“I giovani militanti di FdI non sanno quello che dicono. Ed è gravissimo”. Parla l’on. Cristiana Muscardini
Maria Scopece
Pubblichiamo di seguito l’intervista che l’On. Cristiana Muscardini ha rilasciato alla rivista Policy Maker il 2 luglio 2024.
Poca formazione, scarsa consapevolezza della storia, incapacità a rispettare il proprio ruolo e dialogo carente con i più grandi. Tutte le falle di Gioventù Nazionale secondo l’on. Cristiana Muscardini.
Fratelli d’Italia corre ai ripari dopo l’inchiesta di Fanpage che ha mostrato alcuni giovani militanti di Fratelli d’Italia e di Gioventù nazionale, il movimento giovanile di FdI, fare battute razziste e antisemite. Le posizioni più critiche sono quelle di Flaminia Pace, presidente di Gioventù nazionale Pinciano, già ‘espulsa’ dal Consiglio nazionale giovani, ed Elisa Segnini Bocchia, ex capo segreteria della deputata di FdI Ylenja Lucaselli che ha rassegnato le dimissioni.
Non semplici giovani militanti di FdI, dunque, ma volti di peso della linea verde del partito della premier Meloni. Sono circa una decina i profili al vaglio del partito che, a breve, deciderà cosa fare.
Di tutto questo ne abbiamo parlato con l’on. Cristiana Muscardini, europarlamentare, in passato dirigente del Fronte Universitario d’Azione Nazionale (FUAN), del Movimento Sociale Italiano (MSI), componente dell’esecutivo politico di AN e coordinatrice per la regione Lombardia di Generazione Italia.
Lei è stata dirigente del Fuan, del MSI, di AN. Quali evoluzioni ha notato in merito all’organizzazione interna di questi soggetti politici?
Diciamo che una volta i movimenti politici avevano delle scuole di partito, delle sezioni, dei circoli nei quali i giovani potevano confrontarsi tra di loro e con gli adulti. I ragazzi venivano in contatto con esperienze a loro sconosciute, gli si spiegava le cose che si potevano e quelle che non si potevano fare. Li si faceva crescere. Ai miei tempi, per esempio, c’era una cosa che oggi non c’è più.
Cosa?
A Milano, in piazza Duomo di sera si radunavano anarchici, missini, comunisti, era una specie di zona franca in cui si parlava e si discuteva. In quella piazza non c’era posto per gli estremisti, come Potere Operaio. Dopo tutto andò a morire con le violenze degli anni successivi.
Com’è cambiata, secondo lei la militanza giovanile? Cosa manca oggi?
Manca il confronto costante e quei luoghi di incontro nei quali si poteva fare due chiacchiere o affrontare argomenti più importanti. Ma questa è l’era di internet, tutti siamo convinti di parlare con tutti e invece non parliamo con nessuno. Io penso che la politica sia guardare negli occhi le persone. Secondo me questa distanza incide sui più giovani e sui meno giovani. Oggi l’uso indiscriminato della rete porta tutti a credere di potere dire e fare qualsiasi cosa senza avere la minima conoscenza. Ecco io credo che la maggior parte dei giovani oggi non sappia cosa sono stati il fascismo e il comunismo, cos’è stato il ‘68, con tutti i risvolti negativi, moltissimi, e forse anche qualcuno positivo, il significato della Rivoluzione francese.
Che opinione si è fatta dell’inchiesta di Fanpage sui militanti di Gioventù nazionale?
Io credo che, in ogni caso, i giornalisti abbiano il dovere di trovare, scovare la notizia ma devono farlo in maniera limpida. Credo anche che quello che questi giovani militanti di FdI hanno detto sia il frutto di una ignoranza dei fatti della storia, o della cronaca, ma anche della non consapevolezza del ruolo che essi rivestono. Sono all’interno dell’organizzazione giovanile di un partito che è al governo e che dice molto chiaramente “no all’antisemitismo”, “no al terrorismo”, “no alla discriminazione razziale” o alla discriminazione di qualsiasi altra natura.
