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Due pesi e due misure

Doppio peso e doppia misura, sono due cose che il Signore aborrisce

Da “Proverbi di Salomone; 20/10”

Sì, il Signore aborrisce, detesta tutti coloro che volutamente usano criteri diversi per valutare simili situazioni. Lo conferma quanto è stato scritto nel Libro dei Proverbi di Salomone (Pv. 20/10): “Pondus et pondus, mensura et mensura, utrumque abominabile apud Deum”. Lo stesso messaggio biblico si conferma anche nel Libro del Deuteronomio (Dt. 25; 13-15): “Non avrai nel tuo sacchetto due pesi diversi, uno grande e uno piccolo. Non avrai in casa due tipi di efa (l’unità ebraica di misura; n.d.a.), una grande e una piccola. Terrai un peso completo e giusto, terrai un’efa completa e giusta, perché tu possa avere lunga vita nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà, poiché chiunque commette tali cose, chiunque commette ingiustizia è in abominio a Signore”.

In questo periodo di pandemia, sono tante e spesso inattese, le serie ed urgenti problematiche da affrontare e risolvere, problematiche, con le quali si stanno confrontando i governi e le istituzioni specializzate in tutto il mondo. In questo periodo sono state prese delle decisioni difficili. Sono state attuate anche molte misure insolite e restrittive, che hanno coinvolto centinaia di milioni di cittadini in tutti i continenti. Misure che spesso, riferendosi al rispetto delle libertà e dei diritti umani in alcuni paesi, sono al limite dell’intollerabile. E si tratta proprio di quelle libertà e di quei diritti previsti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti umani e dalla Convenzione europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libertà fondamentali. Diritti e libertà sancite anche dalle Costituzioni dei singoli paesi. Tranne nelle dittature.

Il Consiglio d’Europa, riferendosi a quanto è accaduto e sta accadendo in molti paesi europei in questo periodo di pandemia, il 7 aprile scorso ha pubblicato un Documento informativo intitolato “Il rispetto della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti dell’uomo, nell’ambito della crisi sanitaria del COVID-19”. L’obiettivo di questo documento è quello di informare ed istruire le istituzioni che hanno potere decisionale in tutti i paesi membri del Consiglio d’Europa, per meglio affrontare la crisi. Ma, allo stesso tempo, di non violare neanche i principi base della democrazia, dello Stato di diritto e di rispettare i diritti innati e fondamentali dell’uomo. E non a caso. Perché durante questi ultimi mesi, sono state verificate delle tendenze totalitaristiche da parte di alcuni dirigenti anche in determinati paesi europei. Preoccupato da questi sviluppi, il Consiglio d’Europa ribadisce che “La principale sfida sociale, politica e legale con la quale si affronteranno i nostri Stati membri, sarà la loro capacità di rispondere con efficacia a questa crisi, garantendo, allo stesso tempo, che le misure che verranno prese non violino […] i valori fondamentali dell’Europa riguardo la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti dell’uomo”. Ma per evitare ed impedire ogni tipo di abuso con il potere conferito, si avverte che “Ai governi non si deve dare ‘carta bianca’ dai parlamenti, per prendere qualsiasi tipo di misura”. Ogni competenza che i parlamenti delegano ai governi deve solo e soltanto “abbassare il pericolo dell’abuso da parte dei governi”. Il sopracitato documento, tra l’altro, considera come molto importante la libertà dei media, ragion per cui si ribadisce che i governi. “…hanno il dovere di garantire, durante tutto lo stato dell’emergenza, la libertà dei media ad aver accesso alle informazioni ufficiali”. E anche che i governi “…non devono usare le misure dell’emergenza per chiudere la bocca ai giornalisti critici, oppure agli oppositori politici”.

