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Dopo una protesta

Finché non diverranno coscienti della loro forza, non si ribelleranno e,
finché non si ribelleranno, non diverranno coscienti della loro forza.

George Orwell

Era stata annunciata il 21 gennaio scorso, dopo una riunione dei rappresentanti dei partiti dell’opposizione. E subito dopo le strutture di quei partiti hanno cominciato ad organizzare tutto. L’obiettivo era quello di garantire quanto più partecipanti per una protesta massiccia e pacifica da svolgersi a Tirana. La data prestabilita era il 16 febbraio.

Erano ormai dei lunghi mesi, dall’aprile 2018, che l’opposizione non aveva organizzato alcuna importante protesta. Da quel periodo però sono paurosamente aumentati gli scandali governativi. E, di pari passo, aumentava anche l’irresponsabilità istituzionale e personale, nonché l’arroganza e le spudorate bugie del primo ministro e dei suoi leccapiedi che cercavano di nascondere quanto accadeva. Per tutta l’estate scorsa, diversi alti rappresentanti dell’opposizione avevano dichiarato, a più riprese, che da settembre dovevano cominciare le proteste inarrestabili contro tutte le malefatte del primo ministro e del suo governo. Le ragioni erano tante e tutte convincenti. L’autore di queste righe, in quel periodo scriveva (Patto Sociale n.322): “Sarà tutto da vedere. Forse coloro che dirigono l’opposizione hanno beneficiato di un lungo periodo di “ritiro spirituale” estivo e porteranno a termine questa azione politica. Sarà anche la loro sfida, con tutte le conseguenze. Si vedrà, ormai è già settembre!”. E purtroppo niente è accaduto nei mesi successivi.

Nel frattempo le ragioni per protestare contro il primo ministro e il suo governo sono soltanto aumentate. Negli ultimi mesi tanti gravi scandali governativi milionari si sono susseguiti gli uni agli altri. Scandali che, alla fine, hanno costretto il primo ministro a cambiare, il 5 gennaio scorso, la maggior parte dei ministri. Mentre era lui che doveva dimettersi e allontanarsi per primo. Una disperata mossa quella del primo ministro, per “gettare acqua sul fuoco”. Su quel fuoco acceso, più di un anno fa, dalla protesta per difendere dalla demolizione abusiva il Teatro Nazionale e poi dopo dalle proteste degli studenti, degli abitanti di un quartire della capitale e altre ancora, in diverse parti del paese. Tutte proteste che hanno scoperto clamorosi scandali governativi, nei quali era coinvolto direttamente, almento istituzionalmente, lo stesso primo ministro. E per sfuggire alle sue responsabilità lui ha scaricato, come sempre, la colpa sui suoi ministri. E li ha sostituiti con altre persone venute dall’anonimato con l’unico “valore”: quello di ubbidire ciecamente ai suio ordini e di fare il prestanome.

Il 16 febbraio scorso i cittadini sono scesi in piazza numerosi. È stata una partecipazione molto significativa e, in qualche modo, anche inattesa. Perché sono state veramente tante le delusioni avute precedentemente dai dirigenti dell’opposizione in eventi simili. Soprattutto dopo il grande e clamoroso tradimeto di tutte le aspettative e della fiduacia data dai cittadini durante i tre mesi della “Tenda della Libertà”. Tradimento sancito dal famigerato accordo, mai reso trasparente, tra il capo dell’opposizione e l’attuale primo ministro il 18 maggio 2017, dopo tre mesi di crescente e convincente protesta. Accordo che ha garantito un mese dopo all’attuale primo ministro un secondo mandato. E non è stato, purtroppo, l’unico caso. Perché in seguito ci sono state anche altre continue delusioni, evidenziate costantemente e a più riprese, fino a questi giorni (Patto Sociale n.255; 262; 268; 274, 277, 280; 291; 296; 300; 324 ecc..).

