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Polvere negli occhi

Come sempre quando i problemi  del Paese diventano più complessi, quando bisognerebbe dare risposte concrete ed immediate a problemi concreti e da tempo incancreniti, le forze politiche, al governo o all’opposizione, cercano di distogliere l’attenzione dei cittadini facendo proposte e boutade inutili  se non dannose e ridicole, negli ultimi giorni quella del voto a 16 anni della quale diversi schieramenti si contendono la paternità o maternità. Mentre da tempo quasi la metà degli aventi diritto al voto sceglie l’astensione cercando di far comprendere tutta l’insoddisfazione, che da anni aumenta, per le non scelte o le scelte sbagliate della politica, i soliti ben noti, che hanno come unico obbiettivo rastrellare voti tra uno slogan e l’altro, lanciano al Paese la proposta del voto ai sedicenni. A quei ragazzi, dei quali molti chiedono maggiore attenzione per la scuola e per le loro legittime esigenze mentre altri, purtroppo, si dilettano in azioni di bullismo dimostrando una oggettiva necessità di educazione alle più elementari regole del vivere insieme e del rispetto di se e degli altri, i leader della politica italiana offrono il diritto al voto ma non il diritto ad una società giusta e serena, il diritto a crescere nei tempi idonei, a maturare la capacità di conoscenza e riflessione necessarie per effettuare qualunque scelta, compresa quella che si esprime con il voto. E’ facile rispondere a questi lungimiranti politici che per votare sarebbe necessario avere l’opportunità, la capacità di conoscere le vere proposte dei partiti, i programmi, gli errori o le cose buone che hanno fatto, la loro storia passata e presente e che, di conseguenza, per scegliere bisogna leggere i giornali, seguire i telegiornali e le poche trasmissioni di approfondimento, aver almeno sfogliato qualche libro perché non si può decidere del proprio e altrui futuro solo sull’emozione di qualche dichiarazione o di qualche twitter e certo a sedici anni non si leggono giornali o si vedono e ascoltano telegiornali ma si viaggia sui social con parole smozzicate.

Vero è che anche gli adulti non sono informati come dovrebbero, che i documenti e le proposte dei partiti non sono comparate alla effettiva possibilità di realizzazione ma è una colpa della quale si assumono la responsabilità, una responsabilità condivisa con chi, all’interno dei partiti e del sistema, auspica, e in tal senso opera, che gli elettori siano sempre più succubi, disposti a delegare ad altri, incapaci di ottenere il loro diritto di scegliere liberamente chi li rappresenta, come dimostrano le leggi elettorali di questi anni. I sedicenni, i minorenni hanno il diritto di pretendere di arrivare più consapevoli al tempo delle scelte mentre sia la scuola che la famiglia e la società in genere di questo non si occupano e preoccupano. Vogliamo riprendere alcuni passi della lettera della classe II del liceo Perticari di Senigallia, pubblicata a pag. 29 dal Corriere della Sera di venerdì 4 ottobre, nella quale si dice ben chiaro come i sedicenni vedano nella proposta una “strumentalizzazione nei loro confronti, un tentativo di renderli protagonisti di qualcosa che non appartiene ancora al loro mondo, ed ancora che non ritengono di avere maturato una coscienza politica, di essere troppo giovani e dunque facilmente influenzabili”. Anche la Libertà, il quotidiano di Piacenza, come altre testate, ha pubblicato un sondaggio tra  i sedicenni,  che dimostra come il diritto al voto non sia una priorità, anzi non sia proprio tra le loro necessità. Intanto mentre sul voto ai sedicenni ci si accapiglia e discute buttando altro fumo in faccia alla gente per distrarla dai problemi gravi che attendono risposta i dati dell’Osservatorio sulla sicurezza dovrebbero richiamare la politica ai suoi doveri. Soltanto l’anno scorso vi sono stati 70 crolli nelle scuole con il ferimento di altrettante persone tra allievi e personale scolastico. Il ministro ha annunciato una serie di iniziative, vedremo se partiranno visto che appartiene allo stesso partito, 5 Stelle, che ha già governato con il primo governo Conte senza dar vita a quelle ristrutturazioni delle quali, sempre senza concludere, aveva già parlato Renzi quando era Presidente del Consiglio. In verità, secondo i dati presentati dall’Osservatorio, alla sua diciassettesima edizione, dal 2013 vi sono stati 276 episodi ed incidenti, crolli, ferimenti dovuti ad un’edilizia scolastica ormai decrepita.

Sommessamente, una volta ancora, ricordiamo alla politica i suoi compiti, chiunque e dovunque sia eletto deve agire nell’interesse dei cittadini non nell’interesse del proprio partito, e conoscere i problemi del territorio, dello Stato che si rappresenta è un dovere che troppo spesso si è dimenticato. I sedicenni non chiedono di poter votare ma di poter studiare, crescere, vivere in un paese civile.

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