acqua

  • Acqua bene prezioso ma c’è chi consente che sia dispersa

    Se è vero che 2 miliardi di persone non hanno acqua, se è vero che per l’emergenza idrica le scorte italiane possono finire tra un mese come dobbiamo valutare il fatto che né i precedenti governi né quello attuale hanno predisposto la revisione e l’ammodernamento della nostra rete idrica che da anni disperde più del 30% dell’acqua che dovrebbe arrivare nelle nostre case? Acqua è un bene prezioso, una risorsa naturale non rinnovabile, chi consente che sia dispersa, perduta è un incompetente o….? Ai cittadini la risposta

  • Con Fondazione Pubblicità Progresso all’evento #ilsocialecomunica – l’acqua bene comune

    Si intitola  #ILSOCIALECOMUNICA – L’ACQUA BENE COMUNE l’evento organizzato della Fondazione Pubblicità Progresso che si terrà mercoledì 21 novembre alle ore 14.30 presso l’Auditorium Testori in Piazza Città di Lombardia, 1 a Milano. L’appuntamento sarà dedicato alla riflessione su uno dei beni più importanti e preziosi a nostra disposizione, l’acqua e rientra tra le attività di Fondazione Pubblicità Progresso in merito alla sensibilizzazione ambientale e al rispetto delle risorse del nostro pianeta, a cui è ispirata la campagna #CiRiesco.

    Al convegno interverranno esperti di comunicazione sociale, manager e rappresentanti istituzionali per discutere de “L’acqua bene comune”. Sarà inoltre presentato uno studio ad opera di Acqua Group. Parteciperanno, tra gli altri, Alberto Contri, Presidente Pubblicità Progresso, Pierfrancesco Majorino, Assessore Politiche Sociali, Salute e Diritti, Stefano Cecchin, Presidente ARPA Lombardia, Michele Falcone, Direttore Generale CAP, Stefano Cetti, Direttore Generale MM, e l’attore Alessandro Bergonzoni.

    Al seguente link il programma completo: https://www.pubblicitaprogresso.org/it/blog/news/-ilsocialecomunica-l-acqua-bene-comune

  • Affamata una persona ogni 9 sul pianeta, occorre rafforzare la catena alimentare

    Nel 2017 le persone denutrite nel mondo hanno toccato quota 821 milioni, in aumento di 6 milioni rispetto all’anno precedente, secondo il rapporto ‘Lo stato di sicurezza alimentare e nutrizione’ di Fao, Oms, Unicef, Ifad e Programma Alimentare. Una persona ogni 9 al mondo con cibo insufficiente è lo stesso livello che si registrava nel 2008, viene sottolineato, ma le cause di tale fenomeno (che comporta ritardi nella crescita per 151 milioni di bimbi tra i 2 e i 5 anni e anemia in un terzo delle donne in età fertile) non vanno rintracciate immediatamente nella crisi economica globale che allora investì l’intero pianeta. Il rapporto le individua piuttosto nei mutamenti climatici e nelle ripercussioni sulla produzione agricola e sui prezzi delle derrate alimentari. A fronte di simile diagnosi, il rapporto individua come rimedio il rafforzamento della capacità della catena alimentare di affrontare situazioni climatiche fortemente avverse.

  • Quale sarà la geografia del futuro?

    Tre mostre e un lungo palinsesto di eventi per raccontare le nuove frontiere della geografia. Al MUDEC di Milano, dal 28 settembre al 14 aprile 2019, andrà di scena il progetto Geografie del Futuro, un racconto sul “sapere geografico” inteso come rilevamento di territori e di culture nei loro rapporti, letti attraverso la lente di diverse discipline di studio. Grazie ai tre percorsi espositivi – Capitani coraggiosi. L’avventura umana della scoperta (1906 – 1990); Se a parlare non resta che il fiume e The art of Banksy. A visual protest – i visitatori potranno riflettere sul tema della disciplina geografia, cercando di capire quali tipi di “geografie” definiranno i confini della nostra conoscenza del mondo nel futuro.

