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Toghe&Teglie: farinata di cavolo nero e fagioli borlotti
Francesco Toschi Vespasiani
Buona settimana a tutti! Sono Francesco Toschi Vespasiani, fiorentino del Gruppo Toghe & Teglie che questa rubrica ha ospitato anche di recente: torno a voi con un’altra delle preparazioni “storiche” della mia famiglia che – in passato – ha gestito una trattoria tipica toscana e la pentola che vedete in fotografia, insieme alla ricetta, è stata ereditata da mia nonna.
Allora: un po’ a spanne come quantità per tre o quattro persone: tenete conto che è una zuppa saziante.
250 grammi di fagioli borlotti, 300 grammi di farina di mais, un porro, due bei cespi di cavolo nero, olio e sale q.b..
Pulite il cavolo nero e lessatelo in acqua bollente e salata e conservatela al termine.
Cuocete anche i fagioli borlotti dopo averli lasciati a bagno almeno 8/10 ore (se avete fretta, in pentola a pressione, cuociono ottimamente in 14 minuti) e salateli leggermente appena si può aprire la pentola. Quelli già pronti non valgono.
Qualora abbiate preparato i fagioli in pentola aperta, salate 10 minuti prima della fine cottura. Tenete da parte anche quest’acqua di cottura
Ora tagliate il porro a rondelle sottili e fatelo stufare in un tegamino con l’olio sufficiente per condire tutta la farinata.
Mettete in un’altra pentola capiente l’acqua di cottura del cavolo, unite quella dei fagioli e un po’ di acqua del rubinetto e portate a bollore, poi versate a pioggia la farina di mais, mescolando bene e fate cuocere a fuoco moderato.
Dopo 10 minuti versate nella pentola sia il porro con il suo olio, sia il cavolo nero che avrete nel frattempo tritato; ricordatevi di mescolare ogni tanto (mestolo rigorosamente in legno) perché la farinata tende ad attaccarsi sul fondo.
Proseguite la cottura per 40/50 minuti ed a 15 minuti dallo spegnimento, versate nella pentola anche i fagioli, aggiustando di sale.
La farinata dovrà risultare densa, ma morbida: quindi, in caso di necessità, diluite con acqua bollente durante la cottura.
Ultimo passaggio: potrebbe piacere un po’ di pancetta o dello speck a dadini saltati in padella per renderli croccanti (senza bruciarli: devono restare morbidi all’interno) per insaporire la zuppa.
E’ un’aggiunta che si può certamente fare: non io perché penso che, tutto sommato, stoni un poco con un piatto tradizionale dei contadini delle campagne toscane…ma male non fa e potrete provare entrambe le versioni.
Un caro saluto, a presto!