Interviste

Sull’obbligo del green pass il parere dell’avvocato Boetti Villanis

Riceviamo e pubblichiamo un’intervista all’Avv. Carlo Boetti Villanis pubblicata su ‘Electomagazine.it’

L’ultimo decreto sul Green Pass stabilisce l’obbligo di certificazione verde per tutti i lavoratori, sia del settore pubblico, sia del settore privato. Si è trattato di un provvedimento molto contestato da alcuni partiti politici, ma al tempo stesso ben accolto dalla maggioranza che regge il presidente del Consiglio Mario Draghi. Nonostante a tratti abbia dimostrato dubbi e dissenso al provvedimento, la Lega ha dato infine anch’essa il via libera alla nuova stretta, al netto tuttavia di non poche defezioni. Un gruppo di avvocati napoletani grida all’incostituzionalità del provvedimento mentre a Torino le manifestazioni contro il Green Pass infiammano le vie del centro. Per capire meglio quali siano le ragioni di questo rumore attorno al provvedimento del governo, abbiamo intervistato l’avvocato Carlo Boetti Villanis, portavoce regionale del settore “professionisti per Fratelli d’Italia”

Il 16/09 il governo ha approvato un decreto che introduce l’obbligo del green pass per tutte le categorie di lavoratori. Alcuni protestano e sollevano dubbi sulla legittimità della norma. Lei cosa ne pensa avvocato?

Io ritengo che non ci siano problemi di legittimità costituzionale. Al limite ci sono problemi di coerenza logica in un discorso che fa sì che attraverso il Green Pass si rende surrettiziamente obbligatorio il vaccino, utilizzando anziché una norma positiva – che dichiari l’obbligatorietà del vaccino – un sistema di controllo, quale è quello del Green Pass.

Il Green Pass serve a controllare che si sia effettuato il vaccino, ma non c’è a monte una norma che ti obblighi a vaccinarti. La contraddizione è sostanzialmente questa.

Il green pass può creare delle discriminazioni?

Ho letto recentemente un articolo o un intervento, credo sulla Stampa, del Professor Zagrebelsky. Il problema è che non tutte le differenze sono discriminazioni. Si possono fare delle differenze senza discriminare, d’altronde le differenze in un ordinamento giuridico fanno parte delle scelte politiche di uno Stato. Io non credo che ci siano delle discriminazioni che in qualche maniera pongano dei problemi di legittimità costituzionale. Si pone il cittadino di fronte a una scelta: ti vaccini e puoi fare certe determinate cose; non ti vaccini, le puoi fare soltanto se ti fai periodicamente un tampone che ti renda “sicuro”. Ma la contraddizione è proprio quella di utilizzare, come dicevo prima, il metodo di controllo al posto di utilizzare una norma di diritto positivo che dica a tutte le persone che sono in condizione di poterlo fare che debbono essere vaccinate.

Si può essere critici verso l’introduzione del green pass senza essere contrari al vaccino?

Assolutamente sì, non vedo per quale motivo. Il Green Pass è semplicemente un sistema di controllo dell’esistenza o meno di determinati presupposti per accedere a certi servizi o determinati luoghi.

Perché, secondo lei, non c’è stata, e non c’è, la volontà di introdurre l’obbligo vaccinale?

Bisogna fare una premessa. L’obbligo vaccinale sarebbe perfettamente legittimo anche dal punto di vista costituzionale. Mi limito a citare una Corte Costituzionale del 22 giugno del 1990 che dice: “la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l’articolo 32 della Costituzione se il trattamento è diretto a migliorare o preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri”. E ancora più recentemente, nel 2017, sempre la Corte Costituzionale ha stabilito che “la tutela della salute implica anche il dovere dell’individuo di non ledere, nè porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui, concludendone peraltro, che gli obblighi di vaccinazioni obbligatorie possono essere considerati necessari nell’ambito di una società democratica per la preservazione della salute pubblica”. Fatta questa premessa, e premesso che l’obbligo di vaccino sarebbe perfettamente costituzionale, io mi domando per quale motivo l’hanno fatto, e la domanda purtroppo è senza risposta. Nel senso che o vi sono degli elementi tali per cui non ritengono di dover imporre obbligatoriamente la vaccinazione, oppure, probabilmente, hanno ritenuto di evitare di sovraeccitare, di esacerbare gli animi di quella minoranza, peraltro rumorosa No Vax, con un obbligo che probabilmente non sarebbe stato vissuto con serenità da queste minoranze.

Viviamo quindi in una società dove la suscettibilità dell’elettorato va a condizionare i metodi del legislatore?

Non è un problema di oggi, dura da sempre. L’opinione pubblica ha sempre condizionato le scelte del legislatore. A volte in termini di obiettivi, a volte in termini di metodi per raggiungere questi obiettivi. Da sempre si cerca di evitare che si creino delle contrapposizioni politiche e delle contrapposizioni sociali tali da rendere insicuro l’equilibrio democratico di un Paese.

Federico Bottino

Di seguito il link al video dell’intervista:  https://www.youtube.com/watch?v=Kzkd4LzdqPw

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