International

Scelte che evidenziano determinati interessi geopolitici

Possiamo scegliere quello che vogliamo seminare, ma siamo

obbligati a mietere quello che abbiamo piantato.

Proverbio cinese

La scorsa settimana è stata molto attiva per il Presidente della Repubblica popolare della Cina, allo stesso tempo segretario generale del partito comunista cinese. Ha effettuato tre visite di Stato in Europa: il 6 ed il 7 maggio era in Francia, poi è arrivato in Serbia ed, infine, in Ungheria. Il Presidente cinese ritornava in Europa dopo cinque anni. Il motivo dichiarato ufficialmente delle visite in Francia ed in Ungheria era la celebrazione del 60° e 75° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche, rispettivamente, con la Francia e l’Ungheria. Mentre in Serbia si ricordava il bombardamento del 7 maggio 1999, durante la guerra in Kosovo, dell’ambasciata cinese a Belgrado dagli aerei della NATO. Bombardamenti che causarono la morte di tre giornalisti cinesi ed il ferimento di diverse persone. Ma un altro motivo importante delle visite del Presidente cinese nei tre sopracitati Paesi era quello economico e geopolitico.

A Parigi il Presidente cinese è stato accolto all’Eliseo, il palazzo presidenziale, dal suo omologo francese. Durante l’incontro ufficiale ed ai successivi colloqui ha partecipato anche la presidente della Commissione europea. Quest’ultima ha affrontato, durante l’incontro, questioni di interesse per l’Unione europea, come le diverse controversie commerciali con la Cina. Ma è stata affrontata anche la situazione in Ucraina. Il Presidente francese ha sottolineato, tra l’altro, che il ruolo della Cina è decisivo, riferendosi alla guerra in Ucraina. Ma anche a quella nella Striscia di Gaza. Mentre, per quanto riguarda i rapporti commerciali tra i Paesi dell’Unione europea e la Cina, il Presidente francese ha ribadito che è necessario che siano stabilite e rispettate delle “regole eque per tutti”. Aggiungendo: “…L’avvenire del nostro continente dipenderà chiaramente anche dalla nostra capacità di continuare a sviluppare in modo equilibrato le nostre relazioni con la Cina”. Anche la presidente della Commissione europea, dopo l’incontro trilaterale, riferendosi alla guerra in Ucraina, ha dichiarato, che il Presidente cinese “…ha avuto un ruolo importante sulla riduzione delle minacce nucleari irresponsabili di Mosca” e di essere fiduciosa “che continui a farlo, anche alla luce degli ultimi sviluppi”. Ma ha anche chiesto alla Cina di intervenire sulle “minacce nucleari russe”. Mentre, per quanto riguarda i rapporti economici e commerciali, la presidente della Commissione europea ha sottolineato che con il Presidente cinese avevano discusso “delle questioni economiche e di commercio”. Specificando: “…Ci sono degli squilibri che suscitano gravi preoccupazioni e siamo pronti a difendere la nostra economia se serve”. Il Presidente cinese ha ammesso che tra la Cina e l’Unione europea ci sono “numerose controversie”, ma ha anche ribadito che “come due grandi potenze mondiali, la Cina e l’Ue devono rimanere partner, perseguire il dialogo e la cooperazione, approfondire la comunicazione strategica, rafforzare la fiducia reciproca strategica, consolidare il consenso strategico e impegnarsi nel coordinamento strategico”. Bisogna però evidenziare e sottolineare che, nonostante le massime autorità della Cina dichiarino la loro “neutralità” nell’ambito della guerra in Ucraina, la stessa Cina non ha mai condannato l’aggressione Russa in Ucraina. Non solo, ma fatti alla mano, risulterebbe che l’aumento reale degli scambi commerciali tra la Cina e la Russia durante l’anno scorso abbia contribuito a diminuire l’effetto reale delle sanzioni economiche poste dall’Unione europea, ma non solo, contro la Russia.

