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In attesa di Giustizia: Odeon, tutto quanto fa spettacolo

S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo…quella tra uffici giudiziari è una tenzone che sembra non conoscere tregua nell’offrire uno spettacolo desolante.

La settimana scorsa, in questa rubrica, abbiamo commentato talune, purtroppo tradizionali, inefficienze, questa volta, con una cronaca sintetizzata, ai lettori sarà offerto, selezionato fior da fiore, qualcosa di peggio tra le ultime notizie. Perché al peggio non c’è limite.

Sia ben chiaro, innanzitutto, che non spetta alla Lombardia, con la decaduta Procura di Milano, il triste primato di magistrati inquisiti: da qualche tempo glielo contende la Puglia dove ben quattro sono stati arrestati, ed alcuni anche già ritenuti responsabili di reati infamanti.

L’ultimo, in ordine di apparizione, è Giuseppe De Benedictis (ex Giudice per le Indagini Preliminari di Bari non nuovo a guai giudiziari) che è stato condannato a nove anni e nove mesi di reclusione in sede di giudizio abbreviato: il che significa che, senza la riduzione della pena prevista per chi sceglie quel rito, staremmo parlando di una sentenza vicina ai quindici anni di carcere.

Corruzione: in ipotesi di accusa (sostenuta anche dal contenuto di intercettazioni ambientali) il signor giudice, molto semplicemente, “vendeva” arresti domiciliari e libertà al miglior offerente ed in particolare ad un avvocato di Bari, Giancarlo Chiariello, anch’egli sanzionato in egual misura.

C’è invece chi in galera ci va ingiustamente ed il legislatore è dovuto di intervenire con una legge, recentemente e finalmente applicata, a chiarire che il risarcimento per una carcerazione ingiustificata spetta anche ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Questa opportunità, per quanto sancita dalla Costituzione, è stata a lungo strumentalizzata con bizantine giustificazioni per non riconoscere neanche un euro di ristoro. Uno dei Distretti di Corte d’Appello che anche prima della riforma ha dovuto  riconoscere il maggior numero di riparazioni per ingiusta detenzione è quello di Catanzaro: per fare un esempio, nel 2018 furono 182, il doppio rispetto a Roma, mentre a Bolzano ce ne fu una sola. Sarà una fortuita combinazione ma è il territorio in cui Nicola Gratteri fa fioccare le ordinanze di cattura salvo poi vedersele annullare “a mazzi da dodici”.

A Potenza, invece, accadono altre cose quantomeno stravaganti: c’è un Pubblico Ministero che, sospettando – non si sa bene in base a cosa – che sia falso un certificato medico spedito da un avvocato per giustificare l’impossibilità a partecipare ad un’udienza determinandone il rinvio, manda successivamente le Forze dell’Ordine insieme ad un medico per sottoporlo ad accertamenti, a tentare una sorta di maldestra perquisizione in studio e lo indaga; nemmeno questo è dato sapere a quale titolo: il Tribunale aveva già ritenuto legittimo l’impedimento a comparire

Il commento a margine è uno solo: se fossimo un paese civile questo magistrato andrebbe rapidamente buttato fuori a calci dall’Ordine Giudiziario e la stanza da lui occupata purificata con la calce viva e con il fuoco prima di assegnarla a qualcun altro.

A Potenza, invece che dilettarsi con manifestazioni muscolari da Repubblica delle Banane, dovrebbero  studiare di più sia i P.M. che i Giudici.

In quattro diversi  – omettiamo i nomi per carità cristiana – non sono riusciti a capire una cosa che (con l’eccezione sicura di Alfonso Bonafede)  sanno gli studenti del primo anno di giurisprudenza: che le persone giuridiche – cioè le aziende – sono una cosa diversa dalle persone fisiche, cioè gli esseri umani.

Non stiamo parlando di scienza missilistica ma in quattro, tra giudici e pubblici ministeri, hanno impiegato cinque anni per dare la risposta sbagliata: se un procedimento in base alla legge sulla responsabilità, appunto, delle persone giuridiche si dovesse fare a carico di un Consorzio (risposta esatta) o del suo Presidente, morto nel frattempo di covid (risposta sbagliata). Gli svarioni assommati in questa indagine sono anche molti altri ma questo è grossolano al punto da far credere di essere su Scherzi a Parte: la legge di riferimento è del 2001 e in ventun anni c’è persino chi completa un corso di studi e si laurea: a Potenza non sono riusciti a studiare decentemente una legge prima di tentare, malamente, di applicarla.

Tuttavia, un futuro questo quartetto lo ha in ogni caso: se candidati con i Cinque Stelle potrebbero senz’altro  aspirare al Ministero di via Arenula.

Negli anni Ottanta c’era una deliziosa trasmissione televisiva sulla RAI: “Odeon, tutto quanto fa spettacolo”, un misto tra Paperissima e Lo Show dei Record e come si vede anche nel settore della Giustizia lo spettacolo non manca mai ma è indecente.

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