International

Influenze di un potere occulto

Quanto più grande il potere, tanto più pericoloso l’abuso.

Edmund Burke

Il 1o marzo scorso a Bruxelles si è svolta l’undicesima riunione del Consiglio di Stabilizzazione e Associazione tra l’Unione europea e l’Albania. Alla fine della riunione si è tenuta anche una conferenza stampa. Dalle dichiarazioni, sia dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza che del Commissario per la Politica di Vicinato e i Negoziati per l’Allargamento della Commissione europea, si è capito subito, però, che si stava continuando con le stesse frasi “zuccherate”. Frasi che purtroppo non hanno niente a che vedere con la vera realtà albanese. Proprio con quella grave realtà, vissuta e sofferta ogni giorno dai semplici cittadini. In sostanza, rimangono sempre le stesse dichiarazioni fatte e rifatte, dal 2014 in poi, dai massimi rappresentanti della Commissione europea, che si riferiscono ad una realtà immaginaria, identica a quella che, dal 2013, stanno sfornando continuamente il primo ministro albanese e la sua propaganda governativa e mediatica. Si tratta di dichiarazioni che, nella migliore delle ipotesi, rappresenterebbero semplicemente una superficialità ingiustificabile nella conoscenza e nella descrizione di quello che realmente accade quotidianamente in Albania. Si tratta di dichiarazioni che rappresenterebbero anche un forzato tentativo di coprire quello che si doveva fare e che, però, non è stato fatto dai rappresentanti della Commissione europea, sia a Bruxelles che in Albania. Purtroppo, sarebbero dei ragionevoli e convincenti indizi i quali indurrebbero a pensare che dietro quelle continue dichiarazioni “zuccherate” dei massimi rappresentanti della Commissione europea, con le quali si applaude il successo del percorso europeo dell’Albania, ci siano degli interventi lobbistici profumatamente pagati da parte dei diretti interessati in Albania. Quanto è accaduto e continua ad accadere, indurrebbe a pensare,che tutto potrebbe essere dovuto a delle dirette influenze di un potere occulto internazionale, che spesso oltrepassa gli oceani. Un potere reale quello, di cui beneficiano, come riconoscimento e compenso per i servizi resi, anche alcuni dirigenti autocrati nei Balcani. Compreso il primo ministro albanese. Tra l’altro, le stesse decisioni prese dal Consiglio europeo sull’Albania, dal 2014 in poi, rappresentano delle ulteriori ed inconfutabili prove, che evidenziano chiaramente le vistose incongruenze nelle dichiarazioni dei massimi rappresentanti della Commissione europea sulla realtà Albanese. E sono state proprio le ferme e ben argomentate convinzioni di non pochi capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell’Unione che hanno bloccato il percorso europeo dell’Albania per non aver adempito i propri obblighi. Obblighi ai quali, oltre a quelli normalmente richiesti a tutti i Paesi che mirano all’adesione all’Unione europea, si sono aggiunti altri, noti ormai come delle condizioni sine qua non, posti specificatamente all’Albania dal Consiglio europeo. Purtroppo, quelle condizioni sono aumentate con il tempo. Da cinque che erano nel 2014 sono diventate ben quindici, come reso noto dopo il vertice del marzo 2020 del Consiglio europeo.

Durante la sopracitata conferenza stampa, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza ha dichiarato che l’Albania rappresenta “…un modello per la regione”. Per poi specificare, sempre riferendosi all’Albania, che è “…un esempio nei Balcani e che  non possiamo dirlo per tutti i Paesi dei Balcani occidentali”. Ribadendo anche che “…ci siamo congratulati con l’Albania per la sua insistenza ad andare avanti con le riforme”. Che qualcuno informi però l’Alto rappresentante dell’Unione europea, fatti accaduti e che stanno accadendo alla mano, che la vera, vissuta e sofferta realtà albanese, purtroppo, è tutt’altra e ben peggiore di quella descritta da lui durante la conferenza stampa a Bruxelles, il 1o marzo scorso.

