo fatto di aver accettato un simile accordo e trattamento per niente dignitoso denuncia la grande difficoltà personale in cui lui si trova. Ma ad ognuno quello che realmente si merita!

Che il primo ministro si trovi in una situazione grave, istituzionalmente e personalmente parlando, ormai lo sanno tutti. Sia in Albania che nelle cancellerie europee ed oltreoceano. Una situazione maturata giorno per giorno e da alcuni anni ormai. E non poteva essere altrimenti. Perché lui, consapevolmente aveva fatto la sua scelta, mentre chiedeva, nel 2013, il suo primo mandato come primo ministro. Aveva scelto di mentire spudoratamente con tutte le sue promesse elettorali allora per ingannare gli albanesi. Promesse mai mantenute in seguito. E per giustificare le precedenti inventava altre bugie e altre promesse, regolarmente mai mantenute, entrando così in un grave circolo vizioso. Aveva scelto di collaborare e condividere il potere con la criminalità organizzata, in cambio di voti, di tanti voti che gli hanno permesso, sia nel 2013, ma soprattutto nel 2017 di avere/riavere il mandato. Fatto dimostrato senza ambiguità le scorse settimane da alcune indagini dei media internazionali, compresa una, trasmessa a metà febbraio dal TG2 della RAI. Il primo ministro albanese aveva scelto di guadagnare miliardi per poi usarli per mantenere il potere, senza badare agli scandali, alla corruzione, al riciclaggio del denaro sporco e a tanto altro. Lo dimostra anche il rapporto ufficiale per il 2018 del Moneyval (Comitato degli esperti del Consiglio d’Europa per la valutazione delle misure anti-riciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo). In quel rapporto si scrive che “l’Albania è stata messa sotto sorveglianza intensiva”. Per poi analizzare tutto e di nuovo nella sessione plenaria del 2019 di Moneyval. E non poteva essere altrimenti in un paese in cui si valuta che circa un terzo del PIL proviene dal traffico illecito delle droghe. E dove il 79% degli albanesi tra i 15 e i 29 anni vuol lasciare per sempre il paese, secondo un rapporto Gallup dell’autunno 2018. E sono state proprio le consapevoli scelte del primo ministro a portarlo, inevitabilmente, in simili grosse difficoltà istituzionali e personali. Ragion per cui adesso, disperatamente, cerca di aggrapparsi a qualsiasi opportunità. Anche ad uno spazio televisivo dopo mezzanotte a “Porta a porta”.

Tornando alla trasmissione di Vespa del 5 marzo scorso, oltre alla tarda ora dell’intervista, ha attirato l’attenzione anche la scelta degli ospiti. Erano in tre. Un giornalista italiano che molto probabilmente sapeva ben poco di quello che succede veramente in Albania e che, più della realtà albanese, parlò della Russia e dell’Iran. Poi c’era un imprenditore italiano che opera in Albania, con un modesto giro d’affari dichiarato e che forse vorrebbe avere il “sostegno” del primo ministro, se non c’è l’ha già, per aumentare il suo tornaconto. Poi, la ciliegina sulla torta, c’era anche un amico personale del primo ministro. Amico che procura al primo ministro, come ha dichiarato quest’ultimo, dei voli personali su aerei privati! (In casi simili, alcuni ministri e/o primi ministri europei hanno rassegnato le loro dimissioni.). Gli ospiti, almeno gli ultimi due, erano lì semplicemente per fare delle sviolinate al primo ministro in cerca di supporto. Come mai non era stato invitato nessuno che non la pensava come lui?! Rispettando così tutti i canoni del serio giornalismo in casi del genere. E, come se non bastasse tutto ciò, coloro che hanno la responsabilità della trasmissione “Porta a porta” hanno censurato anche un’intervista del capo dell’opposizione albanese, precedentemente registrata a Tirana e prevista come l’unica voce contraria. Lo ha denunciato quest’ultimo, evidenziando anche che l’accordo con la redazione è stato per un determinato spazio televisivo che, inspiegabilmente, è stato censurato e accorciato in seguito per circa il 40% del suo contenuto. Tutto ciò mentre i cittadini italiani pagano il canone RAI e, tra l’altro, hanno il diritto di pretendere come mai vengano fatte scelte del genere dagli autori della trasmissione “Porta a porta”.

Il primo ministro poi, l’indomani, ha proseguito con alcune altre e simili interviste televisive. Con un solo obiettivo: curare e migliorare la sua immagine personale, facendo finta di “curare l’immagine rovinata dell’Albania”. Mentendo di nuovo da noto e recidivo imbroglione qual è, ha cercato di dare la colpa a tutti riguardo alla grave e precipitosa realtà in cui si trova attualmente l’Albania. Intanto il vero responsabile, almeno istituzionalmente, è proprio lui, il primo ministro. Trovandosi ormai di fronte ad un crescente malcontento popolare, espresso pubblicamente negli ultimi mesi dalle continue e massicce proteste, tuttora in corso. La prossima prevista per il 16 marzo prossimo. Sono proprio queste proteste che dimostrano meglio delle parole del primo ministro e delle sviolinate degli ospiti dopo mezzanotte a “Porta a Porta” del 5 marzo scorso, la vera, vissuta e sofferta realtà albanese.

Chi scrive queste righe vuole sinceramente credere che Vespa abbia fatto tutto ciò in buona fede e che sia stato vittima di disguidi e di inganni, avendo subito, come lui stesso aveva detto precedentemente e per altre ragioni. E cioè che “In molte occasioni gli uomini sono stati truffati da altri uomini…”. Anche da coloro che, come il primo ministro albanese, bussano porta a porta e cercano di ingannare gli altri. Tutti gli altri. A tutti vale l’ammonimento di Cicerone “Farsi ingannare una volta è scocciante, due sciocco, tre turpe”.

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