Aerei

  • La Commissione apre la strada all’integrazione sicura degli “aerotaxi” e di altri usi innovativi dei droni

    La Commissione ha adottato una serie di misure per affrontare le sfide riguardanti la sicurezza dei nuovi concetti e servizi emergenti nell’ambito della mobilità aerea e garantire che le loro operazioni siano sicure quanto quelle degli aeromobili con equipaggio.

    Il pacchetto riguarda due settori emergenti nel settore degli aeromobili: aeromobili con equipaggio a decollo e atterraggio verticale (spesso denominati VTOL con equipaggio o aerotaxi pilotati, cioè piccoli aeromobili commerciali che effettuano voli brevi su richiesta) e operazioni a rischio più elevato con droni senza equipaggio (la cosiddetta “categoria specifica”).

    L’obiettivo è unificare e razionalizzare il panorama normativo in tutti gli Stati membri, migliorando la sorveglianza e le norme di sicurezza operativa.

    Per esempio, le misure introdurranno nuovi obblighi e procedure di certificazione dell’aeronavigabilità a livello dell’UE per gli aeromobili a decollo e atterraggio verticale con e senza equipaggio, riguardanti sia l’integrità fisica sia i rischi per la sicurezza digitale che potrebbero incidere sulla sicurezza del loro funzionamento.

    Le misure riguarderanno anche i requisiti per la licenza di pilota di aerotaxi, le norme sull’integrazione nello spazio aereo (definizione delle traiettorie di volo, regole di decollo e atterraggio ecc.), oltre a norme specifiche che consentono a tali aeromobili di effettuare servizi medici di emergenza e operazioni di soccorso.

  • L’UE fornisce 600 milioni di euro per rafforzare la flotta antincendio rescEU

    La Commissione finanzia attualmente l’acquisto di nuovi aerei antincendio per aumentare la capacità aerea antincendio di rescEU, la riserva strategica di risposta alle crisi del meccanismo di protezione civile dell’UE. 600 milioni di EUR di fondi dell’UE saranno utilizzati per l’acquisto di 12 nuovi aerei, che saranno ospitati in 6 Stati membri dell’UE: Croazia, Francia, Italia, Grecia, Portogallo e Spagna.

    Gli aerei saranno utilizzati per spegnere incendi in tutta l’Unione europea, in particolare durante i difficili mesi estivi in cui sempre più spesso incendi boschivi su vasta scala minacciano vite, abitazioni e mezzi di sussistenza.

    L’annuncio è stato dato in occasione della partecipazione a Zagabria del Commissario per la Gestione delle crisi Janez Lenarčič alla cerimonia di firma dell’accordo tra il governo croato e la società commerciale canadese per l’acquisto di aerei antincendio specializzati. Ciò, insieme alla recente firma di un accordo analogo da parte del governo greco, segna un passo importante verso l’aumento della capacità aerea antincendio nell’UE, a protezione dei cittadini dell’UE dalle catastrofi.

    Cinque anni fa la Commissione europea ha potenziato il meccanismo di protezione civile dell’UE e ha creato rescEU per proteggere ulteriormente i cittadini dalle catastrofi e gestire i rischi emergenti. rescEU è stato istituito come riserva di risorse europee e comprende una flotta di aerei ed elicotteri antincendio. rescEU è interamente finanziato dall’UE.

  • Somalia turns back Ethiopian plane headed for Somaliland

    Somalia has turned away a plane transporting officials from Ethiopia to the self-declared republic of Somaliland in a major escalation of the diplomatic row between the countries.

    Somalia’s information minister told the BBC the plane did not have permission to be in the country’s airspace.

    The Ethiopian officials were visiting Somaliland to discuss a deal, which has sparked a huge row.

    Somalia considers Somaliland to be part of its territory.

    The agreement, signed on 1 January, would allow Somaliland to lease one of its ports to Ethiopia in exchange for a stake in Ethiopian Airlines and possible recognition of Somaliland as a sovereign state.

    Somalia has reacted angrily to the deal, calling it an act of aggression.

    On Wednesday, the Somali Civil Aviation Authority (SCAA) said flight ET8273 had broken international rules that flights must obtain clearance from countries they are passing through.

    It had attempted to land at Somaliland’s Hargeisa Airport.

    Despite this incident, regular flights between the two countries are operating as usual, the SCAA said.