    Non è un caso che sia il MUDEC ad ospitare il progetto perché proprio il Museo delle Culture conserva un patrimonio artistico antichissimo, costituito da circa ottomila reperti tra opere d’arte, oggetti d’uso, tessuti e strumenti musicali provenienti da Americhe, Asia, Africa e Oceania, frutto di esplorazioni avvenute nel corso del XIX secolo, un’epoca in cui si moltiplicavano le ricerche effettuate sul campo da parte di scienziati, missionari ma anche viaggiatori occasionali in partenza da Milano e dalla Lombardia. E proprio l’esplorazione, in tutte le sue forme, tradizionali e tecnologiche, è il concetto che accumuna le tre mostre. A partire dagli anni ’60 del secolo scorso i cosiddetti ‘cultural studies’ definirono nuovi campi di interesse dell’esplorazione offrendo spunti diversi sulla dimensione spazio –temporale e culturale delle esplorazioni. Alla luce dell’evoluzione quindi del concetto di viaggio e dei mutati scenari geopolitici le domande d’obbligo sono: che tipi di “geografie” definiranno i confini della nostra conoscenza del mondo nel futuro? Chi saranno i geografi del futuro? A questa evoluzione si prova a dare risposta con le tre mostre.

    Capitani coraggiosi. L’avventura umana della scoperta (1906 – 1990)”, dal 28 settembre al 10 febbraio 2019, celebra il Novecento Italiano, indaga le frontiere dell’esplorazione novecentesca fino a oggi, e lo fa toccando le vette, lo spazio, gli abissi e la terra più profonda, ovvero gli ultimi confini geografici indagati dagli esploratori professionisti dai primi decenni del ‘900 a oggi. La mostra, divisa in cinque sezioni, attraverso fotografie, filmati e cimeli di famose spedizioni, permetterà al pubblico di partecipare alla trasformazione del concetto di ‘esplorazione’ nell’ultimo secolo, con un particolare focus sulle conquiste maturate in Lombardia.

    “Se a parlare non resta che il fiume”, dal 28 settembre al 6 gennaio 2019, intreccia il lavoro sul campo della fotografa ed educatrice Jane Baldwin con l’impegno di Survival International, che da cinquant’anni lotta per la sopravvivenza dei popoli indigeni in tutto il mondo, e la celebre creatività artistica di Studio Azzurro.  Oggetto dell’esplorazione sono due luoghi Patrimonio dell’Umanità UNESCO – la basse valle dell’Omo in Etiopia e il Lago Turkana in Kenya – la cui geografia fisica e umana rischia di cambiare per sempre perché le popolazioni indigene che abitano quei territori sono minacciate da una drammatica crisi umanitaria e ambientale provocata dall’uomo. Volti e voci, soprattutto di donne, racconteranno la vita e la storia che si sviluppa lungo il corso di un fiume che ha fatto la storia dell’Africa.

    Contemporaneamente a queste due esposizioni si svolgerà la mostra “The art of Bansky”, dal 21 novembre al 14 aprile 2019, dedicata allo street artist le cui opere hanno dato alla geografia una connotazione sociale. Il suo lavoro, straordinariamente creativo e irriverente, si focalizza sulle realtà urbane. Fondamentale per lui è la relazione con il paesaggio umano nel quale si esprime, spesso in zone di conflitto, dove anche la politica e le istituzioni faticano ad arrivare. In mostra, con circa 70 lavori tra dipinti, sculture, prints, oggetti, verranno presentati attraverso fotografie e video anche i murales di Banksy nella loro collocazione originaria in luoghi dei cinque continenti.

  • Lo Zimbabwe terra di energie alternative

    Si svolgerà l’11 e il 12 ottobre prossimi a Harare la conferenza Zimbabwe Infrastructure, Power & New Energy Investors. L’evento rientra tra le iniziative che Euroconvention Global organizza da tempo, in tutto il mondo, sul tema nuove energie e paesi in via di sviluppo, in particolar modo quelli situati nell’area sub sahariana. La scelta dello Zimbabwe non è casuale perché il Paese ha un forte potenziale per la produzione di energia elettrica da fonti idroelettriche, solari e da biomassa anche se finora solo una piccola parte del suo potenziale idroelettrico è stata sfruttata. Anche le risorse solari e di biomassa rimangono in gran parte inutilizzate, mentre l’energia eolica e geotermica devono ancora essere adeguatamente esplorate in modo da raggiungere il potenziale di altri paesi della regione.

  • Seeds&Chips e Tetra Pak® insieme per ridurre le emissioni di carbonio

    Tetra Pak® affiancherà Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit, in programma a Milano dal 7 al 10 maggio, per promuovere insieme un utilizzo consapevole e sostenibile delle risorse del pianeta. L’evento quest’anno avrà un focus speciale sul tema dell’acqua, una delle maggiori sfide dei prossimi anni a livello globale. 

