Interviste

Per la zona 4 di Milano corre Adonella Milici di FI

Adonella Milici, lei si ricandida con Forza Italia come consigliere di zona 4 a Milano. Si presenti: chi è, che curriculum ha per quanto riguarda la vita pubblica milanese?

“Nel 2001 sono stata eletta consigliera della zona 4; nel 2004 sono stata delegata presso il Centro socio-ricreativo ‘Il Tulipano’, come rappresentante del Consiglio di zona 4; nel 2006 sono stata riconfermata consigliera della zona 4 e mi è stato assegnato il ruolo istituzionale di presidente del Polo Multifunzionale Zonale della nostra zona 4, Centri Anziani e Centri Donna. Da allora il mio impegno è stato tenace e instancabile nella ricerca continua di soluzioni che potessero migliorare situazioni disagevoli esistenti sul territorio, con particolare riguardo alla realtà degli anziani e al dramma della violenza contro le donne. Un ruolo che mi ha impegnato moltissimo, su tanti fronti, ma mi ha regalato in cambio tantissime soddisfazioni nei rapporti umani ed affettivi, con persone meravigliose e ricche di sensibilità, che hanno apprezzato il mio operato e mi hanno quotidianamente trasmesso tutto il loro affetto. Dal 2009 ho ricoperto la carica di membro della Commissione Consultiva Pari Opportunità della Provincia di Milano, ora Città Metropolitana. Nel 2011 sono stata rieletta Consigliera di Zona 4, ma purtroppo ho avuto il ruolo di consigliera di opposizione, avendo vinto la giunta di centro – sinistra”.

In ambito amministrativo le persone sono funzioni e si giudicano pertanto per la loro efficacia, cioè per i risultati che hanno portato. Lei sotto questo profilo cosa può dirci dei suoi precedenti mandati in zona 4?

“Il mio principale obiettivo è sempre stato quello di migliorare la qualità della vita delle persone anziane, favorendone l’integrazione nel tessuto sociale di appartenenza; di contrastare il disagio derivante dalla solitudine e dall’isolamento, perché la solitudine porta all’emarginazione sociale e l’emarginazione è il principale ostacolo ad una terza età serena e dignitosa, a cui tutti hanno diritto dopo una vita di sacrifici; di fornire quindi occasioni finalizzate all’aggregazione sociale, cioè l’opportunità di incontrarsi, esprimere le proprie capacità, partecipare ad eventi ricreativi, culturali, formativi. Infatti dal 2006 al 2011, ho sempre cercato di promuovere corsi, visite guidate, incontri, conferenze, mostre, spettacoli, concerti ed eventi, gratuiti e aperti a tutta la cittadinanza, che fossero di supporto e di stimolo per tutti i cittadini”.

Questo per quanto riguarda il 2006-2011, e per il 2016-2021 in cui è stata rieletta in zona 4? E, soprattutto, per il 2021-2026?

“Nel 2016 ho avuto una ulteriore riconferma in qualità di consigliera del Municipio 4, con l’assegnazione del ruolo Istituzionale di presidente della Commissione Cultura – Bilancio – Affari Istituzionali – Centri Socio Ricreativi – Centri di Aggregazione – Biblioteche – Pari Opportunità. Purtroppo lo scoppio della pandemia ha determinato cambiamenti radicali nella nostra società e nella nostra vita. La necessità di ridurre le interazioni sociali ha drammaticamente ridotto le nostre attività culturali e socio-ricreative. Il risultato è che tuttora viviamo in un contesto di grande incertezza e soprattutto il mondo dei più anziani ha subito gli effetti negativi di questa crisi, poiché sono stati chiusi a causa del distanziamento sociale, i Centri dove normalmente si riunivano. Gli effetti della pandemia risultano inoltre più evidenti nelle categorie più fragili, con il rischio di ampliare ulteriormente la forbice sociale e le disuguaglianze, soprattutto in riferimento alle opportunità ed ai servizi. L’impatto che le restrizioni hanno avuto su tutti noi ed in particolare sulla popolazione più anziana, è stato devastante in tutti i sensi. Infatti oltre ad avere perso gran parte della generazione più matura, composta da persone che erano il nostro punto di riferimento, non soltanto negli affetti, ma anche nella vita quotidiana e negli insegnamenti, gli anziani restano la categoria che più facilmente evidenzia aspetti di fragilità sia fisica che psicologica. Ed è proprio da qui che intendo ripartire, dalla tutela e dal rispetto delle persone più deboli, dall’esigenza di ascoltare la loro voce, di creare per loro momenti di aggregazione che costituiscano un supporto psicologico, in modo da evitarne l’isolamento sociale, con un conseguente decadimento cognitivo”.

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