Giovani, inclusione, Milano capitale delle professioni
I punti di forza della lista 'Diritti al Futuro' che si presenta nel capoluogo meneghino alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati
“Il futuro dell’Avvocatura è anche quello della Giustizia per la irrinunciabile funzione di difesa dei diritti dei cittadini”. E’ quanto si legge nel programma della lista “Diritti al Futuro” che si presenta a Milano alle prossime elezioni per il rinnovo dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati che si svolgeranno, n tutta Italia, il 7, 8 e 9 febbraio. Per conoscere nel dettaglio la loro proposta abbiamo intervistato l’avv. Manuel Sarno, autore della nostra rubrica ‘In attesa di Giustizia’, che è tra i 16 candidati della lista.
Avvocato, il vostro programma parte dai giovani, e ve ne sono tanti che ogni anno si avviano alla professione forense, e dalle opportunità da fornire loro. Quali sono e come sarà possibile realizzarle?
La stessa scelta del nome “Diritti al Futuro” oltre ad alludere all’evoluzione del diritto e della legislazione, di cui un Consiglio dell’Ordine si deve occupare anche in termini contributo al dibattito politico sulle riforme e di offerta formativa per gli avvocati, sottintende la centrale vocazione a sostenere le fasce più giovani della classe forense che affrontano la professione in un periodo di grande crisi e competitività di un settore che annovera circa un terzo degli avvocati complessivamente esercenti in tutta la UE.
Ai più giovani è dovuto il trasferimento di esperienza, la effettività di una guida durante la pratica ed, in seguito, offerta l’opportunità di crescere. Diritti al Futuro, nel suo programma, prevede tra le altre cose di dar loro supporto economico mediante una tendenziale gratuità della formazione continua, la possibilità di ottenere un “prestito d’onore” garantito dall’Ordine per avviare attività in proprio ed anche la eliminazione della tassa annuale di iscrizione per coloro che non raggiungano determinate soglie di reddito.
Proponete Milano come capitale europea delle professioni. Che vuol dire?
Il sogno nel cassetto, per il quale vi è un progetto realizzabile anche grazie al ricorso a fondi comunitari, è quello della creazione a Milano di una “Casa dell’Avvocatura e delle Professioni”: un vero e proprio edificio che sia non solo una sede con spazi attrezzati e disponibili temporaneamente per i professionisti in trasferta per motivi di lavoro da altre città d’Italia e di Europa ma per loro un vero e proprio punto di riferimento, incontro e confronto di respiro europeo volto a dare sempre più centralità e standing internazionale alla Milano dell’EXPO e delle Olimpiadi, così facendo anche opera di crescita culturale e condivisione di esperienze e tradizioni.
Puntate ad un Ordine inclusivo e sostenibile, parole che ascoltiamo di frequente ormai…
Noi siamo ciò che siamo stati, i valori di cui siamo portatori dopo anni di professione devono essere lo spunto per guardare ad un domani in cui non si riconoscano più diversità di qualsiasi natura: all’interno dell’Ordine degli Avvocati per prima cosa e come esempio per la società, assumendo un ruolo guida anche rispetto al tema della sostenibilità intesa da ogni punto di vista. Gli avvocati hanno il dovere di fare cultura, di impegnarsi nel sociale e di farlo ogni giorno: è nel loro DNA, è un modi di difendere anche questo.
Per cominciare, in maniera emblematica, abbiamo scelto di candidare sedici colleghi equamente divisi: otto donne e otto uomini, con buona pace delle quote rosa perché guardiamo avanti, superando di slancio indicazioni normative di rispetto della rappresentatività, guardiamo al futuro, ad un futuro in cui non sarà più necessario guardare ad un disposto di legge o parlare di inclusione se non ad un qualcosa che è già stato realizzato.