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Lobbismo occulto a sostegno di autocrati in difficoltà

I lobbisti sono i nuovi dittatori

Gabriel Byrne

La scorsa settimana il nostro lettore è stato informato dall’autore di queste righe, tra l’altro, anche di una decisione presa dall’Home Office (il ministero degli Interni britannico; n.d.a.). Una decisione, quella, resa nota in Albania dal diretto interessato il 22 luglio scorso durante un conferenza stampa. Una decisione che dichiarava “persona non gradita ad entrate nel territorio del Regno Unito” l’ex presidente della Repubblica (1992-1997), allo stesso tempo ex primo ministro (2005-2013) e attuale dirigente del ricostituito partito democratico, il maggior partito di opposizione in Albania. Lui è anche il capo storico e uno dei fondatori, nel 1990, del partito. Ed è proprio questa “persona non gradita” che, fatti accaduti e che stanno accadendo in Albania anche in queste ultime settimane alla mano, rappresenta il più temibile avversario politico per il primo ministro, diventando anche il suo incubo continuo, avendo il primo ministro, da anni ormai, “beneficiato di una opposizione comoda” e soprattutto di un dirigente dell’opposizione, una sua “stampella” da anni, che in cambio dei “servizi resi” otteneva delle ricompense cospicue, avendo trasformato il partito in una impresa famigliare molto remunerativa. Ma dal settembre scorso la posizione della “stampella” del primo ministro ha cominciato a traballare, proprio in seguito al ritorno molto attivo nelle vita politica della “persona non gradita”. E cominciarono ad aumentare i “grattacapi” anche per il primo ministro.

La scorsa settimana l’autore di queste righe informava il nostro lettore che “…Dopo essere stato dichiarato persona “non gradita” il 19 maggio 2021 dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, senza dare nessuna informazione concreta, chiesta ufficialmente da alcuni membri del Congresso, sulla quale si basava una simile decisione, la settimana scorsa la stessa decisione è stata presa dall’Home Office…”. Specificando però che “Nel caso degli Stati Uniti l’ex primo ministro ha ormai denunciato il Segretario di Stato per calunnia”. Il nostro lettore è stato informato l’anno scorso di tutto ciò e anche del fatto che il Dipartimento di Stato statunitense aveva affermato ufficialmente che la sua decisione era stata presa in base a delle informazioni mediatiche, dei rapporti delle organizzazioni non governative e dallo stesso governo albanese. Bisogna però specificare e sottolineare che la maggior parte delle organizzazioni non governative in Albania sono controllate, “stranamente”, proprio dal governo e/o dalle Open Society Foundations (Fondazioni della Società Aperta; n.d.a.) costituite nel 1993 dal multimiliardario e speculatore di borsa statunitense George Soros, attive ormai in molti Paesi del mondo, Albania compresa. E siccome anche i proprietari dei media, nella loro maggior parte, sono in “buoni rapporti clientelistici” con il primo ministro e/o con chi per lui, allora non dovrebbe essere difficile capire su quali fondamenta documentarie è stata basata la decisione del Dipartimento di Stato statunitense per dichiarare “persona non gradita” l’ex primo ministro e attuale dirigente del maggior partito dell’opposizione albanese (Eclatanti e preoccupanti incoerenze istituzionali, 24 maggio 2021; Irritante manipolazione della realtà, 7 giugno 2021). La scorsa settimana l’autore di queste righe, riferendosi alla sopracitata decisione dell’Home Office, informava, altresì, il nostro lettore che “…tutto fa pensare a delle messinscene e collaborazioni occulte al sostegno di un autocrate. Di colui che è fiero di avere come “amico” George Soros e come suoi consiglieri ben pagati Tony Blair e sua moglie”. E poi egli concludeva, esprimendo la sua convinzione che “…la dichiarazione di persona “non gradita” dell’ex primo ministro è la solita messinscena ben ricompensata (Messinscene e collaborazioni occulte a sostegno di un autocrate; 26 luglio 2022).

