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Un autocrate irresponsabile ed altri che ne approfittano

L’abuso è il contrassegno del possesso e del potere.

Paul Valéry, da “Quaderni”

La scorsa settimana l’autore di queste righe informava il nostro lettore sull’accordo, tra l’Italia e l’Albania, sui migranti. Un accordo firmato a Roma, nel pomeriggio del 6 novembre scorso, dai due primi ministri dei rispettivi Paesi. I due, negli ultimi mesi, hanno affermato pubblicamente la loro “amicizia”, nonostante, politicamente parlando, appartengano a due schieramenti politici ed ideologici molto diversi. La Presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia appartiene ad un partito di destra ed è anche la Presidente del Partito europeo dei Conservatori e dei Riformisti. Invece, sulla carta, il primo ministro albanese è il dirigente del partito socialista albanese, costituito nel giugno 1991, dopo il crollo della dittatura comunista. Un partito discendente diretto del partito comunista albanese! La Presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia, oltre ad essere stata dirigente di alcuni movimenti giovanili di centro destra e di destra, è anche una dei tre promotori del partito “Fratelli d’Italia”, costituito nel 2012 e del quale lei è presidente dal marzo 2014. Un partito nato più di un anno prima della scissione del raggruppamento politico “Popolo della Libertà”, nel quale svolgevano le loro attività politiche i tre fondatori del partito “Fratelli d’Italia”. Ragion per cui la presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia ha fatto sua l’ideologia del conservatorismo, dell’identità e della cultura nazionale.

Mentre il suo “amico”, il primo ministro albanese, nonostante diriga dal 2005 il partito socialista albanese, che è anche membro del gruppo dei socialdemocratici e progressisti del Parlamento europeo, ha dimostrato di non avere fatta sua, a fatti e non a parole, l’ideologia dei socialisti europei. Fatti accaduti alla mano, il primo ministro albanese risulta non avere però fatta sua l’ideologia della sinistra europea. Lui non ha una sua ideologia politica. Lui, quando gli serve si presenta come un socialista convinto. Ma, se ne ha bisogno, “coccola’ i comunisti nostalgici. E lo ha fatto non di rado. Come ha anche presentato delle “iniziative” centriste e anche oltre. Il primo ministro albanese aveva dichiarato, per motivi di propaganda elettorale, già circa quindici anni fa, di non essere né di sinistra e né di destra, bensì di essere “oltre la sinistra e la destra”. Una scelta con la quale voleva apparire come sostenitore delle tesi ideologiche del movimento noto come la “Terza via”. Un movimento che aveva fatto suo lo schieramento tra il neoliberalismo e la socialdemocrazia. E non a caso, dal 2013, e cioè da quando ha avuto il suo primo mandato alla guida del governo albanese, lui ha scelto come suo “amico e consigliere speciale” proprio l’ex premier britannico, uno tra i più noti sostenitori del movimento della “Terza via”. E non a caso, anche da prima, lui è stato tra i “beniamini” ed ha avuto sempre il supporto di un noto multimiliardario e speculatore di borsa di oltreoceano. Il primo ministro albanese è stato ispirato in quanto ha fatto, ma soprattutto in quello che sta facendo ultimamente, anche dal dittatore comunista albanese, scegliendolo come uno dei suoi “dirigenti spirituali”! Ma, fatti accaduti e documentati alla mano, il primo ministro albanese non ha altra ideologia che quella degli “interessi”, soprattutto quelli materiali. E lui fa di tutto per raggiungere i suoi interessi. Da sempre è, altresì, preda del suo narcisismo e/o del suo egotismo. Il primo ministro albanese può allearsi con tutti coloro che gli somigliano, dando così ragione alla saggezza secolare dell’essere umano, concentrata nel noto detto latino similes cum similibus congregantur (I simili si accompagnano con i propri simili; n.d.a.). Il primo ministro gestisce un clan occulto che non ha niente a che fare con un partito politico. Lui non dirige il partito socialista albanese e perciò, men che meno, rappresenta l’ideologia dei socialisti europei. Lui usa e beneficia politicamente di quello che ormai si chiama il partito socialista albanese. Lui sì, sempre fatti accaduti, documentati, testimoniati e denunciati alla mano, da anni ormai collabora strettamente con la criminalità organizzata e con determinati raggruppamenti occulti internazionali. Insieme a loro, il primo ministro albanese, gestisce la nuova dittatura sui generis restaurata da alcuni anni in Albania. Una dittatura in continuo consolidamento, di cui in nostro lettore è stato informato spesso e con la dovuta e richiesta oggettività.