    Ethiopia’s government has not yet commented, but the head of Ethiopian Airlines confirmed that the plane in question had returned to the nation’s capital, Addis Ababa.

    Somaliland, a former British protectorate which declared independence from Somalia in 1991, has all the trappings of a country, including regular elections, a police force and its own currency.

    But this has not been recognised by any country.

    By ordering the Ethiopian plane out of its airspace, Somalia is sending a strong message that Somaliland is not an independent country.

    Amid the row between Somalia and Ethiopia, both the US and the African Union have backed the territorial integrity of Somalia and urged all parties to cool tensions.

  • Aerei Usa nel Golfo Persico per impedire sequestri di navi da parte di Teheran

    Gli Stati Uniti hanno deciso d’inviare caccia F-16 nella regione del Golfo Perisco, in particolare intorno allo Stretto di Hormuz, per meglio proteggere le navi in transito da tentativi di sequestro da parte dell’Iran. Lo riportano i media Usa citando una fonte del Pentagono, secondo la quale Washington è sempre più preoccupata dai crescenti legami tra Iran, Russia e Siria.

    Gli F-16 si uniranno agli aerei da attacco A-10 che stanno già conducendo attività di pattugliamento dell’area da oltre una settimana. Questo dopo che a metà luglio l’Iran ha cercato di sequestrare due petroliere in transito attraverso lo Stretto, aprendo anche il fuoco contro una di esse. In entrambi i casi, le imbarcazioni iraniane sono tornate indietro dopo l’arrivo dell’incrociatore statunitense Uss McFaul.

    La fonte anonima del Pentagono ha spiegato che gli F-16 garantiranno copertura aerea alle navi e miglioreranno le capacità di controllo delle forze armate Usa nell’area, oltre a costituire una forza di deterrente contro nuovi attacchi iraniani. Lo stesso funzionario del dipartimento della Difesa ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno considerando diverse opzioni sul tavolo per rispondere ai sempre più frequenti attacchi aerei della Russia in Siria, che complicano le operazioni degli Stati Uniti contro lo Stato islamico. Washington, ha aggiunto la fonte, continuerà in ogni caso a effettuare missioni di antiterrorismo nella parte occidentale del Paese.

  • Allarme a Tokyo e Seul per i jet russi e cinesi

    L’onda lunga delle tensioni per il conflitto ucraino arriva fino in estremo oriente, dove il Giappone e la Corea del Sud hanno fatto decollare i loro jet militari per rispondere all’avvicinamento di bombardieri strategici russi e cinesi, impegnati in un’esercitazione congiunta. Mentre la Russia torna ad accusare la Nato di “spingere” Kiev a continuare le ostilità, facendo rischiare al mondo uno scontro tra potenze nucleari. Opposta l’interpretazione del segretario di Stato americano Antony Blinken, secondo il quale “i selvaggi attacchi (dei russi) sui civili ucraini sono l’ultima dimostrazione che il presidente Putin attualmente non ha alcun interesse in una vera diplomazia”. Quello che il Cremlino vuole, ha aggiunto Blinken, è congelare il conflitto, consolidare le conquiste realizzate, riposarsi e riorganizzare le forze per “poi a un certo punto tornare ad attaccare”.

    L’allarme nel Mar Cinese Meridionale, e soprattutto nel Mar del Giappone, che separa l’arcipelago nipponico dalla penisola coreana, è scattato qualche giorno fa prima dell’alba, quando i radar di Tokyo e di Seul hanno rilevato la presenza vicino ai rispettivi spazi aerei di bombardieri cinesi H-6 e russi TU-95, quest’ultimi scortati da caccia SU-35. I militari di Seul hanno riferito che due bombardieri cinesi sono entrati più volte nella zona di difesa aerea sudcoreana al largo delle coste a sud e a nord-est e poi di nuovo ore dopo, raggiunti da 6 aerei russi.