Le due accuse, il base alle quali è stata presa dall’Home Office la decisione nei confronti dell’ex primo ministro albanese, le ha rese note lui stesso durante una conferenza stampa il 22 luglio scorso. La prima si riferiva a dei “legami con dei gruppi della criminalità organizzata e dei criminali, che hanno rappresentato un pericolo per la sicurezza pubblica in Albania e nel Regno Unito” e che lui, il diretto interessato, poteva essere “pronto ad usare questi legami per avanzare le sue ambizioni politiche”. Chi conosce la vera e vissuta realtà albanese, comprese anche le istituzioni specializzate internazionali, dovrebbe sapere che anche nel territorio del Regno Unito, come in molti altri Paesi, non solo europei, la criminalità organizzata rappresenta una crescente preoccupazione e un pericolo. Ma chi conosce la realtà albanese, compresi anche i servizi segreti di Sua Maestà, dovrebbe sapere che sono altre le persone che hanno degli attivi rapporti con la criminalità organizzata. E sono persone molto altolocate nella gerarchia del potere politico albanese. Anche perché la nuova dittatura sui generis, restaurata da alcuni anni in Albania, si presenta come un’alleanza, istituzionalmente rappresentata dal primo ministro, tra il potere politico, la criminalità organizzata e determinati raggruppamenti occulti internazionali. Accusare ora l’ex primo ministro, il quale dal 2013 non ha esercitato nessun potere esecutivo, che poteva mantenere, nel caso ci fossero, e/o stabilire in seguito, dei legami con la criminalità organizzata sembra un po’ “strano”. Soprattutto in un Paese con una lunga e stimata esperienza e tradizione giuridica, come il Regno Unito. Bisogna sottolineare che il Regno Unito per tanti anni è stato un “territorio ben accogliente” per molti oligarchi, compresi quelli russi, per molte persone arricchite dalla corruzione e dall’abuso del potere, per molte persone con delle enormi ricchezze di “origine incerta” e con dei problemi finanziari non facilmente trascurabili. Ma anche per persone accusate di gravi violazioni dei diritti umani nei loro rispettivi Paesi. Negli ultimi mesi sono state prese delle misure restrittive soltanto per alcuni oligarchi russi, in seguito alle sanzioni poste alla Russia, dopo l’invasione miliare dell’Ucraina il 24 febbraio scorso. Mentre per tutti gli altri, tanti altri, niente; nessuna misura restrittiva. Allora viene naturale la domanda: come mai, proprio adesso e in un periodo difficile per il governo britannico, dopo la dimissione del primo ministro e di molti altri ministri, in attesa dell’elezione del nuovo primo ministro, soltanto l’ex primo ministro albanese è stato dichiarato “persona non gradita” per il Regno Unito? Lui, viene adesso accusato dall’Home Office anche di corruzione dovuta ai rapporti con un cittadino britannico che, secondo l’altra accusa, la seconda, l’ex primo ministro “aveva difeso quando contro di lui [del cittadino britannico] sono state pubblicate delle prove incriminanti”. Un’accusa questa veramente “strana”, fatta da un’importante istituzione britannica com’è l’Home Office. Si, perché la stessa persona, il cittadino britannico, non è stato mai accusato dalle istituzioni del sistema di giustizia del Regno Unito, né di corruzione e neanche di una qualsiasi altra accusa. In più, lo stesso cittadino britannico, il quale ha beneficiato della “difesa” dell’ex primo ministro albanese, quando “contro di lui [del cittadino britannico] sono state pubblicate delle prove incriminanti”, non è stato trovato colpevole neanche dal sistema “riformato” della giustizia albanese. Anzi, risulta essere talmente in regola con la giustizia albanese che da anni lui, il cittadino britannico, beneficia di un ottimo rapporto imprenditoriale con il governo albanese avendo vinto diversi appalti milionari. In più risulterebbe che lui accompagna l’attuale primo ministro in alcune delle sue visite ufficiali. Almeno in un caso è stata documentata la sua presenza. E si trattava di una visita fatta nella capitale degli Stati Uniti d’America nel febbraio 2020. Chissà perché?! E come mai la stessa persona diventa un “rilevante ed importante elemento accusatorio” che ha determinato la dichiarazione di “persona non gradita ad entrare nel territorio del Regno Unito” per l’ex primo ministro albanese, l’attuale dirigente del ricostituito maggior partito dell’opposizione albanese?! Proprio lui che risulta essere il più temibile avversario politico dell’attuale primo ministro ed il suo incubo continuo. Chissà perché?!