Ebbene, nonostante la Presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia ed il suo “amico”, il primo ministro albanese sono ben distanti, come schieramento politico, loro però da alcuni mesi ormai si intendono a vicenda. Ma anche passano alcuni giorni di gioiose ed “utili” vacanze estive insieme. Il nostro lettore è stato informato del fatto che la Presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia, insieme con la sua famiglia, è stata ospite del primo ministro albanese in riva al mare Ionio dal 14 al 17 agosto scorso. Hanno passato insieme anche il Ferragosto. L’autore di queste righe scriveva che “….All’inizio della scorsa settimana la presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia ha interrotto le sue vacanze in Puglia per andare in “visita privata” in Albania, ospite del suo “amico” il primo ministro albanese. Insieme con la sua famiglia hanno lasciato la masseria di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, alla vigilia di Ferragosto, per andare ospiti dal nuovo “amico” albanese”. E poi egli aggiungeva : “…guarda caso, proprio nello stesso periodo, ospiti del primo ministro albanese erano anche l’ex primo ministro dell Regno Unito, Tony Blair, con sua moglie. Non si sa però se è stato un caso che due attuali primi ministri ed un ex primo ministro si trovassero nello stesso periodo e nello stesso posto, nella residenza governativa in riva alle coste ioniche dell’Albania”. Il nostro lettore è stato informato anche delle lusinghe dell’anfitrione nei confronti della sua illustre ospite. “Proprio il 12 agosto scorso, due giorni prima dell’arrivo della sua omologa italiana, la “tigre”, la sua “sorella Giorgia”, il primo ministro albanese ha dichiarato ad un media italiano che “nella scena internazionale Giorgia ha sorpreso tutti e alla grande, direi, perché si aspettavano un mostro fascista che avrebbe marciato sull’Europa e si sono trovati davanti una donna con una abilità mostruosa nel comunicare da grande europeista, senza sbagliarne una”. Il primo ministro albanese ha poi aggiunto, da buon leccapiedi qual è, che “Giorgia è incredibile. Possiamo dire che è nata un’amicizia. Ma soprattutto, che lei è una politica concreta, altro che pericolo fascista”. L’autore di queste righe informava, altresì, il nostro lettore che “…non è mancata neanche la risposta della sua illustre ospite che, dopo il ritorno in Italia, ha scritto: “Grazie per avermi ospitata nella vostra terra e per la calorosa accoglienza ricevuta Edi. Ti aspetto in Italia!” (Una visita dall’‘amico’ autocrate che doveva essere evitata; 23 agosto 2023).

Da quanto hanno poi dichiarato in seguito, la scorsa settimana, sia la presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia che il primo ministro albanese, durante quei giorni di vacanze comuni, è stato concordato anche l’accordo sui migranti. Proprio quell’accordo che è stato firmato tra i due il 6 novembre scorso a Roma. L’autore di queste righe scriveva la scorsa settimana per il nostro lettore che: “…Secondo quell’accordo l’Italia potrà beneficiare dei territori in Albania per organizzare e gestire due campi dove arriveranno circa 36.000 profughi all’anno per almeno cinque anni! Profughi di quelli che l’Italia non vuole e/o può tenere. Si tratta di quei profughi che le massime autorità italiane, soprattutto il primo ministro, non sono state in grado di distribuire negli altri Paesi membri dell’Unione europea. Profughi che l’Italia non ha potuto, nonostante un accordo firmato recentemente con la Tunisia, fermare per arrivare sulle coste italiane”. Chissà perché? Ed in seguito aggiungeva che fortunatamente la presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia “…ha un “caro amico” in Albania, il primo ministro albanese. Lui ha firmato subito il sopracitato accordo. Lui, un irresponsabile autocrate ha accettato la proposta. Mentre l’omologa italiana ha potuto, almeno sulla carta, curare gli interessi del suo Paese” (Un autocrate irresponsabile e altri che seguono i propri interessi; 14 novembre 2023).