    Il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato che si trattava di operazioni congiunte di pattugliamento durate 8 ore, al termine delle quali i velivoli russi e cinesi sono atterrati la prima volta presso aeroporti dell’altro Paese. «Jet stranieri hanno seguito per un certo tratto» i bombardieri strategici di Pechino e di Mosca, ha aggiunto il ministero, assicurando che questi ultimi non hanno compiuto «nessuna violazione dello spazio aereo di Paesi terzi». Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha assicurato che Mosca rimane convinta che è necessario evitare qualsiasi scontro militare tra potenze nucleari, «anche con l’uso di armi convenzionali». E poi è tornato ad accusare i Paesi occidentali di «spingere letteralmente l’Ucraina” a continuare il conflitto, da lui visto come «una guerra che l’Occidente conduce contro la Federazione russa». Mentre l’ex presidente Dmitry Medvedev, con i suoi consueti toni accesi, ha affermato che la Nato dovrebbe «essere sciolta come organizzazione criminale». Aggiungendo poi un avvertimento a quelli che ha definito «gli impotenti atlantici»: se l’Alleanza dovesse fornire i sistemi di difesa Patriot a Kiev, essi diventeranno un obiettivo dei bombardamenti russi.

  • La prima assemblea generale dell’Alleanza per l’aviazione a emissioni zero

    Più di cento partecipanti provenienti da 90 organizzazioni e imprese del settore aeronautico partecipano alla prima assemblea generale dell’Alleanza per l’aviazione a emissioni zero (AZEA) ospitata da Eurocontrol.

    La Commissione presenterà diversi temi da sviluppare nell’ambito di gruppi di lavoro, tra cui le infrastrutture aeroportuali, i requisiti energetici per l’idrogeno e gli aeromobili elettrici, la certificazione, la standardizzazione, le esigenze normative, le considerazioni operative e ambientali.

    L’Alleanza continua a essere aperta a tutte le parti interessate che desiderano diventare membri, compresi gli Stati membri, in quanto svolgono un ruolo chiave nel settore. Le parti interessate possono aderire firmando la dichiarazione dell’Alleanza e compilando il modulo di candidatura, purché soddisfino i criteri di ammissibilità stabiliti nel capitolato d’oneri.

  • Proteggere i trasporti dell’UE in tempi di crisi: adottato un piano di emergenza per i trasporti

    La Commissione ha adottato un piano di emergenza per i trasporti per rafforzare la resilienza dei trasporti dell’UE in tempi di crisi. Il piano, che si basa sugli insegnamenti tratti dalla pandemia di COVID-19, tiene conto anche delle sfide che il settore dei trasporti dell’UE deve affrontare dall’inizio dell’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina. Entrambe le crisi hanno gravemente colpito il trasporto di merci e di persone, ma la resilienza di questo settore e il migliore coordinamento tra gli Stati membri si sono rivelati fondamentali per la risposta dell’UE a queste sfide.

    Il piano propone una serie di 10 azioni per guidare l’UE e i suoi Stati membri nell’introduzione di misure di emergenza in risposta alle crisi. Evidenzia, tra le diverse azioni, l’importanza di garantire una connettività minima e la protezione dei passeggeri, sviluppare la resilienza agli attacchi informatici e testare regolarmente la resilienza in generale. Sottolinea anche la pertinenza dei principi delle corsie verdi, principi che garantiscono che nel trasporto merci via terra l’attraversamento delle frontiere possa avvenire in meno di 15 minuti, e rafforza il ruolo della rete di punti di contatto delle autorità nazionali responsabili dei trasporti. Sia le corsie verdi e sia la rete dei punti di contatto si sono dimostrate fondamentali durante la pandemia di COVID-19 e nell’attuale crisi causata dall’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina.

    I 10 settori d’azione sono i seguenti:

    1. rendere le normative dell’UE in materia di trasporti adatte alle situazioni di crisi;
    2. garantire un sostegno adeguato al settore dei trasporti;
    3. garantire la libera circolazione delle merci, dei servizi e delle persone;
    4. gestire i flussi di rifugiati e il rimpatrio dei passeggeri e dei lavoratori del settore dei trasporti rimasti bloccati;
    5. garantire una connettività minima dei trasporti e la protezione dei passeggeri;
    6. condividere informazioni sui trasporti;
    7. rafforzare il coordinamento della politica in materia di trasporti;
    8. rafforzare la cibersicurezza;
    9. mettere alla prova la risposta alle emergenze nel settore dei trasporti;
    10. cooperare con i partner internazionali.