Ci sarebbero dei “buoni e ragionevoli motivi” che hanno fatto “muovere” sia il Dipartimento di Stato statunitense, nel maggio 2021, che l’Home Office britannico una decina di giorni fa, per dichiarare “persona non gradita” ad entrare nei rispettivi territori l’ex primo ministro albanese e attuale dirigente del ricostituito partito democratico, il maggior partito di opposizione. Così come ci sono anche delle plausibili e ragionevoli spiegazioni di quanto è accaduto. Alla base di tutto ciò sembrerebbe esserci proprio il sostegno che bisogna dare all’attuale primo ministro albanese per mantenere solida la sua posizione, permettendo così di controllare, tramite lui, non solo il territorio albanese per degli “interessi” di certe combriccole occulte internazionali, ma anche di sostenere quegli interessi a livello regionale. L’iniziativa Open Balkans rappresenta, tra diverse altre, una di quelle “scelte strategiche” di quei raggruppamenti occulti, che sono anche dei forti e ben organizzati, a livello internazionale, raggruppamenti lobbistici. Il nostro lettore è stato informato a tempo debito, anche alcuni mesi fa, di questa preoccupante iniziativa. Fatti accaduti e documentati alla mano, risulterebbe che quei raggruppamenti riescono ad influenzare non solo le “scelte politiche” in singoli piccoli Paesi in Asia, Africa ed altrove, ma, addirittura, riescono a influenzare e condizionare anche le scelte decisionali delle istituzioni più importanti internazionali, Organizzazione delle Nazioni Unite e dell’Unione europea comprese. Così come potrebbero anche influenzare le decisioni delle istituzioni governative di determinati Paesi evoluti occidentali. Il caso della dichiarazione di “persona non gradita” dell’ex primo ministro albanese né è solo uno.

L’attuale primo ministro si vanta essere amico di George Soros, multimiliardario speculatore di borsa statunitense. Di colui che nel Regno Unito, ma anche in Italia, si ricorda per quello che ormai è noto come “il mercoledì nero delle borse”. Di quel mercoledì, 16 settembre 1992, quando sia la sterlina britannica che la lira italiana, uscirono dal Sistema Monetario europeo, come conseguenza diretta delle speculazioni monetarie di George Soros. Ebbene, nel settembre scorso, durante una sua visita a New York, dopo un “incontro amichevole e di lavoro” con Soros, il primo ministro albanese dichiarava che lui “è mio amico e sono fiero che sia mio amico”! Lui, George Soros, che per il primo ministro albanese è “una mente rara ed un sostenitore irremovibile della Società aperta”. Ma non è soltanto George Soros un suo “amico”. Dal 2013 si è saputo, almeno in pubblico, che un altro suo “caro amico” e “importantissimo consigliere speciale” è, guarda caso, anche Tony Blair, l’ex primo ministro britannico. Proprio lui che il 4 ottobre 2013, pochissime settimane dopo la costituzione del primo governo capeggiato dall’attuale primo ministro albanese, era seduto al centro del tavolo del Consiglio dei ministri e presiedeva la riunione. E durante quella riunione, Blair dichiarava: “Vi sto dando i primi consigli per avere un governo che possa raggiungere più successi possibili.”! Ed i “successi” consigliati da Tony Blair e da sua moglie, anche lei “consigliere speciale” del primo ministro albanese, sono ormai noti a tutti. Così come sono note e purtroppo quotidianamente sofferte dagli albanesi le dirette conseguenze di quei consigli.

Ma le conseguenze dei “valorosi ed innovativi” consigli si George Soros e di Tony Blair sono noti e quotidianamente sofferti anche in altri Paesi del mondo. Quanto è successo in Guinea, una decina di anni fa, dopo le congiunte attività lobbistiche occulte di George Soros e di Tony Blair, ormai sono di dominio pubblico. Così come sono note e sofferte quelle attività lobbistiche comuni, sempre di George Soros e di Tony Blair, anche in Sri Lanka. Quanto è accaduto lì durante questi ultimi anni rappresenta un’eloquente ed inconfutabile testimonianza.

Chi scrive queste righe considera molto dannoso e con delle gravi conseguenze il lobbismo occulto a sostegno di certi autocrati in difficoltà. Come il primo ministro albanese, ma non solo. Ed egli condivide l’opinione che i lobbisti sono e/o rappresentano i nuovi dittatori. La storia ci insegna.

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