L’accordo firmato il 6 novembre scorso dalla Presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia ed il suo omologo albanese è stato reso pubblico in seguito. Ci sono state subito delle forti reazioni, sia in Italia che in Albania. In più è risultato che di quell’accordo le istituzioni dell’Unione europea, di cui l’Italia è uno dei sei primi membri fondatori, sono state informate soltanto poche ore prima della sottoscrizione. Mentre in Albania nessuno, tranne qualche stretto collaboratore del primo ministro, era stato informato. Ovviamente il primo ministro albanese aveva violato la Costituzione della Repubblica d’Albania, con la sua totale mancanza di trasparenza e le mancate consultazioni istituzionali, prima che venisse firmato l’accordo come sancisce la Costituzione. Perché si tratta di un accordo che prevede anche la messa a disposizione dei territori albanesi all’Italia. Ma questo modo di agire del primo ministro albanese, da anni ormai, è diventato una “cosa normale”!

L’accordo tra l’Italia e l’Albania sui migranti, sintetizzato in un Protocollo d’intesa di quattordici articoli, è valido per cinque anni, rinnovabili di altri cinque, se necessario. In base all’accordo, nel territorio albanese verranno allestiti due campi dove saranno sistemati i profughi. È stato previsto e sancito che il diritto di difesa verrà assicurato da avvocati, organizzazioni internazionali e strutture specializzate dell’Unione europea che avranno libero accesso nei campi e che potranno prestare la necessaria consulenza ed assistenza ai migranti che possano aver bisogno di chiedere protezione internazionale, nei limiti della legislazione italiana, europea ed albanese. L’accordo sancisce anche che i due campi verranno gestiti dall’Italia, in base alle leggi e le normative italiane ed europee. Mentre nel caso di controversie sarà valida solo la legislazione italiana in vigore. In quell’accordo si sanciscono anche altre prerogative particolari. Per la presidente del Consiglio dei Ministri dell’Italia, il sopracitato accordo sui migranti può diventare …un modello di collaborazione tra Paesi Ue e Paesi extra-Ue sul fronte della gestione dei flussi migratori”. Lei ha affermato, l’indomani della firma dell’accordo, che si tratta di un’intesa “…che rafforza il partenariato strategico tra Italia e Albania e si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale”. Il primo ministro albanese, invece, ha considerato l’accordo come un atto dovuto, dopo quello che l’Italia ha fatto per i profughi albanesi nel 1991. Proprio lui che solo due anni fa, ed esattamente il 18 novembre 2021, dichiarava convinto e perentorio che “L’Albania non sarà mai un Paese dove paesi molto ricchi possano creare campi per i loro rifugiati. Mai!”.

Leggendo però il testo del Protocollo d’intesa, risulterebbe che ci sono diverse serie violazioni delle leggi in vigore nei due rispettivi Paesi firmatari, delle normative dell’Unione europea, nonché delle convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo e dei migranti. Si tratta di violazioni che vengono evidenziate da molti noti specialisti di giurisprudenza, sia in Italia che in Albania. Violazioni che sono state evidenziate, altresì, da specialisti di giurisprudenza di altri Paesi e da alcuni rappresentanti delle istituzioni dell’Unione europea. Anche la decisione della scorsa settimana, presa dalla Corte Suprema del Regno Unito contro la decisione del governo britannico sul trasferimento dei profughi in Ruanda, ne è un’altra conferma di simili violazioni.

Chi scrive queste righe è convinto che il comportamento del primo ministro albanese e le decisioni da lui prese senza la minima obbligatoria trasparenza, sono tipiche di un autocrate irresponsabile. Mentre altri ne approfittano per risolvere le loro problematiche, dopo aver fallito in precedenza con diversi Paesi, compresi alcuni dell’Unione europea. Aveva ragione Paul Valéry, l’abuso è il contrassegno del possesso e del potere. Ed il primo ministro albanese ne ha usurpato tanto di potere.

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