    Per l’occasione le confezioni di acqua che Seeds&Chips distribuirà durante il Summit saranno in cartoni Tetra Pak, azienda leader da oltre sessant’anni nella fornitura di soluzioni per il trattamento e il confezionamento di alimenti e bevande. I contenitori sono costituiti prevalentemente da materiali provenienti da fonti rinnovabili e per il Summit saranno anche “Carbon neutral”. Infatti le emissioni di CO2 equivalente derivanti dalla produzione delle confezioni sono state compensate attraverso la partecipazione ad un progetto di riforestazione del Parco Agricolo Sud nel comune di Gaggiano (30 km a sud ovest di Milano). Questa compensazione contribuirà alla ricreazione di un ecosistema favorevole alla nidificazione e alla nutrizione della varietà di specie di uccelli presenti nell’area e migliorerà la biodiversità oltre che a fornire un’area ricreativa per la comunità locale.

    Fonte: Comunicato stampa Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit

  • Vita, Energia, Cultura: le tre forme dell’acqua

    “L’acqua deve diventare sempre di più patrimonio culturale universale in tutte le sue forme e diversità. Da essa dipende l’ecosistema e la vita di tutti noi”. E’ quanto afferma Livia Pomodoro, Presidente del Milan Center for Food Law and Policy, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, che si celebra il 22 marzo.

    “Perché questo sogno si avveri e per raggiungere questo obiettivo e garantire la sicurezza idrica, la prosperità economica, la sostenibilità ambientale e culturale dovremmo saper esprimere e sviluppare tutto il potenziale delle nostre società e rispondere così alle sfide crescenti che ci impegnano. Ma possiamo farlo solo se ci affidiamo alle soluzioni offerte dalla natura stessa, senza mai trascurare l’importanza ed il rispetto dei diritti umani che proteggono questa risorsa essenziale. Il diritto all’acqua – continua la Pomodoro – è infatti un obiettivo e nello stesso tempo la base della sua governance globale. La natura rappresenta il contesto ed il terreno in cui ricercare le risposte e le soluzioni alle sfide, ed anche il nostro partner ideale e principale nel garantire la disponibilità e l’accessibilità sia fisica sia economica all’acqua e all’effettività del suo diritto. A livello internazionale, queste ambizioni sono richiamate e confermate dall’ultimo rapporto mondiale sullo sviluppo idrico, pubblicato proprio in questi giorni dal World Water Assessment Programme, il nostro partner scientifico nel Forum Rules of water, Rules for life che il Milan Center for Food Law and Policy ha organizzato lo scorso mese di settembre. L’acqua, come fonte di energia rinnovabile, si presta ad essere utilizzata nel disegno delle politiche di riduzione delle emissioni climalteranti. Lo sviluppo di tecniche per l’uso più efficiente dell’acqua in agricoltura e nei settori più vulnerabili alla variabilità del clima potrebbe infatti giocare un ruolo importante per l’adattamento ai cambiamenti climatici all’interno delle politiche per la sostenibilità. In questa giornata mondiale – conclude Pomodoro – noi confermiamo da Milano e per Milano – la Milano di Expo 2015 alla cui legacy dedichiamo attenzioni ed energie –  il nostro sincero impegno nella battaglia per garantire la vitalità dei beni comuni e compiere così un altro passo in avanti in direzione dello sviluppo sostenibile”.

  • Giornata mondiale dell’acqua: tante chiacchiere ma chi ne ha bisogno resta a bocca asciutta

    Giovedì 22 marzo si celebra la giornata mondiale dell’acqua e mentre i più non se ne accorgeranno e qualcun altro farà il solito convegno, costoso ed inutile, milioni di persone nel mondo sono ancora prive del principale elemento per vivere: l’acqua. Intere popolazioni, pur circondate dal mare, non hanno acqua potabile e neppure acqua dolce, tuttora milioni di persone la trasportano sulla testa con bidoni di plastica, dopo averli attinta da fiumi fangosi, quando questi fiumi ci sono! Tutti gli aiuti per i Paesi in via di sviluppo hanno tralasciato l’elemento fondamentale: per aiutare le popolazioni, e di conseguenza evitare anche quell’emigrazione epocale che sta sconvolgendo le abitudini dei Paesi sviluppati e anche le teste dei politici che dovrebbero governarli, è necessario, oltre ovviamente a cercare di prevenire le guerre (comprese quelle per il petrolio) dare l’acqua.