E lo dice da anni, non lo dice solo adesso con Giorgia Meloni, lo diceva il Movimento Sociale Italiano, lo diceva Alleanza Nazionale. Non è una scoperta di Giorgia Meloni, lei ha continuato nel solco di una tradizione. Ricorda il viaggio di Fini in Israele quando definì il fascismo il male assoluto? Ecco io credo che il male assoluto sia tutto ciò che viola la dignità e la vita degli altri.
Le frasi pronunciate da quei ragazzi sono un segnale preoccupante di un rinato antisemitismo oppure sono solo frasi vuote?
Credo che non ci sia nessun pericolo di un ritorno all’antisemitismo, anzi la destra ha dimostrato di difendere Israele più di quanto stia facendo la sinistra. E’ un segnale che deve comunque fare scattare l’allerta per far comprendere ai più adulti, di qualunque movimento politico e in questo caso quello di centrodestra, che i giovani vanno fatti crescere in maniera più consapevole. A me spaventa di più la irresponsabilità di quello che hanno detto, oltre alla gravità di quello che hanno detto. Sono convinta che non siano consapevoli della gravità di avere un pensiero di quel genere, anche se fosse stata solo una battuta sciocca. Quelle parole dimostrano che, in alcuni giovani, non c’è la consapevolezza di quello che è stata la storia, la vita, la sofferenza di milioni di persone, che non ci sia la consapevolezza della Carta universale dei diritti umani. E poi aggiungo anche un’altra cosa.
Prego.
Quelle parole dimostrano che non c’è la consapevolezza del ruolo. Quando si riveste un ruolo in un’organizzazione politica non si può parlare come se si fosse al bar dicendo sciocchezze. Non credo che questi giovani pensino quello che hanno detto, ritengo che lo abbiano detto perché così si sentivano di fare gli sbruffoni. Non si rendono conto della gravità delle loro parole ma è pericolosissimo sia perché le hanno pronunciate sia perché non ne comprendono la gravità.
Potremmo sintetizzare con “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”.
Non sanno quello che dicono. Però dopo averli perdonati, perché non li fuciliamo sulla pubblica piazza, va pensato per quei giovani militanti di FdI un percorso di nuova educazione. Tra i ragazzi più giovani mi sembra che non ci sia la percezione della differenza tra reale e irreale e di quanto le parole, anche le battute, possano ferire.
Crede che Fratelli d’Italia abbia preso i provvedimenti giusti nei confronti di quei militanti?
Penso che li espelleranno, più di quello non credo possano fare. Poi non so se la magistratura riterrà di intervenire o se riceveranno delle querele.
Ci potrebbe essere il commissariamento dell’organizzazione giovanile.
Potrebbero anche commissariare i circoli coinvolti, non ci vedrei niente di tragico, anche per capire se, disgraziatamente, oltre alle persone coinvolte ce ne fossero altre.
Secondo lei l’immaginario della destra italiana, quello costituito dal “modello Atreju”, è accattivante per i ragazzi?
Credo che per essere accattivanti con i giovani bisognerebbe proporre cose effettive e concrete. Ci sono moltissimi giovani disponibili a pulire i fiumi, ad aiutare gli anziani, ad occuparsi degli animali abbandonati. Io per 25 anni sono stata vicepresidente dell’intergruppo degli animali al Parlamento eurpeo. Occuparsi degli animali significa occuparsi di qualcuno che è più indifeso, fa ritrovare empatia e contribuisce al rispetto dell’ecosistema nel quale tutti viviamo. Ecco penso che la politica non debba essere soltanto uno slogan, una promessa, una battuta, perché a ogni frase deve seguire un’azione politica.
I più giovani si possono affascinare facendoli sentire utili alla società e non presentando un mondo che non offre niente perché non ci sono più le opportunità di una volta a meno che tu non sia molto bello, super intelligente o abbastanza ricco da andare a fare un master in America. Io, per esempio, continuo a tenere in vita un settimanale online, Patto sociale – Informazione Europa, ecco potrebbe essere una palestra di scrittura per tanti ragazzi.