    Una lezione fondamentale della pandemia è l’importanza di coordinare le misure di risposta alle crisi per evitare, ad esempio, situazioni in cui gli autocarri, i loro conducenti e i beni essenziali restino bloccati alle frontiere, come osservato nei primi giorni della pandemia. Il piano di emergenza per i trasporti introduce principi guida atti ad assicurare che le misure di risposta alle crisi siano proporzionate, trasparenti, non discriminatorie, in linea con i trattati dell’UE e in grado di garantire che il mercato unico continui a funzionare correttamente.

    La Commissione e gli Stati membri ricorreranno a questo piano di emergenza per rispondere alle sfide attuali che interessano il settore dei trasporti. La Commissione sosterrà gli Stati membri e guiderà il processo di preparazione alle crisi in cooperazione con le agenzie dell’UE, coordinando la rete di punti di contatto nazionali per i trasporti e mantenendo discussioni regolari con i partner internazionali e i portatori di interessi. Per rispondere alle sfide immediate e permettere all’Ucraina di esportare i cereali che produce e anche di importare le merci di cui ha bisogno (dagli aiuti umanitari ai mangimi per animali fino ai fertilizzanti), la Commissione coordinerà la rete dei punti di contatto dei corridoi di solidarietà e la piattaforma di incontro dedicata ai corridoi di solidarietà.

    L’iniziativa odierna risponde all’invito rivolto dal Consiglio alla Commissione di elaborare un piano di emergenza per il settore europeo dei trasporti in caso di pandemie e altre gravi crisi. Il piano onora uno degli impegni della Commissione nell’ambito della strategia per una mobilità sostenibile e intelligente ed è stato sviluppato di concerto con le autorità degli Stati membri e i rappresentanti del settore.

    Fonte: Commissione europea

  • La Commissione e le autorità per la tutela dei consumatori invitano le compagnie aeree a migliorare la gestione della cancellazione di voli

    La Commissione e le autorità nazionali per la tutela dei consumatori hanno invitato le compagnie aeree a migliorare il modo in cui gestiscono le cancellazioni dei voli nel contesto della pandemia di COVID-19. Le compagnie aeree che operano nell’UE sono invitate a migliorare le loro pratiche con l’ausilio di un elenco di misure elaborato dalla Commissione e dalla rete di cooperazione per la tutela dei consumatori.

    L’iniziativa fa seguito a numerosi reclami dei consumatori e si basa sui risultati di un’indagine avviata all’inizio di quest’anno per raccogliere dati sulla gestione dei reclami da parte di 16 grandi compagnie aeree. L’analisi delle risposte fornite ha evidenziato una serie di problemi.

    Le compagnie aeree che operano nell’UE devono rispettare il diritto dell’Unione in materia di tutela dei consumatori: dalla garanzia di una comunicazione trasparente, all’informazione proattiva dei passeggeri in merito ai loro diritti. In particolare, devono offrire la possibilità di scegliere tra rimborsi e buoni e informare i passeggeri che hanno il diritto di farsi rimborsare i buoni in qualsiasi momento. La maggior parte delle compagnie aeree oggetto dell’indagine non ha neppure rimborsato i passeggeri entro il termine di 7 giorni previsto dal diritto dell’UE. Queste compagnie devono attivarsi per garantire che tale termine sia rispettato per tutte le nuove prenotazioni – a prescindere dal fatto che l’acquisto sia avvenuto direttamente o tramite intermediario – e smaltire rapidamente l’arretrato dei rimborsi in sospeso, al più tardi entro il 1º settembre 2021.

    Fonte: Commissione europea

  • Aeroporti a terra nel 2020: i passeggeri sono crollati del 72,6%

    Il 2020 è stato un anno nero per gli aeroporti italiani. Le restrizioni dettate dal Covid hanno decimato i viaggiatori e l’anno si è chiuso con appena 53 milioni di passeggeri, il 72,6% in meno rispetto al 2019. A certificare la situazione critica è Assaeroporti che riconosce gli sforzi fatti dal governo ma avverte anche che la situazione resta “pesantissima” ed è necessario accelerare l’erogazione delle risorse stanziate.