Sempre durante quella conferenza stampa, all’Alto rappresentante è “sfuggita” però anche una piccola contraddizione logica, che non era in sintonia con la situazione “tutta rose e fiori” da lui descritta precedentemente. Si, perché, riferendosi alle elezioni politiche del 25 aprile prossimo in Albania, ha sottolineato “…la necessità che tutti [i partiti] facciano l’impossibile perché nelle liste dei candidati vi siano delle persone con integrità.”. E si riferiva proprio all’integrità morale e alla fedina penale dei candidati. Evidenziando così uno dei reali e preoccupanti problemi di questi ultimi anni in Albania. Ragion per cui, il 17 dicembre 2015, con l’insistenza dell’opposizione e con l’assistenza delle istituzioni specializzate internazionali, comprese anche quelle dell’Unione europea, il Parlamento albanese approvò la cosiddetta legge sulla decriminalizzazione della politica e dell’amministrazione pubblica. Il nostro lettore, da anni ormai, è stato informato su questo argomento. L’autore di queste righe, riferendosi proprio alle peripezie affrontate prima dell’approvazione della legge, alcuni anni fa scriveva (Non potete dire più che non lo sapevate; 22 febbraio 2016): “…All’inizio il primo ministro e la propaganda governativa hanno cercato, con tutti i modi e mezzi, di ostacolare e di ridicolizzare quest’iniziativa. Il fatto diventò internazionale, coinvolgendo le istituzioni dell’Unione Europea e degli Stai Uniti. Grazie al loro impegno, il 24 dicembre 2014 c’è stato un primo accordo bipartisan, per arrivare poi, sempre alla vigilia del Natale 2015 all’approvazione della legge, conosciuta come la legge sulla decriminalizzazione”. E, da quanto ormai è accaduto e pubblicamente noto, risulta che il partito del primo ministro ha avuto come deputati in Parlamento, come sindaci e come alti funzionari dell’amministrazione pubblica non poche persone con precedenti penali!

Durante la stessa conferenza stampa, il Commissario per la Politica di Vicinato e i Negoziati per l’Allargamento della Commissione europea, riferendosi allo spinoso problema delle elezioni, ha detto: “…abbiamo espresso la speranza che saranno libere e oneste”. Basterebbe soltanto questa affermazione “speranzosa” per capire la vera realtà in Albania! Allora come potrebbe essere possibile che, allo stesso tempo, un simile Paese, dove si mette in dubbio lo svolgimento delle elezioni “libere ed oneste”, meriterebbe anche tutte quelle dichiarazioni “zuccherate” e gli “applausi di successo” espresse non soltanto durante la conferenza stampa del 1o marzo scorso, ma anche,  ufficialmente, in tutti i Rapporti della Commissione europea, dal 2014 in poi?!

Il 4 marzo scorso, la Commissione per gli Affari esteri del Parlamento europeo ha approvato il Rapporto di progresso per l’Albania, dopo aver discusso e poi inserito anche gli emendamenti proposti da alcuni membri della Commissione. Nel Rapporto vengono ribadite le problematiche affrontate in Albania, tra le quali il riciclaggio del denaro sporco e la compravendita dei voti durante le elezioni. Ma, guarda caso, nel comunicato stampa del Parlamento europeo, hanno “dimenticato” di inserire una frase importante. Lo ha denunciato il 5 marzo scorso uno dei due relatori per l’Albania del Parlamento europeo. Lui ha dichiarato: “Nel comunicato stampa del Parlamento europeo sul Rapporto per l’Albania si afferma che ‘noi appoggiamo lo svolgimento della prima conferenza intergovernativa (tra l’Unione e l’Albania; n.d,a.) prima possible e l’avvio dei negoziati dell’adesione senza ulteriori ritardi’”. Poi il relatore continua, denunciando che si era “stranamente” dimenticato di affermare che tutto ciò avverrà soltanto “…seguendo il pieno adempimento delle [quindici] condizioni poste dal Consiglio europeo”. Per l’eurodeputato un fatto simile rappresenta un “…errore di fatto, molto importante, perché il condizionamento è vitale in questo contesto”. Prima però che la correzione venisse fatta nel successivo comunicato stampa del Parlamento europeo, la propaganda governativa e mediatica in Albania ha subito “sbandierato” la lieta notizia arrivata da Bruxelles! Anche questo “fatto” potrebbe essere considerato come una conseguenza delle influenze dei poteri occulti.

Chi scrive queste righe avrebbe avuto, anche oggi, molti altri fatti ed argomenti da trattare e commentare, ma lo spazio non glielo permette. Egli però è pienamente convinto che i massimi rappresentanti della Commissione europa, sia a Bruxelles che a Tirana, da anni ormai, da quando è salito al potere l’attuale primo ministro albanese, stanno presentando ufficialmente, sia nei Rapporti annuali di progresso, che con le loro dichiarazioni pubbliche, una realtà immaginaria, mai verificata e vissuta in Albania! Loro sanno anche il perché. Ma quanto hanno fatto e stanno facendo aggrava ulteriormente la già preoccupante e pericolosa situazione. Permettendo così al primo ministro di avere sempre più potere e diventare, di fatto, un dittatore sui generis. “Quanto più grande il potere, tanto più pericoloso l’abuso” affermava Edmund Burke. Questo si sta verificando realmente in Albania. Grazie anche delle influenze di un potere occulto che spesso oltrepassa gli oceani.

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