    L’acqua è fonte di vita, non solo perché disseta, ma perché consente l’allevamento del bestiame, l’agricoltura e perciò la sussistenza e poi il lavoro e poi ancora il progresso. Ma il problema dell’acqua, l’oro blu del terzo millennio, non è soltanto un problema dei Paesi in via di sviluppo ma anche dei Paesi che appartengono al G8 e quindi anche dell’Italia. Soltanto il 30-40% dell’acqua che scorre nelle tubature degli acquedotti arriva nelle case, il resto si disperde nel terreno senza poter ritornare in falda perché l’acqua dispersa nel terreno evapora. Ancora oggi in Sicilia, e non solo, centinaia di migliaia di persone hanno l’acqua solo alcuni giorni o alcune ore e proprio nelle stagioni calde il problema si aggrava. La siccità dell’anno scorso ha dimostrato che anche al Nord l’acqua mancava in diversi centri e abbiamo visto tornare sulle strade le autobotti.

    La campagna elettorale finita da poco non vede ancora presentarsi all’orizzonte un’ipotesi di governo ma tra le tante, molto spesso inutili e false dichiarazioni elettorali, degli uomini politici italiani la disastrosa situazione del nostro sistema idrico, come l’inquinamento di tante falde, non è stata mai toccata. E quindi resta il problema di quanto sia urgente rifare la maggior parte delle nostre tubature idriche e necessario garantire l’acqua a tutti i cittadini. Questi stessi uomini politici, che hanno disquisito in lungo e in largo sul problema immigrazione, si sono ben guardati dal proporre, tra gli aiuti allo sviluppo dei Paesi che ne necessitano, specifici interventi per portare l’acqua a chi ne è privo.

  • Un mare di droghe ma anche di farmaci nelle acque di scolo milanesi

    Ogni anno Milano scarica nei corsi d’acqua metropolitani 2,5 tonnellate di farmaci, 1,6 quintali di droghe d’abuso, quasi mezza tonnellata di prodotti chimici per la cura della persona, secondo le stime di uno studio dell’Istituto Mario Negri di Milano finanziato dalla Fondazione Cariplo basate sull’osservazione per 5 anni dell’inquinamento di farmaci, droghe, disinfettanti, prodotti chimici per la cura della persona, sostanze perfluorurate e plastificanti, oltre a caffeina e nicotina.

    Le acque dei fiumi dell’area milanese (l’Olona, il Seveso e il Lambro), le acque fognarie prodotte dalla città di Milano e quelle delle falde da cui si estraggono le acque potabili, sono state analizzate per verificare la presenza di circa 80 sostanze ed è stato riscontrato che Milano scarica ogni giorno nei fiumi circa 6,5 chili di farmaci, 1,3 chili di disinfettanti e di sostanze chimiche utilizzate per la cura della persona, 200 grammi di sostanze perfluorurate, 600 grammi di plastificanti e 400 grammi di droghe, oltre a circa 13 chili di nicotina e caffeina.

  • Acqua bene comune? Gli acquedotti restano vecchi e poco salubri

    No al privato nella distribuzione dell’acqua, fu stabilito pressoché a furor di popolo tramite referendum nel 2011. Ma il mancato ingresso dei privati nella gestione della rete idrica ha comportato anche la mancanza di investimenti, che non risultano essere stati fatti dalla mano pubblica cui s’è voluto lasciare la gestione degli acquedotti. Il 60% degli impianti di distribuzione di acqua potabile in Italia ha almeno 30 anni, il 25% oltre 50 anni ed il risultato è una dispersione del 38% dell’acqua che viene convogliata attraverso la rete distributiva. Gli acquedotti sono una delle testimonianze dei risultati che l’antica Roma seppe raggiungere, la Roma odierna invece ha rischiato seriamente di dover chiudere tutti i suoi rubinetti.

    Come se piovesse sul bagnato, in base alla direttiva 91/271, l’Italia s’è anche vista condannare da due sentenze della corte di giustizia europea (C565-10 e C85-13) e sottoposta alla procedura d’infrazione 2014-2059 per l’insufficiente depurazione di quella che viene distribuita come acqua che si può bere. Utilitalia, che raggruppa 500 imprese di servizi pubblici, calcola che per adeguare gli impianti gli investimenti dovrebbero più che raddoppiare, da 32 euro per abitante a 80 euro (o più), ma dove trovare quelle risorse?

    Intanto, in alcune falde acquifere sono stati riscontrati livelli di sostanze perfluoroalchilitiche (Pfas) che superano abbondantemente i limiti considerati accettabili per la salubrità delle acque stesse. Tra Padova, Verona e Vicenza è stata riscontrata una concentrazione di 1,4-1,8 mg di Pfas per tonnellata d’acqua, 20 volte più alta di quella che le autorità americane sarebbero disposte ad accettare in base alla loro linea in tema di acqua e salute.

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