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Bipolarismo e astensionismo

Se bipolarismo significa che due coalizioni, composte da più partiti, si confrontano e sfidano nelle competizioni elettorali con una nuova legge, che ripristina il diritto di scelta degli elettori attraverso la preferenza, il sistema può funzionare.

Se invece attraverso il bipolarismo si tenta di riportare in vita un bipartitismo che ha già dato i suoi frutti avvelenati, allontanando i cittadini dal voto e dalla politica, siamo assolutamente contrari così come siamo contrari ad esperienze simili a quella del Pdl che tanti problemi ha creato, problemi dei quali ancora, in parte, subiamo le conseguenze.

Quella che per molti decenni è stata la più grande democrazia al mondo, gli Stati Uniti, proprio attraverso il bipartitismo, oltre che ad un distorto sistema per il quale per votare bisogna iscriversi alle liste elettorali, sta ormai dimostrando di non essere in grado neppure di presentare per le presidenziali candidati sufficientemente credibili ed in grado di rappresentare nel mondo un punto di reale riferimento.

Negli Stati Uniti la non partecipazione al voto, per colpa del bipartitismo, è un problema, problema che è arrivato anche in Europa e che da noi può essere arginato, eliminato, solo restituendo ai cittadini la possibilità di confrontarsi con scelte politiche e programmi chiari nei quali si sentano, almeno in parte, coinvolti.

L’uso smodato dei social, che non possono sostituire luoghi di incontro fisico con lo scambio di idee tra persone reali, il costante affidarsi a slogan, battute, la scomparsa dei dirigenti di partito dai media televisivi e della carta stampata, che intervistano solo i leader, non fa crescere una classe dirigente, non fa conoscere ai cittadini i loro rappresentati e crea una situazione di indifferenza ed una mancanza di fiducia che si tramuta nell’astensionismo.

Una società sempre più tecnologica sta lasciando indietro milioni di persone, anche tra i giovani che, spesso, usano questi strumenti più per isolarsi che per comunicare realmente, per questo c’è l’urgente necessità di tornare ad un confronto diretto perché se si può guardare una persona, un politico, negli occhi si può sperare che ti consideri come essere umano non come suddito da pilotare.

Se invece le forze politiche sono tutte d’accordo, e questo sospetto non è peregrino, nel non ritenere l’astensionismo un problema per la democrazia e lo vedono invece come un’opportunità per loro perché meno gente vota meno c’è confronto ed i leader hanno più facilità nell’imporre le loro scelte ed i loro candidati è allora evidente che o i cittadini saranno in grado di trovare nuove forme per contare o si andrà sempre più verso una deriva oligarchica.

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