Italia sempre più povera
Questo drammatico risultato rappresenta la sintesi della politica italiana,o meglio della gestione della spesa pubblica finanziata con il costante aumento del prelievo fiscale e con il nuovo debito pubblico.
Al crescere della prima sono sempre corrisposti una maggiore pressione fiscale e crescita del debito stesso, i quali, tuttavia, sono stati utilizzati per obiettivi diversi rispetto alle finalità dichiarate.
In altre parole, sono stati traditi gli obiettivi finali i quali erano stati indicati dai sostenitori dei benefici della spesa pubblica nella riduzione delle differenze sociali e soprattutto nel finanziamento dei servizi.
Proprio in considerazione del mancato conseguimento degli obiettivi dichiarati, emerge il fallimento colossale dell’effetto redistributivo della spesa pubblica sostenuto dall’intero mondo della politica indipendentemente dall’orientamento politico. Un fallimento tanto più clamoroso se considerato anche in rapporto alle scelte strategiche che tutti i governi dal 2011 ad oggi hanno posto in essere.
Non va Infatti dimenticato come nel nostro Paese tutti i governi sia di centro-sinistra che di centro-destra hanno dimostrato una strategia governativa finalizzate essenzialmente alla facilitazione delle
(1) privatizzazioni di monopoli indivisibili (cdx+csx) che hanno determinato maggiori costi per l’utenza fino ai 43 decessi del Ponte Morandi per l’azzeramento degli investimenti in manutenzione.
In più (2) dal 2011 al 2023 ogni governo che si è succeduto alla guida del Paese ha contribuito alla esplosione con +900 mld del debito pubblico dal 1987 al 2011 fino agli attuali 2856, sempre a sostegno della
(3) crescita della spesa pubblica (cdx+csx) contemporanea, però, (4) alla riduzione spesa sanitaria (csx+cdx).
Questo disastroso risultato che porta i cittadini italiani nel novero dei paesi sottosviluppati dell’Europa dell’est dimostra, una volta di più, come in Italia la spesa pubblica venga utilizzata da ogni componente politica semplicemente per l’esercizio del potere.
Un aspetto degenerativo già chiaro nel lontano novembre 2018 (https://www.ilpattosociale.it/attualita/la-vera-diarchia/).
Mai come ora all’interno di un disastro epocale espressione di una intera classe politica e dirigente vale il principio: “Tutti colpevoli nessun colpevole”.