Un altro Paese che ha stretto molti rapporti di vario tipo con la Russia è anche la Serbia. E in rispetto di questi rapporti, la Serbia, un Paese candidato all’adesione nell’Unione europea, non ha condiviso le sanzioni poste alla Russia dalla stessa Unione, dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Ebbene, in seguito alla visita ufficiale in Francia, il Presidente cinese è arrivato in Serbia la sera del 7 maggio scorso. Ricordando così il bombardamento di 25 anni fa, proprio la sera del 7 maggio 1999, dell’ambasciata cinese a Belgrado dagli aerei della NATO.  L’indomani, l’8 maggio, l’illustre ospite è stato accolto dal suo omologo, il Presidente serbo, con tutti gli onori previsti dal protocollo ufficiale. Lui, dopo aver convintamente affermato il grande interesse della Serbia ad aumentare la collaborazione tra i due Paesi, ha ringraziato il Presidente cinese “…per aver scelto la Serbia come una tappa del suo primo viaggio in Europa dopo cinque anni”. Bisogna evidenziare che la Cina rappresenta il secondo Paese, dopo la Germania, per quanto riguarda i rapporti economici e gli investimenti fatti in Serbia. Mentre il Presidente cinese era in Serbia, veniva pubblicata dal quotidiano serbo Politika una sua lettera intitolata “Possa la luce della nostra amicizia d’acciaio risplendere sulla cooperazioni tra Serbia e Cina”. In quella lettera, tra l’altro, il Presidente cinese affermava che “…L’amicizia serbo-cinese, forgiata col sangue dei nostri compatrioti, rimarrà nella memoria condivisa dei popoli serbo e cinese e ci ispirerà ad andare avanti a grandi passi”. Nell’ambito della visita sono stati firmati ben 29 accordi bilaterali tra i due Paesi. La Serbia è uno dei Paesi che ha attivamente aderito alla nota iniziativa strategica cinese nota come la Nuova Via della Seta (in inglese Belt and Road Initiative; l’Iniziativa un Nastro ed una Via; n.d.a.). C’è stata anche un’espressa intesa politica e geopolitica. Per la Serbia, come dichiarato dal Presidente serbo, “Taiwan è Cina”. Lui ha altresì ribadito che la Cina sosterrà la Serbia in tutte le questioni che vengono discusse alle Nazioni Unite; compresa la questione del riconoscimento dello Stato del Kosovo.

Dalla Serbia il Presidente cinese è arrivato in Ungheria. Una visita che coincide con il 75° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi che hanno stabilito buoni rapporti di vario tipo, quegli economici compresi. Il Presidente cinese ha anche dichiarato che “…Cina e Ungheria sono buoni amici e partner che si fidano l’uno dell’altro”. E, guarda caso, la Cina finanzia quasi tutto il progetto della costruzione di una linea ferroviaria tra Budapest e Belgrado. Una linea che trasporterà merci di vario tipo, arrivate al porto greco di Pireo e dirette verso l’Europa occidentale. Un progetto parte integrante dell’iniziativa strategica cinese la Nuova Via della Seta. Bisogna sottolineare che l’Ungheria è il primo Paese dell’Unione europea che ha aderito a questa iniziativa, nota anche come Belt and Road Initiative. Il 9 maggio scorso l’ospite è stato onorato dalle massime autorità ungheresi. Ed anche in Ungheria sono stati firmati diversi accordi bilaterali tra i due Paesi.

Chi scrive queste righe avrebbe altri argomenti di trattare per il nostro lettore, che riguardano  le scelte di collaborazione con la Cina, fatte dalla Serbia, dall’Ungheria, ma anche da altri Paesi. Scelte che evidenziano comunque degli interessi geopolitici, economici ed altro. Ma lo spazio non lo permette. Egli però chiude queste righe con un proverbio cinese che avverte: possiamo scegliere quello che vogliamo seminare, ma siamo obbligati a mietere quello che abbiamo piantato.

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