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Troppi i silenzi dell’Italia sul Venezuela

La sempre più drammatica situazione venezuelana ci riporta ad alcune considerazioni, dal concetto di democrazia alla cosiddetta autodeterminazione dei popoli, dal diritto internazionale al dovere di difendere i diritti umani, dalla legittimità dei governi alle posizioni di politica estera che uno Stato deve avere a garanzia non di una parte politica ma della nazione che rappresenta.
Dovrebbe essere chiaro che nessuno ha diritto di ingerenza all’interno di un altro Stato se non vi è una sollevazione popolare ed una esplicita richiesta di aiuto suffragata da fatti conosciuti. Nel caso del Venezuela la mancanza di acqua negli ospedali unita alla mancanza dei farmaci più elementari e necessari per salvare la vita alle persone, la mancanza di cibo che si registra da mesi mentre la popolazione è in ginocchio e centinaia di migliaia di persone fuggono nei paesi vicini, creando negli stessi nuovi problemi e gravi disagi, le nebulose vicende legate alle ricchezze del paese ed ai conti esteri, uniti alle molteplici richieste che arrivano dal popolo e da associazioni varie credo siano motivo più che sufficiente per condividere la decisione europea.
Il silenzio dell’Italia preoccupa, sia esso motivato da un’incomprensibile simpatia per il sinistro Maduro o da una congenita incapacità, anche per ignoranza, di chi ci governa di capire la politica estera, la democrazia e la difesa dei diritti umani. D’altra parte la non considerazione dei diritti umani e dei diritti dei cittadini non è un problema solo di questo abborracciato governo, basti pensare ai silenzi per le incarcerazioni in Turchia, alla non volontà di pretendere campi profughi umani nei paesi nei quali essere immigrato è sinonimo di essere torturato, il silenzio sullo Jugendamt tedesco, solo per fare qualche esempio.
Il concetto di democrazia sembra ormai essere elastico a seconda della colorazione politica e quanto si condanna se si è all’opposizione diventa lecito se si governa. Non è democrazia quella venezuelana e richiedere nuove elezioni è legittimo e doveroso, non è democrazia quella italiana dove le dichiarazioni e le scelte di governo nascono da obbiettivi elettorali e non da reale conoscenza di quanto è necessario al sistema paese, dal singolo cittadino alla più grande impresa.

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