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In attesa di Giustizia: scampato pericolo

Ce l’ha fatta, scampato pericolo come previsto: il peggiore Guardasigilli della storia repubblicana, repubblichina, monarchica, pre – unitaria, forse dai tempi delle Signorie e dei Comuni, si è visto confermare la fiducia nonostante le perplessità precedenti al voto manifestate da Italia Viva. Perplessità che non avevano illuso nessuno tra coloro che non avrebbero dubbi se comperare o meno un’auto usata da Renzi.

La domanda potrebbe, a questo punto, essere una sola: cosa sia stato negoziato in cambio. Ma non andiamo oltre, quelle vigenti sono regole da basso impero, altro che seconda o terza Repubblica. Andare più oltre, tra l’altro, esporrebbe eccessivamente al rischio di una querela…ammesso che Bonafede sappia cosa sia (cit. fonte mantenuta anonima ma attendibile).

Il Ministro della Giustizia, peraltro, nel suo intervento si è detto disponibile a monitorare (non rivedere…) l’istituto della prescrizione così come modificato, che è frutto di infinite polemiche anche all’interno della maggioranza di Governo.

Insomma, un contentino che non accontenta nessuno neppure per la complementare promessa di costituire una Commissione Ministeriale, appunto di “monitoraggio” degli effetti delle nuove regole sulle sorti del processo penale.

Tra l’altro, non è una novità, ne aveva già fatto cenno mesi addietro, ma si tratta di un’idea quantomeno balzana perché mettere sotto osservazione il funzionamento della prescrizione modificata, per ragioni spiegate più volte anche su queste colonne, equivale a rinviare a tempi indefiniti e del tutto ipotetici tanto i risultati dello studio quanto gli eventuali interventi correttivi.

E mentre si conferma, di fatto, il “fine processo mai” nulla più è dato sapere dei propositi (buoni o criticabili che siano, più probabile la seconda ipotesi) di riformare il processo penale riducendone i tempi, magari con un DPCM, tanto in voga di questi tempi.

Aspettiamo, allora, che venga insediata – se mai lo sarà – questa Commissione di Monitoraggio, proposta sostenuta da Italia Viva, ed i cui lavori portino ad una rivisitazione critica della attuale politica giudiziaria sostenuta da via Arenula, a cominciare dalla riforma della prescrizione.

Vi è anche una certa confusione sugli scopi di questa Commissione se si riguarda ciò che sarebbe nelle aspettative di taluni esponenti del PD e le parole del Ministro: forse quella che parrebbe negoziata sul voto di fiducia non ha nulla a che fare, con quella di “monitoraggio” della quale parla Bonafede, e del resto siamo di fronte ad un’ennesima, inascoltabile ed inguardabile sceneggiata sulla scena politica.

Quello che potrebbe servire davvero è un gruppo di studio che lavori seriamente alle riforme del sistema giudiziario: possibilmente con i componenti che siano scelti tra giuristi di chiara fama e che non ascrivano tra i titoli di selezione l’essere parenti (oggi si dice prossimi congiunti), amanti (rectius affetti stabili) di qualcuno, trombati alle elezioni, collettori di voti o personaggi in cerca di autore con il patronaggio di qualche influente amico.

Serve qualcuno che voglia rimboccarsi le maniche e sappia come farlo, per aprire un nuovo percorso: ma i monitoraggi dei disastri  lasciano il tempo.

Noi, con fiducia (la nostra) al lumicino, restiamo in attesa di Giustizia e, forse, orgogliosamente di querele.

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