    Sono 52,9 milioni i passeggeri transitati nell’anno appena concluso negli scali italiani, che perdono così 140 milioni di presenze rispetto ai 193 milioni del 2019 e alle previsioni ottimistiche che prima del Covid erano di raggiungere quest’anno i 200 milioni. Di fatto non hanno volato 7 passeggeri su 10 e ad essere maggiormente penalizzate sono state le destinazioni extra-Ue (-81,2%; -77,5% traffico Ue e -61,3% voli domestici). Forte contrazione anche per i movimenti aerei (-57,2%), mentre tiene il traffico merci (-23,7%), grazie al ruolo chiave giocato dal cargo durante la pandemia. Oltre ai volumi di traffico cala drasticamente anche la connettività aerea, ovvero il numero di rotte disponibili, che in soli sei mesi (da aprile a settembre) si è ridotta di quasi il 90%. In particolare, guardando ai singoli scali, il principale sistema aeroportuale italiano, gli aeroporti di Roma (Fiumicino e Ciampino) segnano un calo del 76,8% dei passeggeri. Milano Malpensa registra un -74,9%, Bergamo un -72,3%.

    “I risultati del 2020 confermano le fosche previsioni di un anno disastroso per gli scali aeroportuali italiani”, commenta il presidente di Assaeroporti Fabrizio Palenzona, che riconosce il merito della ministra De Micheli di aver messo in campo misure per compensare i danni dei gestori, ma ora per la ripartenza chiede di “accelerare l’erogazione delle risorse già stanziate” e prevedere la proroga della cassa integrazione, senza perdere le opportunità del Recovery Fund.

    Pagano l’effetto pandemia anche le compagnie aeree. La low cost inglese EasyJet ha chiuso l’ultimo trimestre dell’anno con un calo dell’88% del fatturato e dell’87% dei passeggeri (a 2,9 milioni). Intanto preoccupa sempre di più la situazione di Alitalia. Quello che sta emergendo “non può che destare preoccupazione se non angoscia”: “urgono scelte strategiche”, afferma la presidente della commissione trasporti della Camera Raffaella Paita, dopo le ultime audizioni sul piano di Ita. I sindacati, pure interpellati in audizione, giudicano “insufficiente il dimensionamento della flotta” e “non accettabile” la logica degli esuberi. Allarme rosso anche per la vecchia compagnia: “ha a disposizione solo alcune settimane di autonomia economico-finanziaria”, avvertono i piloti e assistenti riuniti nell’Fnta.

  • La differenza tra Germania e Italia? Lufthansa licenzia, Alitalia riceve più fondi delle scuole

    Come a rispecchiare la differenza tra la solidità tedesca e la debolezza italiana, mentre Alitalia ha trovato nel coronavirus l’ennesima boccata d’ossigeno, oltre 3 miliardi di aiuti pubblici (ben più di quanto stanziato per l’istruzione) per evitare il fallimento anche formale oltre che di fatto del vettore, Lufthansa, pure beneficiaria di aiuti pubblici, è pronta a licenziare. Secondo voci raccolte dalla stampa tedesca la compagnia ha in progetto il taglio di circa 26 mila posti su scala mondiale per far fronte alla crisi provocata dal coronavirus.

    La notizia è emersa al termine di un vertice che si è svolto ieri tra azienda e sindacati concluso, come riferisce il sindacato Ufo, con la possibile decisione di arrivare a un taglio complessivo di 26 mila posizioni, di cui almeno 22 mila a tempo pieno. Un taglio, fanno notare i sindacati, che di fatto raddoppierebbe quanto finora previsto sul fronte della riduzione del personale, con un naturale irrigidimento della trattativa. Ufo nei giorni scorsi si era detto pronto a possibili concessioni, ma in un quadro di garanzie che con la mossa odierna verrebbe meno.

    Lufthansa, che possiede anche Swiss, Austrian Airlines e Brussels Airlines, ha dichiarato nei giorni scorsi che prevede di avere circa 100 aerei in meno in servizio dopo la pandemia. Il sindacato ricorda però che negli scorsi giorni, era stato approvato il piano di salvataggio della compagnia pari a circa 9 miliardi di euro, che vedrà il governo tedesco diventare primo azionista del gruppo con il 20% del capitale. Un piano che gli azionisti della compagnia dovranno valutare in un Cda straordinario fissato per il 25 giugno. La situazione ha avuto pesanti ripercussioni in Borsa con il titolo della compagnia che a Francoforte alla fine della giornata in cui sono emerse le indiscrezioni sui possibili tagli ha ceduto il 9,94% a 10,06 euro.

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