Però era ed è talmente grande e crescente l’irritazione e il disaccordo dei cittadini con la diffusa corruzione governativa, l’allarmante connivenza dei massimi livelli della politica con la criminalità organizzata, il continuo impoverimento della popolazione e tante altre malefatte del primo ministro e del suo governo, che hanno spinto i cittadini a scendere in piazza sabato 16 febbraio a Tirana. Superando così anche le delusioni causate dai dirigenti dell’opposizione. Superando, allo stesso tempo, anche le paure che cercava di diffondere nell’opinione pubblica la propaganda governativa, che ha fatto di tutto perché la protesta venisse boicottata dai cittadini, in un momento di profonda difficoltà per il primo ministro. Facendo uso, oltre ai media controllati, anche delle dichiarazioni ufficiali della polizia di Stato che si riferivano ad azioni violente durante la protesta, causate da persone pericolose, conosciute dalla polizia. Tutto per dissuadere i cittadini, delusi e arrabbiati, a partecipare all’indetta protesta del 16 febbraio. Le cattive lingue si chiedevano, in questi giorni, se la polizia li conosce, allora perché non li arresta, o almeno non neutralizza quelle “persone pericolose”? Per compiere, in questo modo, il suo dovere e obbligo istituzionale. Oppure stava programmando di fare uso di infiltrati e provocatori per “sporcare” la protesta e farla diventare “violenta”? Così si chiedevano le cattive lingue durante questi giorni.

La protesta, di fronte all’edificio del Consiglio dei Ministri, è durata circa cinque ore. E’ cominciata con un gesto simbolico. Alcuni giovani hanno offerto dei fiori ai poliziotti, in file serrate, davanti all’edificio. Fiori che sono stati fermamente rifiutati. Poi, dopo che la protesta è ricominciata, alcuni manifestanti hanno superato le file serrate dei poliziotti e si sono diretti verso l’ingresso dell’edificio. Un ingresso bloccato appositamente da alcune impalcature di tubi metallici e di reti. I manifestanti (oppure infiltrati/provocatori?!) hanno cercato di aprire le porte, facendo uso di tubi e altro, staccati dalle impalcature. Subito dopo, dall’alto, alcuni poliziotti hanno lanciato granate di gas e hanno sparato con proiettili di gomma. Queste scene si sono ripettute diverse volte. Mentre i poliziotti stavano immobili e non reagivano per impedire agli “assalitori” di continuare con i loro “atti di violenza”. Sembrava più uno scenario ben ideato ed attuato che altro. E se così sia stato, ci sono riusciti. Perché subito la propaganda governativa, in pieno svolgimento della protesta, ha parlato di una protesta violenta. Purtroppo a queste insinuazioni, si sono aggiunte anche alcune dichiarazioni, nelle reti sociali e “in diretta”, di alcuni ambasciatori. Uno di essi, messo alle strette dai commenti, ha poi “cambiato” versione, contraddicendo se stesso.

A protesta conclusa una cosa è stata certa e nessuno può/potrà testimoniare il contrario. Propaganda governativa e alcuni ambasciatori compresi. E cioè che in realtà non c’è stato nessuno scontro e/o atto di violenza tra i protestanti e la polizia durante tutto il tempo della protesta.

La protesta continuerà giovedì 21 febbraio. Nel frattempo il capo dell’opposizione ha dichiarato ieri che i deputati del suo partito, il più grande dell’raggruppamento, rassegneranno i loro mandati da deputato. Bisogna vedere cosa faranno gli altri partiti. Un atto che potrebbe dare vita ad altri scenari e svolgimenti della protesta. Protesta che dovrebbe continuare fino al raggiungimento degli obiettivi preposti. Perché i dirigenti dell’opposizione hanno dichiarato a più riprese che questa volta non indietreggeranno senza l’allontanamento del primo ministro e la caduta del governo. O si allontanerà il primo ministro, oppure si allontaneranno loro stessi! Rimane tutto da vedere. Che sia la volta buona!

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