Il 30 marzo scorso, il Parlamento ungherese ha approvato una legge dando pieni poteri al primo ministro per combattere il coronavirus. In base a quella legge a lui sono stati conferiti poteri straordinari senza limiti di tempo. Diritti e poteri che permettono al primo ministro di chiudere anche il Parlamento e/o di cambiare o sospendere leggi esistenti. Il Parlamento ungherese ha dato così “carta Bianca” al primo ministro, il quale potrà ormai e fino a quando deciderà lui, governare liberamente per decreto, da solo e senza essere impedito da nessuno!

Sono state diverse e immediate le reazioni da parte delle massime autorità dell’Unione europea e di altre istituzioni internazionali. Reazioni che esprimevano la massima preoccupazione per quella decisione del parlamento ungherese e per le probabili conseguenze. All’inizio di marzo il Consiglio Europeo aveva programmato un richiamo per l’Ungheria, avvertendo che non avrebbe tollerato un “indefinito e incontrollato stato di emergenza che non garantisce i principi base della democrazia”. Mentre il Consiglio d’Europa ha avvisato che “uno stato d’urgenza indefinito e incontrollato non può garantire il rispetto dei principi fondamentali della democrazia”.

L’8 aprile scorso la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha ordinato alla Polonia di sospendere immediatamente l’attività della Camera Disciplinare, accogliendo la richiesta della Commissione europea. La Camera era stata costituita nel 2017 per trattare i casi disciplinari contro i giudici. Ma secondo la Commissione europea, tramite la Camera Disciplinare il governo polacco poteva controllare la magistratura, parte del sistema della giustizia. Il che, secondo la Commissione europea, potrebbe mettere in pericolo l’indipendenza del potere giuridico in Polonia.

Le reazioni delle massime autorità dell’Unione europea, nel caso dell’Ungheria, e la delibera della Corte di Giustizia dell’Unione europea, nel caso della Polonia, esprimono la preoccupazione reale delle strutture dell’Unione europea, riferendosi alla violazione delle libertà e dei diritti previsti. Cosa che non è successa, però e purtroppo, nel caso dell’Albania. È vero che l’Albania non è un paese membro dell’Unione, ma dal 1995 l’Albania è membro del Consiglio d’Europa. Poi, il 26 marzo scorso, il Consiglio europeo ha deciso però l’apertura dei negoziati per l’adesione all’Unione europea! Il nostro lettore, durante tutte queste settimane, è stato informato di questa decisione e di tutte le sue preoccupanti conseguenze. Così com’è stato informato spesso, e a tempo debito, della galoppante e ben radicata corruzione a tutti i livelli, della connivenza dei massimi rappresentanti politici e/o istituzionali con la criminalità organizzata e certi raggruppamenti occulti internazionali, nonché dell’abuso continuo del potere conferito, a scapito dei cittadini e della cosa pubblica, anche in questo periodo di pandemia. In Albania, dati e fatti accaduti e pubblicamente denunciati alla mano, il primo ministro controlla personalmente, oltre al potere esecutivo e quello legislativo, anche il potere giudiziario. Soprattutto in questi mesi. La riforma del sistema di giustizia e l’operato della Commissione Indipendente di Qualifica, una struttura simile alla Camera Disciplinare polacca, sono una “storia di successo” per i massimi rappresentanti della Commissione europea. Invece, sempre dati e fatti accaduti pubblicamente denunciati alla mano, purtroppo si tratta di una riforma volutamente fallita. Lo testimonia, tra l’altro e soprattutto, il non funzionamento, da più di due anni, della Corte Costituzionale, con tutte le gravi e derivate conseguenze.

A chi scrive queste righe, lo spazio non gli permette di presentare al nostro lettore tanti altri argomenti che dimostrerebbero, nel caso dell’Albania, l’operato con due pesi e due misure da parte dei massimi rappresentanti dell’Unione europea. Egli è comunque convinto che purtroppo in Albania sta accadendo proprio quello che teme il Consiglio d’Europa. Essendo però altrettanto convinto che tutto ciò accade anche grazie al modo di operare con due pesi e due misure delle istituzioni europee. E l’Albania ne rappresenta un caso molto significativo ed eloquente. A tutti ricorda però che usare doppio peso e doppia misura sono due cose che il Signore aborrisce.

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