In attesa di Giustizia: ricchi premi e cotillons
Alzi la mano chi se, banalmente, ha una carie si rivolge ad un ortopedico invece che ad un medico specializzato in odontostomatologia e chi si sentirebbe rassicurato di essere operato di menisco da un urologo…tanto per fare un paio di esempi: fortunatamente, in medicina, esistono le specializzazioni e la gran parte dei medici ne ha conseguita almeno una per quanto obbligatorie siano solo quelle per radiologi ed anestesisti rianimatori.
Se è vero che – seppure entro certi limiti – gli avvocati non salvano vite umane, tuttavia la specializzazione per questa categoria di professionisti è qualcosa che ancora è legato ad una comprovata esperienza più che ad un certificato percorso di approfondimento di studi: gli avvocati, con una variegata serie di obiezioni, hanno sempre opposto resistenza ad una normativa che da qualche anno si tenta di varare ricalcando quella del settore sanitario ed è stata maldigerita anche la frequenza obbligatoria a corsi di aggiornamento con le eccezioni di chi svolga attività di ricerca e/o insegnamento e di coloro che abbiano superato il sessantesimo anno di età ovvero dopo venticinque anni di attività professionale.
La scelta del legale, diversamente da quella del medico è frutto, quindi, del passaparola ovvero di una notorietà nel comparto di interesse; il che è abbastanza agevole qualora il difensore di cui si ha bisogno sia un penalista: basta seguire la cronaca, infatti, si occupa largamente di grandi inchieste e processi penali in cui i nomi degli avvocati risaltano sempre e sono molto spesso sempre gli stessi.
Più complicato, viceversa e sempre per fare esempi, è individuare un professionista affidabile in materia di locazioni, per non parlare – senza addentrarsi nella competenza del Tribunale delle Acque – dell’area vastissima e diversificata del diritto amministrativo.
La qualifica di specialista sarebbe, quindi, un’eccellente strumento per orientarsi ma bisognerà ancora attendere; nel frattempo gli avvocati che, per par condicio con i magistrati non possono andare immuni da critiche in questa rubrica, prediligono altri (opinabili) criteri di qualificazione e promozione personale.
A parte le ambitissime comparsate in trasmissioni televisive nelle quali non è infrequente assistere a penose dimostrazioni di inconsistenza tecnica (il grande pubblico, però, è difficile che se ne avveda) ed anche a qualche inciampo nell’uso del congiuntivo, la nuova terra di conquista sono i premi assegnati da misteriose entità, testate giornalistiche di settore, magazines che non si troveranno mai in un’edicola ed è difficile trovare, anche dimenticati, su aerei, treni o nei locali di decenza (come si chiamavano una volta) degli autogrill. Abbondano, invece, nelle sale d’aspetto di alcuni studi con il faccione austero del titolare, vestito dell’immancabile gessato, in copertina.
I riconoscimenti hanno definizioni altisonanti e sono quasi sempre abbinati a paginate di intervista del premiato: Studio Innovativo dell’Anno, Miglior Studio Legale Boutique, Eccellenza Giuridica Regionale, Cicerone d’Oro e chi più ne ha più ne metta, preferibilmente con l’impiego di anglicismi ed il richiamo a rigorosi criteri di selezione da parte di autorevolissimi Comitati Scientifici.
E per partecipare a cotanti agoni e puntare se non alla vittoria almeno al podio cosa bisogna fare? Generalmente tutto si risolve nell’invio della candidatura e, più che altro, nell’acquisto di biglietti per la partecipazione alla Cena di Gala in occasione della quale verranno rivelati i vincitori selezionati dal Comitato Scientifico…in base al numero di posti prenotati e regolarmente saldati unitamente al prezzo per la pubblicazione di intervista con gigantografia in copertina su una delle prestigiose riviste dell’editore.
Diffidate, gente, diffidate…e Buon Natale a tutti!