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TogheTeglie: la pizza rentorta

Giusi Aguzzi

Cari lettori de Il Patto Sociale, buongiorno a tutti da Giusi Aguzzi, avvocato reatino del Gruppo Toghe & Teglie; passata la festa gabbato il Santo? Ma per nulla! Trascorse la Pasqua e Pasquetta vi propongo una preparazione che, alle nostre latitudini, è tipica per le festività in generale ma va benissimo sempre: infatti l’ho realizzata anche di recente ed ai miei amici avvochef è tanto piaciuta che mi hanno chiesto la ricetta da condividere con voi.

Sto alludendo alla pizza rentorta, originaria del Cicolano (cos’è il Cicolano? Una regione storico-geografica situata nella bassa provincia di Rieti), che prende il nome dalla sua forma attorcigliata che, appunto, in dialetto si dice rentorta.

Come ho anticipato si cucina soprattutto in occasione delle feste comandate ma non meno che per le gite fuori porta visto che è molto buona da mangiare anche fredda.

Passiamo alla realizzazione (dosi spannometriche, come di consueto in questa rubrica, salvo qualche lodevole eccezione).

Iniziate, ovviamente, con la classica sfoglia, o ‘stesa’ come si dice qui a Rieti: per una pizza rentorta di medie dimensioni bisogna utilizzare tre uova intere e tutta la farina che raccolgono sino a diventare un impasto omogeneo.

Dopo averlo fatto riposare per una mezz’ora in una ciotola coperta con un panno, stendete l’impasto provvedendo che la sfoglia rimanga un po’ spessa perché deve contenere il ripieno senza rompersi.

A questo punto si può farcire con diversi ingredienti a vostro piacimento: io, in questa occasione, ho scelto – come si vede dalla foto – salsicce nostrane mondate della pelle e sbriciolate, stracchino da stendere come base sulla sfoglia, scamorza a tocchetti e della cicoria ripassata, rigorosamente di campo.

Salumi, verdure e formaggi, scelti ed assortiti variamente facendo attenzione alle migliori combinazioni di sapore, sono le opzioni ideali.

Ora, con delicatezza per evitare rotture dell’impasto e fuoriuscita del ripieno, si arrotola il tutto formando un rotolo che poi si attorciglia ulteriormente dandogli la forma di una girella. Se preferite potrete anche evitare quest’ultimo passaggio, un filo più complesso per non provocare rotture della sfoglia proprio all’ultimo…ma con il tempo e un po’ di esercizio non riuscirà difficile: tanto quello che conta è il sapore.

Si mette in forno per circa mezz’ora, preriscaldato a 180 gradi, e se tutto va secondo i piani ne uscirà una delizia…difficile che duri anche solo fino a sera per verificare se è davvero buona anche a temperatura ambiente.

Buon appetito, a presto.

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