Borsa Italiana è ufficialmente sul mercato. Il London Stock Exchange di cui Piazza Affari fa parte dal 2007, dopo mesi di rumors, esce allo scoperto e in occasione della semestrale, conferma di aver avviato discussioni esplorative che potrebbero tradursi nella potenziale cessione di Borsa Italiana o della quota in Mts, la piattaforma telematica riservata ai titoli di Stato.
Una mossa, quella dell’Lse, per agevolare l’approvazione da parte dell’Antitrust europeo dell’acquisizione, da 27 miliardi di dollari di Refinitiv provider di dati finanziari e gestore di piattaforme di trading. Sull’operazione che è stata annunciata un anno fa, Lse si aspetta di chiudere per la fine di questo anno a inizio 2021. “Stiamo facendo buoni progressi assicurando una serie di approvazioni normative e impegnandoci costruttivamente con le autorità sulle autorizzazioni rimanenti”, spiega l’ad del London Stock Exhange, David Schwimmer.
La Commissione europea ha avviato a giugno un’indagine approfondita temendo che possa ridurre la concorrenza. La notifica dell’operazione è stata inviata alla Commissione Competitività dell’Ue il 13 maggio scorso, il 22 giugno l’Antitrust europeo ha comunicato di voler andare alla Fase 2 per approfondire il dossier e, dal 13 luglio, la deadline prevista per una decisione è stata sospesa.
Quanto a Borsa Italiana o alla piattaforma Mts “non ci sono certezze che Lse deciderà di procedere con un’operazione in relazione a uno o l’altro di queste attività”, spiega lo stesso London Stock Exchange. Tuttavia, la conferma di Londra offre nuovo carburante alle speculazioni degli ultimi mesi con Borsa Italiana nel mirino tanto di Deutsche Boerse (Francoforte) che di Euronext, quest’ultima già controlla i listini di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona.
Milano si può blindare con la Golden Power. Lo ricorda anche il deputato del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione finanze, Davide Zanichelli. Insieme ad altri quattro deputati, peraltro, ha depositato una risoluzione in Commissione “per impegnare il Governo – spiega – ad intraprendere ogni iniziativa al fine di concertare un’offerta competitiva in grado di riportare Borsa Italiana all’interno dei confini del Paese”. In questo senso “è bene” che l’esecutivo “lavori attivamente – sottolinea – per la nascita di una proposta tutta italiana che eventualmente contempli anche la Cdp insieme ad un pool di banche e istituzioni finanziarie del Paese”.