Le gravi responsabilità del governo sull’Autonomia differenziata
On. Nicola Bono, Presidente di Europa Nazione
L’intervista su La Sicilia del 7 gennaio scorso del Ministro del Mare Musumeci, finalizzata a esaltare, senza argomenti convincenti, quanto “il Presidente Meloni abbia a cuore tutto il Sud”, avrebbe lasciato indifferenti i siciliani, abituati alla coniugazione al futuro dei verbi della politica, se non fosse per l’omissione di un tema fondamentale per pesare realmente il futuro del Sud, e cioè l’assoluto silenzio sull’Autonomia Differenziata.
Come mai l’unico Ministro residente siciliano nulla dice su questo tema?
Facendo torto al Premier, che invece il 5 gennaio ha dichiarato, dopo lunghi silenzi in merito, la buona novella e cioè che “l’Autonomia si tiene perfettamente con il premierato” e soprattutto, dopo avere spiegato una contorta quanto inesistente tesi sulla funzione della riforma, concludere con l’affermazione “Questo è il tema dell’Autonomia. E io penso che può essere anche un volano per il mezzogiorno”.
Quindi Musumeci non crede, in contrasto con il Premier, che l’Autonomia Differenziata sia un volano per il mezzogiorno e non la cita tra le mirabilie del governo per il Sud? O sa che non solo non è un volano, ma che grazie all’accordo FdI – Lega, sul Premierato in cambio dell’Autonomia Differenziata, si sta consentendo l’approvazione di un disegno di legge che abolisce il Sud e con esso il futuro dei 20 milioni di meridionali, e farà danni anche al Nord, solo per soddisfare le strategie della casta leghista, affamata di consensi, che evaporeranno in proporzioni gigantesche quando gli italiani capiranno e subiranno le gravissime conseguenze di questa scellerata riforma?
L’Autonomia Differenziata infatti non perdona, nella versione del disegno di legge Calderoli, perché basta capire come funzionerà davvero, per non avere dubbi sul collasso dello Stato e del Paese, altro che difesa della Patria.
Non è un caso che ci sia una congiura del silenzio nel Paese e non ci sia né dibattito, né aggiornamento alcuno sul tema nei media nazionali e locali.
Pochi cittadini sanno che l’Autonomia Differenziata è stata inserita tra i disegni di legge collegati alla manovra finanziaria, senza che esista alcun collegamento tra i due provvedimenti, ma unicamente per accelerare i tempi di approvazione.
Che a gestire i Livelli Essenziali di Prestazioni ed i relativi costi, saranno le commissioni paritetiche delle singole regioni, che potranno modificare o inventare nuovi LEP, avendo come unico limite le disponibilità erariali della propria regione.
Ciò significa che le commissioni paritetiche tenteranno di trattenere nei propri territori la quasi totalità delle disponibilità erariali, e ciò a discapito dello Stato che non potrà più avere e gestire le risorse per consentire l’espletamento delle sue funzioni e garantire i principi fondamentali di solidarietà all’intero Paese.
Che per evitare che anche pochi euro sfuggissero alle Regioni ricche per scopi solidali, nella legge non è previsto il Fondo Perequativo, sancito dall’articolo 119, terzo comma della Costituzione.
Che, sia il Servizio di Bilancio del Senato, che l’ultimo rapporto sulla finanza pubblica, hanno nel tempo evidenziato l’insostenibilità finanziaria del disegno di legge Calderoli, mentre appare scandalosa l’approvazione di un ordine del giorno che accetta il principio delle “Gabbie Salariali” in rapporto al costo della vita nelle varie regioni, il che è un evidente strumento di distrazione di massa, fornito per creare un atterraggio, il più morbido possibile, all’Autonomia Differenziata, il cui vero obiettivo è di fatto proprio l’aumento delle retribuzioni, con il trattenimento delle disponibilità erariali delle regioni ricche, e di conseguenza mandare a gambe in aria l’intero Paese.
Questo è il portato dell’Autonomia Differenziata, che farà danno anche al Nord, il cui mercato principale è il Mezzogiorno, che privato di risorse, non potrà più comprare, e perché gli aumenti delle retribuzioni potranno effettuarsi solo sulle attività collegate ai LEP, e ciò creerà fortissime tensioni sociali anche nelle regioni ricche.
Davanti a questo scenario il silenzio dei parlamentari del centrodestra è drammatico e assolutamente inaccettabile nel Paese e soprattutto al Sud.
Nessuno di costoro a tutt’oggi ha avuto il coraggio di prendere posizione e la situazione è che non solo il Sud non lo difende nessuno, ma è l’intero Paese che rischia di implodere e di vedere la fine della stessa Unità Nazionale.
Ma davvero si può accettare, in cambio di una modifica costituzionale come il Premierato, una riforma come l’Autonomia Differenziata che rischia di distrugge il futuro di decine di milioni di persone, senza una ragione diversa dal puro egoismo?
Non c’è alcun rapporto ragionevole in questa intesa e quando i cittadini se ne accorgeranno i responsabili di questo scempio saranno chiamati a rendere conto.
Ed un’ultima considerazione al Premier Meloni: un Premier ancorché eletto dal popolo, ma senza denari, a che serve?