affetto

  • Per vivere meglio?

    Sul Patto abbiamo in diverse occasioni ricordato come la ricerca scientifica abbia evidenziato, con diversi studi, le conseguenze positive, sul fisico e sulla psiche umana, che derivano dal rapporto affettivo con un animale da compagnia.

    Specificamente accarezzare il proprio cane o gatto, o comunque un animale col quale si è instaurato un rapporto, porta al rallentamento del battito cardiaco e al rilascio di ossitocina, quello sostanza che molti ormai chiamano l’ormone del benessere.

    Due scienziati italiani hanno, qualche anno fa, pubblicato il libro La scienza degli abbracci nel quale sono raccolte diverse indagini che provano come gli abbracci tra esseri umani, abbracci non legati al sesso ma solo alla affettività, alla condivisione di sentimento e calore umano, portino beneficio e produzione della nota ossitocina.

    L’abbraccio diventa un gesto con il quale ci si dà reciproco aiuto fisico e mentale, si riduce lo stress e si potenzia il sistema immunitario, si combatte la solitudine che, in questa epoca è diventata una nuova forma di malessere o autentico prodromo di malattia.

    L’ossitocina migliora il riconoscimento delle emozioni, rende più empatici, dà maggiore salute al sistema vascolare.

    In questa società dove tutti siamo sempre più concentrati su noi stessi, sul nostro smartphone, computer e sui social di riferimento, convinti che l’importante sia avere sul nostro profilo mille amici sconosciuti piuttosto che coltivare il rapporto diretto con dieci amici veri che possiamo guardare negli occhi senza uno schermo, cerchiamo di tornare ad imparare quei piccoli e semplici gesti d’affetto che fanno tanto bene reciprocamente.

    Abbracciare un amico, un parente, una persona che ha bisogno, dando un gesto di solidarietà, accarezzare il nostro cane o gatto e imparare a sorridere un po’ potrebbero, dovrebbero essere, piccoli ma importanti obbiettivi per questo nuovo anno.

  • I risvolti positivi della relazione tra animali e uomini

    Una ricerca svizzera pubblicata sulla rivista scientifica Plos One conferma definitivamente i risvolti positivi della relazione tra umani e animali.

    Maggiore è la conoscenza tra uomo e animale e maggiore è lo sviluppo di un rapporto affettivo, gesti come le carezze rendono più forte l’attivazione della corteccia prefrontale, l’area del cervello che regola  i comportamenti sociali e i processi decisionali.

    Ormai è noto che persone con depressione o bambini con problemi autistici, ma anche persone con altri tipi di patologie, trovano beneficio dall’interagire con un animale, principalmente con un cane.

    L’ossitocina, che è necessaria per sviluppare legami tra esseri umani e tra umani e cani, passa attraverso il contatto fisico e gli sguardi.

    La pet therapy è quel sistema terapeutico nel quale il cane, o altro animale idoneo, è d’ausilio per affrontare i problemi di persone con problemi organici o psichici, si parla invece di educazione assistita quando il cane è d’aiuto per aumentare le potenzialità sociali dell’essere umano mentre è attività assistita quella che animali e persone svolgono insieme come momenti ludico-ricreativi.

    Le specie di animali che possono essere coinvolti nelle prime due di queste attività sono i cani, i cavalli, gli asini, i gatti ed i conigli. I cani ed i cavalli sono gli animali più adatti, i terapisti eseguono l’intervento terapeutico ricorrendo alla mediazione dell’animale il quale a sua volta favorisce la relazione con il paziente.

    Principalmente il cane, ma anche il cavallo e l’asino, sono animali che hanno una spiccata attitudine alla collaborazione con gli umani e da tempo immemorabile convivono a stretto contatto con l’uomo, sono animali che hanno instaurato con la specie umana relazioni più affettive di altri animali.

    Per gli interventi terapeutici il gatto, essendo un animale particolarmente territoriale, può avere problemi a cambiamenti d’ambiente e a doversi relazionare con estranei, mentre il coniglio, da sempre abituato ad essere preda, può manifestare troppa paura.

    Ormai da qualche tempo in molti ospedali si consente che i degenti possano ricevere la visita dei loro animali domestici e questi incontri hanno un riflesso molto positivo per la guarigione, così come accarezzare tra le mura domestiche il proprio cane o gatto porta un beneficio, da tempo acclarato, sul battito cardiaco e sulla pressione.

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